«Uccisa dalla garza dimenticata nell'addome»
«Uccisa dalla garza dimenticata nell'addome» Palleggio di responsabilità fra 3 ospedali lombardi. I medici: «Appuriamo la vera causa del decesso» «Uccisa dalla garza dimenticata nell'addome» Inchiesta sulla morte di una donna operata più volte per un tumore CREMONA. Di ospedale in ospedale, ma la processione della speranza l'ha portata alla morte. E all'origine del decesso potrebbe non esserci il tumore contro il quale da tempo stava lottando. Bensì un errore umano. Nell'addome le è stata trovata una lunga garza, «ricordo» di un'operazione subita in precedenza. La garza le ha procurato un'infezione che, estendendosi, si sarebbe rivelata letale. L'episodio di malasanità è successo in Lombardia e vede coinvolti due ospedali che, fatto ancora più amaro, si stanno addossando le responsabilità l'un l'altro: Pavia e Cremona. Vittima una donna di Codogno, Maria Visicalli Frigoli. La signora aveva iniziato a sentirsi male nel '96. Le visite a cui si era sottoposta avevano portato ad una conclusione impietosa: tumore all'intestino. Ricovero all'ospedale di Cremona ed intervento riuscito perfettamente, almeno all'apparenza. Ma qualche mese dopo la donna aveva accusato nuovi dolori. Altro ricovero, stavolta però al Po- liclinico San Matteo di Pavia e nuova operazione. In un primo momento la signora, sessantenne, aveva cominciato a stare bene. Poi la situazione era nuovamente peggiorata ed era tornata al San Matteo per una lunga degenza. Una volta dimessa, nella sua casa di Codogno la donna non era però riuscita a riprendersi. Un'altra puntata a Pavia e poi il ricovero nella vicina Casalpusterlengo. Curata con una terapia di antibiotici per un'infezione, era stata nuovamente dimessa ed aveva fatto ritorno a casa. Ma, nonostante le cure, non aveva mostrato segni di miglioramento. I dolori all'intesti¬ no continuavano ad essere lancinanti. Così i parenti avevano deciso di tornare a Cremona. Il resto è, purtroppo, storia recente. I medici del reparto di chirurgia 2 hanno sottoposto la donna ad una risonanza magnetica per scoprire il motivo dei forti dolori. E l'esame ha evidenziato la presenza di un corpo estraneo nella zona del fegato. I medici hanno deciso di intervenire immediatamente e, tra lo stupore generale, hanno scoperto che il corpo estraneo era un ricordo di un'operazione precedente: una lunga garza. La garza aveva causato un'estesa infezione. Le cure non hanno, però, salvato la donna, che dopo oltre un mese di ricovero è morta. Adesso il caso è nelle mani della magistratura cremonese, a cui la direzione sanitaria dell'ospedale ha inviato una relazione dettagliata. Le indagini sono portate avanti dal sostituto procuratore Concetta Gintoli, che ha chiesto alle forze dell'ordine di acquisire le cartelle cliniche negli ospedali di Pavia, Casalpusterlengo, Cremona, e che è alla ricerca di periti per le consulenze tecniche. L'ospedale cremonese si professa innocente. Ma anche il San Matteo di Pavia respinge le accuse. Il direttore sanitario Giovanni Azzaretti ci tiene a ricordare che, prima di essere ricoverata nel '96 a Pavia, la donna «era stata operata a Cremona per un tumore intestinale. Inoltre, sembra che la signora dopo l'intervento subito da noi abbia goduto di un lungo periodo di benessere». Azzaretti non vuole pronunciarsi ed aspetta ora il verdetto della magistratura. «Toccherà a chi si occupa del caso stabilire se la garza è stata dimenticata a Cremona o Pavia». Ma per il direttore sanitario pavese la cosa più importante sarà «appurare la vera causa del decesso. Perché rappresenta un risultato clinico di grande rilievo il fatto che una paziente con un tumore maligno al colon, con voluminosa metastasi epatica precoce, sia sopravvissuta al male per tre anni». Carlo Annovazzi
Persone citate: Azzaretti, Carlo Annovazzi, Concetta Gintoli, Cremona, Giovanni Azzaretti, Maria Visicalli Frigoli
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