Monica parla, Clinton sulla graticola di Franco Pantarelli

Monica parla, Clinton sulla graticola Oggi la ragazza testimonia davanti al Gran Giurì, ieri torchiato l'avvocato della Casa Bianca Monica parla, Clinton sulla graticola I sondaggi sempre favorevoli al Presidente in pochi seguono lo scandalo su tv e giornali NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il giorno di Monica Lewinsky è arrivato. Oggi la ragazza va davanti al gran giurì per rispondere alle domande del procuratore Kenneth Starr e questa sera, è da supporre, alla Casa Bianca i volti già non precisamente giulivi che si sono visti nei giorni scorsi saranno ancora più scuri. Ciò che lei dirà è in pratica già noto: sì, fra me e il Presidente c'è stata una relazione sessuale. Ma soltanto oggi, dopo che le avrà dette davanti al gran giurì, quelle sue parole finiranno davvero «agli atti» del procedimento e acquisteranno quindi il loro valore legale. A questa occasione, si dice, la ragazza, i suoi avvocati e gli uomini di Starr si sono preparati con molta cura per almeno gli ultimi sette giorni, provando e riprovando domande e risposte come degli attori che sanno di doversi esibire davanti a un pubblico molto esigente. Per Starr, dice chi con quelle prove ha avuto a che fare, è importante che dalla deposizione di Monica esca fuori non solo l'ammissione pura e semplice che i rapporti sessuali con Clinton ci sono stati, ma anche «l'atmosfera» in cui le cose si sono svolte. «Dove eravate esattamente?», «La porta era aperta o chiusa?», «E' mai capitato che Clinton dicesse: "Sono il Presidente degli Stati Uniti"?», sono alcune delle domande che gli uomini di Starr rivolgeranno a Monica, affinché emerga chiaro che la giovane si è sentita «schiacciata» dall'immenso potere con cui era venuta in contatto. Non, probabilmente, per dimostrare che di fatto sia stata «costretta a starci», ma per sostenere che, data la situazione, anche se nessuno le ha chiesto esplicitamente di mentire lei si è comunque sentita in dovere di farlo. Insomma un caso di «oggettiva subornazione di teste», che Starr a quanto pare vuole impostare, visto che l'unica cosa che Monica non gli ha fornito, quando hanno fatto l'accordo sull'immunità, è stata proprio l'ammissione di avere subito «esplicite pressioni». Ma a parte quello, Monica sembra avergli fornito proprio tutto. Non solo, si è saputo, il famoso «vestito macchiato» (il quale sembra che abbia già superato il primo esame e ora si trovi in un altro laboratorio dell'Fbi per il secondo), ma anche una fotografia in cui lei e Clinton appaiono insieme e sul cui retro lui avrebbe scritto una dedica «molto personale», secondo l'espressione usata dalla rete televisiva Cbs che ha rivelato la cosa. Se dovesse risultare vero, questo particolare della foto potrebbe togliere a Clinton l'unica cosa che ancora gli rimane: i sondaggi a favore. La maggioranza è disposta a perdonargli la storia del sesso, dicono infatti vari analisti, ma non è detto che sia disposta a perdonargli la leggerezza di seminare prove in questo modo, lui che oltretutto è noto per la sua furbizia. Nel frattempo, comunque, i sondaggi continuano a dire che alla gente Clinton sta bene così com'è, anche se forse il loro dato più significativo sta nell'interesse che questa storia suscita. Solo il 29 per cento degli americani segue le vicende Monica-Clintonsesso in tv, vale a dire la stessa cifra di aprile e maggio. In pratica, il putiferio scatenato dalla decisione di Monica di «collaborare» e dal «sì» di Clinton ad andare a deporre davanti a Starr il 17 agosto non hanno fatto guadagnare neanche un punto di «audience». Ieri, intanto, a deporre c'è andato Lanny Breuer, uno degli av • vocati di Clinton per cui la Casa Bianca aveva invocato il «privilegio della confidenzialità» ed era stata sconfitta. Il suo ruolo è quello di responsabile del «controllo delle operazioni a rischio», il che vuol dire che se la Casa Bianca ha deciso una strategia per «coprire» la facenda di Monica (e quindi di ostacolare la giustizia), l'uomo incaricato di metterla in pratica era lui. E' per questo che Starr lo ha voluto sentire prima ancora di Bruce Lindsey, il maggiore confidente di Clinton. Franco Pantarelli Il super-procuratore cercherà di farle dire di aver subito «esplicite pressioni» La stagista avrebbe dato a Starr una foto con una dedica compromettente Monica Lewinsky mentre sta per entrare nell'ufficio del suo avvocato a Washington Sopra il consigliere legale della Casa Bianca Lanny Breuer A destra Helena Christensen

Luoghi citati: New York, Stati Uniti, Washington