Allarme bomba, centro bloccato per tre ore
Allarme bomba, centro bloccato per tre ore La terza busta esplosiva indirizzata in Regione riapre la polemica. Carpanini: evitiamo reazioni sbagliate Allarme bomba, centro bloccato per tre ore E il Poh: il Comune chiuda i centri sociali degli squatter La città ha vissuto un'altra giornata di paura, dopo i disordini e le manifestazioni causate dagli squatter che ormai da cinque mesi stanno provocando tensioni a Torino. Per il terzo pacco bomba, indirizzato questa volta ad un esponente politico, il consigliere regionale dei Verdi Pasquale Cavaliere, il centro è rimasto bloccato a lungo, ieri, a partire dalla 15. Traffico paralizzato, vie transennate intorno al palazzo della Regione che ospita i gruppi politici, in via Santa Teresa. Auto della polizia, dei carabinieri, dei vigni urbani e del fuoco, decine di ambulanze hanno fermato il cuore della città in attesa dell'arrivo degli artificieri. E solo verso le 18, una volta disinnescato l'ordigno, è tornata la calma. Il bilancio di ieri, comunque, conta tre bombe disinnescate, ma una quarta, sicuramente, esplosa: quella del nuovo caso politico scatenato dal binomio amministrazione e squatter. Ad alimentare le polemiche è stato il fatto che ieri, per la prima volta, il nuovo bersaglio dei pacclii esplosivi fosse un «uomo del dialogo» da sempre impegnato per non spezzare il debole filo che unisce ancora i giovani dei centri sociali alle istituzioni. E le reazioni del mondo politico, al di là della condanna scontata del gesto, spaziano dall'invito al «non fare di ogni erba un fascio» sino alla richiesta di «usare finalmente la mano forte: e chiuderli per sempre, i centri sociali». In mezzo a questi due estremi c'è pure chi, come l'assessore al Bilancio di Rifondazione comunista Stefano Alberione teorizza l'estraneità degli squatter a questi atti intimidatori: «Forse che questi attentati sono stati rivendicati? Forse che qualcuno può dimostrare da dove effettivamente arrivano? E se si trattasse di una manovra dei servizi segreti per intorbidire le cose?». Opposta la linea del Polo, con An e Forza Italia che insieme chiedono più determinazione per risolvere il problema e quindi la chiusura dei centri sociali, edifici pubblici occupati dagli squatter. «Si seppellisce definitivamente quella possibilità di dialogo che taluni, non certo noi, ingenuamente o per calcolo politico avevano prospettato. Non resta che adottare la linea delia intransigente fermezza» ha dichiarato Raffaele Costa (fi). Secondo il vicesindaco Domenico Carpanini, invece, sono proprio queste le reazioni da evitare: «Più che mai in momenti come questo è indispensabile distinguere la vio- lenza pura, quella da condannare fermamente, dall'espressione del disagio o dell'antagonismo giovanile». Il capogruppo dei Verdi Silvio Viale, invece, spiega: «E' chiaro che qualcuno, forse contiguo al mondo dei centri sociali, vuole alzare il tiro. Ci vuole fermezza nel ribadire la distanza da certi comportamenti, ma bisogna pur saper distinguere». E il capogruppo ds Alberto Nigra: «Avevamo sempre detto di essere favorevoli al dialogo se ve ne fossero state le condizioni: ma questa escalation di violenza ci pone inquietanti dubbi su che cosa si dovrà fare per il futuro: rifiutiamo comunque qualsiasi tipo di generalizzazione». Anche il presidente del Consiglio comunale Mauro Marino sostiene che la politica del dialogo non ha dato, finora, i risultati che ci si augurava: «Adesso bisogna verificare attraverso le indagini se esistano nei centri sociali degli elementi di contiguità con questi fatti. In quel caso andrebbero immediatamente chiusi». Il presidente del Consiglio regionale Sergio Deorsola, infine, commenta: «E' una vicenda incredibile: quanto successo deve essere combattuto con fermezza». [e. min.] Traffico paralizzato in centro dopo la scoperta della bomba inviata a Pasquale Cavaliere (sotto), negli uffici del gruppo regionale
Persone citate: Alberto Nigra, Carpanini, Domenico Carpanini, Mauro Marino, Pasquale Cavaliere, Raffaele Costa, Sergio Deorsola, Silvio Viale, Stefano Alberione
Luoghi citati: Torino
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