E' il Giubileo il loro obiettivo di Giovanni Bianconi

E' il Giubileo il loro obiettivo E' il Giubileo il loro obiettivo L'antiterrorismo: sono pochi, ma pericolosi RETROSCENA LA LOTTA ALLE ISTITUZIONI SROMA ONO azioni contro il dialogo e contro chi cerca di allacciare contatti col mondo dell'estremismo giovanile. Dopo il magistrato e il giornalista dichiaratamente «nemici», infatti, i pacchibomba hanno preso la via degli esponenti politici della sinistra più disponibili al confronto con i centri sociali e le realtà limitrofe. Gli esperti dell'anti-terrorismo l'avevano già spiegato ai piani alti del Viminale, e la scoperta del pacco-bomba inviato a Giuliano Pisapia (dopo quello al consigliere regionale verde del Piemonte Cavaliere) confermerebbe questa ipotesi. Da ieri, come immediata conseguenza, gli uffici competenti sono stati allertati ad aumentare la vigilanza nei confronti degli esponenti politici - locali e nazionali che stanno battendo la via del dialogo. Cavaliere e Pisapia visitarono in carcere, a luglio, l'anarchico Silvano Pelissero, compagno dei due suicidi Edoardo «Baleno» Massari e Maria Soledad; ma non erano soli, e gli altri componenti della delegazione vengono ora considerati possibili obiettivi di futuri pacchi-bomba. Secondo la mentalità anarchica più estrema sono uomini delle istituzioni che, come tali, vanno rifiutati a prescindere dalla collocazione politica. Ancora ieri, un gruppo di Torino ha mandato a dire via Internet: «Non c'è nulla su cui dialogare. Per noi un politico è un politico, nulla più e nulla meno». Le informative della polizia di prevenzione sono da tempo sui tavoli delle procure interessate, e ieri una nuova è stata recapitata al ministro dell'Interno. E' lì che si parla della strategia anti-dialogo perseguita da gruppi che, come spiega il direttore del Servizio antiterrorismo Marcello Fulvi, «non vanno confusi con le formazioni anarchiche tradizionali. 1 gruppi che si riconoscono nella Fai, la Federazione anarchici italiani, hanno da tempo isolato ed espulso la componente anarco-insurrezionalista che legittimava l'uso della violenza e singole azioni terrori¬ stiche». I gruppi anarchici e gli squatter più «arrabbiati» - e però anche marginali rispetto al resto del fenomeno - che potrebbero nascondersi dietro i pacchi-bomba trovano le loro origini nel filone ecoterrorista nato alla fine degli Anni Ottanta con gli attentati ai tralicci. Allora circolava una pubblicazione tedesca su come confezionare gh ordigni che fu ristampata dalla rivista «(Anarchismo e provoc-azione»; oggi indicazioni concrete sui pacchi-bomba si possono trovare nel «Manuale dell'anarchico esplosivista» messo in giro nella primavera del 1996 e riproposto dalla rivista «Cane nero», espressione delle frange più estremiste degli squatter. Lì vengono ùllustrati, con tanto di disegni, tre tipi di ordigno col sistema della lampadina e della batteria, dal più semplice al più sofisticato; i 4 pacchi-bomba mandati in giro sarebbero stati confezionati col secondo sistema consigliato, lampadina e fiammiferi nel meccanismo di innesco. Copie del «Manuale» sono state trovate anche durante alcune perquisizioni a persone sospettate di appartenere ai gruppi anarchici estremisti. «Il problema della pericolosità dice ancora Fulvi - sta nel fatto che pur essendo una frangia limitata nell'arcipelago dell'anarchismo, è costituita da elementi che hanno le capacità tecniche per costruire ordigni con materiale oi facilissima reperibilità. Sanno mettere insieme elementi che si possono trovare ovunque, e quindi basta poco e basta essere pochi per diventare pericolosi». E' sufficiente andare in un grande magazzino o dal ferramenta per acquistare ciò che serve a mettere insieme un pacco-bomba. Le prime perizie hanno dismotrato che tutti e quattro gh ordigni inviati finora erano in grado di esplodere, e quindi recare seri danni alle persone. Ma qual è la consistenza della strategia anti-dialogo? «Bisogna vedere se siamo di fronte a un momento di contrapposizione ancora legato ai due suicidi di Torino - risponde il capo dell'Antiterrorismo - o se c e una pianificazione più a lungo termine». Per adesso si ritiene più plausibile la prima ipotesi, ma nulla viene dato per scontato. Dai calcoli - necessariamente approssimativi, anche se nei rapporti riservati ci sono già dei nomi e cognomi - degli investigatori, l'ala oltranzista del movimento anarchico e squatter conterebbe non più di qualche decina di persone, che si muovono prevalentemente sull'asse Roma-Torino. E poco o nulla avrebbero che fare coi Centri sociali più tradizionali, dove invece s'è da tempo instaurato un canale di dialogo con alcuni esponenti della sinistra; non a caso, ieri, sono arrivate molte dissociazioni dal pacco-bomba destinato a Pisapia, anche dai Centri di Roma e Torino. Nel mirino dei «duri», però, non ci sono solo gh uomini delle istituzioni. Seguendo un altro filone della tradizione anarchica, un obiettivo è anche la Chiesa cattolica. Di qui l'allerta per quando fu esposta la Sindone a Torino, di qui gli attacchi alle opere d'arte nelle chiese. Di qui, soprattutto, l'allarme per il Giubileo. Nelle pubblicazioni che circolano tra gli «arrabbiati» s'è già scritto della possibilità di creare tensione e distubare l'evento del 2000, considerato una forma di speculazione economica da parte della Chiesa dipinta come «struttura di potere» da combattere. «Che ci vuole a danneggiare i pneumatici dei pullman dei turisti?», hanno potuto leggere i destinatari di quelle pubblicazioni, tanto per dirne una. Ma è ovvio che, per il Giubileo, gli obiettivi potrebbero diventare migliaia, e molto più seri delle ruote dei pullman. Giovanni Bianconi L'anarchico Silvano Pelissero: è agli arresti domiciliari

Persone citate: Fulvi, Giuliano Pisapia, Marcello Fulvi, Maria Soledad, Pisapia, Silvano Pelissero

Luoghi citati: Piemonte, Roma, Torino