Trappola all'acido sulla pista da skate
Trappola all'acido sulla pista da skate Cattolica, in cella un commerciante: «Quei ragazzi usavano la mia rampa e la rovinavano» Trappola all'acido sulla pista da skate Ustionato un giovane, rischia di restare sfigurato CATTOLICA. E' rimasto nascosto nel buio dell'ex segheria, con gli occhi fissi sulla trappola, aspettando gli intrusi. Poi, all'arrivo dei 4 ragazzi che volevano utilizzare senza permesso la «sua» rampa per lo skateboard, dal soppalco, ha tirato la cordicella collegata alla vaschetta riempita di acido. Uno dei giovani - Matteo Ceccolini, 18 anni, di Gabicce - è stato investito in pieno dall'acido: è rimasto per ore in pericolo di vita e rischia di rimanere sfregiato al viso per sempre. Un altro - Daniele Arduini, 18 anni, di Gabicce -, nel tentativo di soccorrere l'amico, si è ferito alle mani (dieci giorni di prognosi). L'ideatore della spietata punizione, in carcere con l'accusa di lesioni personali gravi, è Christian Carnevali, 27 anni, commerciante all'ingrosso di materiale idraulico, domiciliato con il padre in una villa di Gradara. La trappola del micidiale marchingegno realizzato da Carnevali - un sottovaso bianco contenente mezzo litro di «Dissol» (liquido a base di soda caustica usato dagli idraulici per sturare i tubi) appoggiato su un asse di legno inclinato sopra la porta e collegato a un filo da pesca - è scattata verso le 22,30 di martedì, in una falegnameria abbandonata nel centro di Cattolica. Qui Carnevali ha allestito, all'interno di uno stanzone e con il consenso del proprietario della segheria, una rampa in legno per le evoluzioni con lo skateboard. La struttura, nata per l'allenamento di Carnevali e dei suoi amici, da qualche tempo è diventata meta dei ragazzini della zona, patiti di skate e rollerblade, con il risultato che sulla «parabola» si presentano graffi e segni di usura. Per punire quelle incursioni che lui riteneva abusive il commerciante di Cattolica ha teso la terribile trappola. Una volta lasciato il filo - mentre Matteo, investito dall'acido, si piegava sulle ginocchia, lasciava cadere lo skate e urlava per le bruciature -, Carnevali si è allontanato in fretta dall'ex segheria senza farsi notare per raggiungere gli amici al bar. Quando è tornato a casa, in moto, verso l'una di notte, ha trovato ad aspettarlo i carabinieri di Cat¬ tolica. Prima ha negato ogni addebito. Poi, davanti all'atteggiamento del maresciallo Antonio Giustini, che si è finto comprensivo («Hai esagerato un po', ma dicci almeno che acido hai usato perché il ragazzo è gravissimo»), Carnevali ha confessato. Il motivo? La gelosia per la rampa. «Quelli mi rovinano la pista, entrano senza permesso, ma non pensavo di fargli così male», ha provato a giustificarsi. Il suo avvocato, Domenico Marchionni, parla di «una leggerezza fatta da un ragazzo irreprensibile», mentre il padre, vedovo, è distrutto: «Non riesco a spiegarmi ha detto - che cosa sia passato per la testa di mio figlio, un ragazzo che odia la violenza». Anche gli amici lo descrivono come un bravo ragazzo tranquillo, di famiglia benestante, con la passione per i motori (a 18 anni girava con la Ferrari del padre). Oggi è previsto l'interrogatorio davanti al gip. Il magistrato che indaga - il sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Paolo Gengarelli - ha chiesto per Carnevali la convalida dell'arresto per lesioni gravi con concessione degli arresti domiciliari e una perizia medica, in incidente probatorio, sul ferito più grave. L'esame servirà per accertare se l'acido abbia provocato sfregi permanenti al viso. Matteo Ceccolini, completamente bendato, è in una stanza sterile dell'ospedale di Cesena. Neppure ai genitori è stato permesso di avvicinare il ragazzo e solo ieri i sanitari hanno sciolto la prognosi: 40 giorni. Il Dissol l'ha ustionato nel 36 per cento del corpo, in particolare alle spalle e al volto. Lo attende un calvario di mesi e forse di anni per ricostruire fin dove possibile i tessuti danneggiati. Andrea Rossini Lo skateboard di Daniele Arduini, ustionato dall'acido nella pista ricavata in una ex segheria
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