Fs, fatta l'intesa sugli esuberi

Fs, fatta l'intesa sugli esuberi Fra un mese i primi 950 in pensione. Altri tremila scaglionati entro marzo '99 Fs, fatta l'intesa sugli esuberi Passa la struttura formato Demattè ROMA. Con quattordici ore di anticipo sulla scadenza di giovedì 6 agosto (ore 10), Fs e sindacati hanno raggiunto ieri sera un accordo sulla «divisionalizzazione» voluta dal presidente Demattè e per la ripresa delle trattative sul fabbisogno di personale, vale a dire sugli esuberi. E' stata concordata l'uscita di 950 dipendenti ultratrentasettenni per il 12 settembre. I pensionamenti riguardano ferrovieri che hanno maturato 37 anni di contribuzione. Una condizione - riferiscono i sindacati - posseduta da circa 4000 lavoratori delle Fs. A parte i primi mille, per gli altri, secondo l'intesa di ieri sera, la messa a riposo sarà scaglionata entro marzo '99. Comunque, in tema di personale ed esuberi, la trattativa tra Ferrovie dello Stato e sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fisafs e Sma) proseguirà per concludersi entro 1' 11 settembre. Riguardo allo scontro sulla divisionalizzazione, i sindacati sembrano soddisfatti dalle offerte dell'azienda: «Ci hanno presentato una lettera - riferisce una fonte - che accoglie le nostre richieste per la gestione unitaria della rete, ivi compresa l'alta velocità e il trasporto pubblico locale». Inoltre - secondo i sindacati - è stata accolta la richiesta di una gestione diretta di tutte le attività e i servizi di manutenzione, circolazione e manovra dei treni. «Sono soddisfatto per la ripresa delle relazioni sindacali - ha com- mentato il segretario nazionale della Fit-Cisl, Claudio Claudiani -. La ripresa delle trattative a livello nazionale e decentrato ripristina un clima necessario per arrivare a un accordo sull'applicazione del contratto nazionale di lavoro». Quanto alle Ferrovie dello Stato, hanno commentato ieri che per le Fs «si avvia concretamente la fase di ristrutturazione». «Preso atto delle risultanze dei 320 tavoli di confronto territoriale che hanno fatto emergere 950 eccedenze nette - dicono i vertici dell'ente - le parti hanno convenuto che dal 12 settembre usciranno 950 dipendenti con maggiore anzianità contributiva secondo i criteri previsti dalla Finanziaria e in applicazione degli accordi del 21 maggio sul Fondo di sostegno». Nel pomeriggio Giulio Del Bon, segretario nazionale della Ugl Ferrovie, aveva rilanciato la polemica con le Fs affermando che «non è possibile procedere con comportamenti sfacciatamente scorretti in questioni così serie e cariche di problemi come quelli che stanno investendo il sistema ferroviario nazionale». «Non ci resta - aveva concluso - che chiedere ancora una volta una commissione parlamentare d'inchiesta che dovrà fare completa luce su tutta la gestione delle Ferrovie dello Stato passata e presente e che dovrà, inoltre, indicare le basi per una concreta politica di rilan¬ cio del trasporto ferroviario». Sempre ieri l'Audiconsum ha denunciato che chiedere l'aumento delle tariffe del 19%, come fanno le Fs, non solo «non avrebbe nessun risultato positivo sul bilancio», ma rischierebbe anche di «allontanare ulteriomente i passeggeri dal servizio ferroviario, e avrebbe effetti sicuramente negativi per il rilancio dell'inflazione». L'associazione di consumatori ricorda come le stesse Ferrovie dello Stato, nella loro newsletter di luglio, «evidenziano che i ricavi tra passeggeri e merci ammontano a circa 6500 miliardi a fronte di 13.300 miliardi di costi; se a tale cifra vengono aggiunti gli ammortamenti, circa 3000 miliardi, si giunge a uno sbilancio annuo di circa 10.000 miliardi». Senza contare, scrive ancora l'Adiconsum, che «nel settore passeggeri si è avuta una flessione dell'1,6%». Alle Fs invece, secondo l'associazione, serve «una gestione meno burocratica, un deciso programma credibile per rilanciare la qualità del servizio e la sicurezza». Adiconsum, infine, si dice «contraria agli aumenti richiesti, pur graduati in 4 anni, e ritiene che le tariffe, anche nel settore delle Ferrovie dello Stato, debbano restare ancorate al tasso d'inflazione e che gli aumenti devono essere strettamente collegati a un programma per migliorare la qualità del servizio». [r. e. s.] Il presidente Fs, Demattè

Persone citate: Claudio Claudiani, Demattè, Giulio Del Bon

Luoghi citati: Roma