Kabila sempre più solo

Kabila sempre più solo Il ministro degli Esteri fugge e si unisce alle truppe ribelli Kabila sempre più solo Congo, si estende la rivolta dei tutsi KINSHASA. Si estende verso Ovest la rivolta militare tutsi contro il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Laurent Desire Kabila. Fonti delle Nazioni Unite a Nairobi hanno infatti reso noto che l'importante città centrale di Kisangani e la vicina Kitona sono «cadute in mano ai ribelli» Banyamulenge - i tutsi congolesi originari del Ruanda - e che sparatorie si sono registrate nella notte nella capitale Kmshasa. Kisangani è la terza città del Paese e controlla il corso navigabile del fiume Congo fino a Kinshasa. La ribellione è scoppiata domenica scorsa nell'Est dell'ex Zaire dopo la decisione di Kabila di espellere i soldati ruandesi che lo avevano portato nel maggio 1997 sul tro- no dello scomparso dittatore zairese Mobutu Sese Seko. Il leader ribelle Arthur Zahidi Ngoma ha dichiarato a Goma alla «Voce del Popolo» che «la rivolta non è Banyamulenge, né ruandese, ma di tutti i congolesi stufi del regime dispotico e corrotto che ha tradito gli ideali per i quali avevano combattuto» contro Mobutu. Ngoma era stato incarcerato per tradimento ad aprile insieme al generale mobutista Masasu Lindaga e all'esponente dell'opposizione Joseph Olenga N'Koye, e poi era riparato in Belgio. Ieri un ex capo dei servizi segreti di Kabila ha detto alla «France Presse» che Kabila nel 1996 aveva promesso di lasciare la regione del Kivu, nell'estremo Est del Paese, ai Banyamulenge. Informazione questa smentita ufficialmente da un portavoce di Kabila. Secondo Pascal Tshipata Mukeba, che all'epoca era capo dei servizi segreti delle forze di Kabila nel Sud Kivu e attualmente si trova a Nairobi, Kabila aveva fatto questa promessa in un accordo firmato il 23 ottobre 1996 a Lemera, località tra Bukavu e Uvira nel Sud Kivu, prima di conquistare il potere. «Il Kivu vi sarà consegnato quando avremo liberato tutta la Repubblica», affermava tale accordo, secondo Tshipata Mukeba. Secondo lui, la ribellione militare iniziata domenica nel Kivu mira a far rispettare quell'accordo. Il documento in questione, secondo la fonte, era stato firmato da Kabila - che si accingeva a lanciare la rivolta armata contro il regime del dittatore zairese Mobutu Sese Seko - e da un rappresentante dei Banyamulenge, Deogratias Bugerà. Lo stesso Bugerà, che è ministro per gli Affari Presidenziali congolese, ieri ha lasciato improvvisamente Kinshasa insieme al ministro degli Esteri Bizima Karaha, anch' egli Banyamulenge. Karaha ha an¬ nunciato di essersi unito ai ribelli accusando Kabila di corruzione e nepotismo. Ieri il quotidiano di Kinshasa «Forum» ha scritto che i Banyamulenge tentarono di uccidere due volte Kabila. Il primo tentativo risale al 17 maggio quando, nello stadio centrale di Kinshasa, si tenevano le celebrazioni del primo anniversario della vittoria dell'Alleanza delle Forze Democratiche di Liberazione del Congo, quella che portò Kabila al potere. L'arrivo del capo di Stato fu rinviato perché il servizio di sicurezza scoprì un'imboscata preparata dai tutsi ruandesi, fino ad allora arruolati come «collaboratori stranieri» nell'esercito congolese. Nell'occasione furono arrestate diverse persone armate di missili anticarrro. Kabila fu costretto a cambiare percorso e la cerimonia si tenne con 4 ore di ritardo. Da Washington arriva agli statunitensi l'invito ad abbandonare il Congo. Secondo le autorità americane, gli statunitensi «corrono il rischio di essere attaccati o rapiti». [e. st.] Un quotidiano rivela «In pochi mesi falliti due attentati contro il Presidente» Gli Usa ordinano agli americani di lasciare il Paese Un militare fedele al presidente Kabila interroga un gruppo di prigionieri in un campo della capitale Kinshasa