Catena di attentati di G. Bis.
Catena di attentati Catena di attentati Nel '97 in Val di Susa il debutto della sigla TORINO. Una «molotov» contro il portale della chiesa (vuota) di Giaglione, in Val di Susa: è il 10 marzo 1997 quando compare per la prima volta la firma «Lupi grigi» nella telenovela dei microattentati contro l'Alta velocità. Ma l'organizzazione turca neonazista alla quale apparteneva Ali Agca, l'attentatore del Papa, non c'entrava nulla. Nel volantino che venne trovato affisso alla porta secondaria della chiesetta si faceva riferimento ad un'altra firma - «Valsusalibera» - comparsa in precedenti attentati. Ma anche a altre organizzazioni che costituiscono il Gotha del terrorismo internazionale: Tuppakamaru, Ira e Età. Quasi per nobilitarsi. Dice lo scritto dei Lupi grigi: «Con tutti i popoli in lotta, kontro tasse, Stato, Tav-Fs, Telecom, Rai-tv, Capitalcomunismo, finte democrazie, Europaunita, chiese, scuole, mafia, caserme, Fiat». Il 9 aprile viene danneggiato il cavo ottico della Telecom a Vernetto di Chianocco e si trovano altri volantini dei Lupi grigi: è forse il colpo più «mirato» di tutta la serie, sia per le conseguenze (le linee telefoniche restarono bloccate per diverse ore), sia perché denota una buona conoscenza del sistema delle telecomunicazioni in Val di Susa. Il 20 maggio alla stazione di Meana uno scritto fotocopiato inneggia «agli eroi di piazza San Marco» (gli assaltatori leghisti poi condannati per l'attacco alla basilica veneziana). Il 2 novembre, a Vaie, è la volta di un nuovo documento con una serie di confuse tematiche secessionistiche e anarcoidi. In altri volantini sequestrati a Silvano Pellissero dalla polizia stradale durante un controllo casuale compaiono frasi del leghismo più estremista: «Prendere immediatamente le armi contro la dittatura romana». Per quanto riguarda il livello di pericolosità degli attentati in Val di Susa, nessuno degli ordigni rivendicati dai Lupi grigi aveva effetti dirompenti: si è trattato solo di piccoli sabotaggi dimostrativi. Più per fare immagine che per distruggere. [g. bis.]
Persone citate: Ali Agca, Lupi, Silvano Pellissero, Vernetto
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