«Imprevedibili e pericolosi»
«Imprevedibili e pericolosi» «Imprevedibili e pericolosi» Spataro: ma non sono gli Anni di piombo Il terrorismo di ieri come quello di oggi, almeno nei suoi esordi. Che ne pensa, dottor Spataro? «Che non sono per nulla d'accordo. Evidentemente un atto di violenza può assomigliare a un altro, ma da qui a stabilire connessioni ne corre... Da qui a dire: cominciò anche allora così e perciò quella sarà la progressione, lo considero proprio un errore». Armando Spataro, da 72 ore nominato membro del Csm, è stato per una decina d'anni, a cavallo tra i '70 e gli '80, uno dei più attivi magistrati milanesi anti-terrorismo. Si è occupato del dehtto Tobagi, dei processoni a «Rosso», Autonomia operaia, Prima linea. Dove sta l'errore? «Nel fatto che quei tempi e quella radicalità dei conflitti sociali sono, grazie a Dio, tramontati. Nel fatto che il terrorismo di allora aveva un progetto politico pensato e articola- to. Nel fatto che il terrorismo di allora aveva una base di consenso piuttosto ampia nelle fasce extraparlamentari e persino in certe fabbriche». Tutto questo oggi non c'è. «Assolutamente no». In effetti la loro area di riferimento sembra piuttosto aleatoria. «Credo proprio di sì». La qual cosa potrebbe addirittura renderli ancora più imprevedibili. «Imprevedibili e perciò anche pericolosi. Guardi che io considero questa storia dei pacchi-bomba una cosa da non sottovalutare assolutamente. Tecnicamente rappresentano un rischio concreto di provocare un omicidio. E perciò questa vicenda non va sottovalutata». Però questa alcatorietà non ricorda la nebulosa armata che si sviluppò intorno a Brigate rosse e Prima linea? «No. Quella nebulosa nacque da Autonomia e Autonomia aveva alle spalle un apparato teorico assai complesso. E' vero che la sua deriva cominciò con atti sporadici, con piccole rapine, disarmi di metronotte... Ma il progetto, la teoria, erano molto robusti». Niente a che vedere con oggi. «Qui io il retroterra non lo vedo. Vedo emarginazione, microculture metropolitane, devianza...». Lei dice: massima attenzione e non allarmismi «Sì, anche perché ciclicamente, quando magari c'è un attentato di matrice ambientalista, isolato, c'è sempre qualcuno che lancia allarmi un po' insensati e analisi approssimative». Il terrorismo fu battuto... «Il terrorismo fu battuto con la legge sui pentiti, con la specializzazione dei magistrati e delle forze investigative, con il carcere duro per i capi». E questa volta, invece? «Se parliamo di chi spedisce pacchibomba, non c'è molto da dure. Vanno individuati e puniti. Se parliamo dell'area di riferimento, credo che la strada migliore sia quella dei dialogo». Per esempio? «Penso per esempio alla strategia del Comune di Milano che trovo sensata e condivisibile. Il fatto che abbiano concesso aree ai centri sociali, che si sia usciti da una logica di muro contro muro e repressione... Questo non vuol dire tollerare illegalità, significa non emarginare ancora di più». [p. cor.] «Allora c'era una base di consenso e i conflitti erano più radicali» Armando Spataro, uno dei magistrati più impegnati nell'antiterrorismo
Persone citate: Armando Spataro, Spataro, Tobagi
Luoghi citati: Comune Di Milano
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