LA STESSA ROTTA DEL TITANIC di Mario Deaglio

LA STESSA ROTTA DEL TITANIC LA STESSA ROTTA DEL TITANIC LE vicende finanziarie mondiali degli ultimi mesi assomigliano un poco a quelle dell'affondamento del Titanic. Come la grande nave per il suo primo e unico viaggio attraverso l'Atlantico, così anche, un paio d'anni fa, il nascente mercato finanziario mondiale è salpato, carico di ottimismo e di euforia, per l'avventura della globalizzazione. Il Titanic avvistò un grosso iceberg, un fatto prevedibile ma che colse tutti di sorpresa, in un'atmosfera scarsamente vigile, intrisa di incosciente allegria, con l'orchestra che continuò a suonare fino alla fine. Il mercato finanziario mondiale, dal canto suo, ha trovato sul suo cammino la crisi asiatica e successivamente quella giapponese, due sviluppi ampiamente prevedibili nella loro gravità ma costantemente minimizzati per una fiducia dogmatica in un'espansione destinata a durare indefinitamente, mentre, in molte parti del mondo, le note di ammirazione acritica per i vantaggi del mercato non sembrano spegnersi mai. Il grande transatlantico non era costruito in maniera perfetta e, pur avvistando chiaramente l'ostacolo, non riuscì a fermarsi in tempo e a virare di bordo. Anche i mercati finanziari mondiali mostrano numerosi difetti nei loro sistemi di direzione e di controllo e sono mesi ormai che l'iceberg asiatico si avvicina e assistiamo a un incredibile balletto di riunioni, dichiarazioni, tentativi di rivitalizzare l'economia giapponese senza che la rotta venga adeguatamente corretta. Per questo, le Borse hanno smesso di salire, si avvitano in brevi cadute, sempre più intense, poi «tamponate» in un'atmosfera di nervosismo crescente. Una di queste cadute ha scosso i mercati finanziari all'inizio della settimana, quando, alle condizio- Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA