Verdone e il pessimo quarantenne di Fulvia Caprara
Verdone e il pessimo quarantenne Con «Gallo cedrone», nelle sale il 16 ottobre, l'attore ritorna alle vecchie acrobazie Verdone e il pessimo quarantenne «Il mio Armando, egoista ed infantile» ROMA. L'epopea tragicomica di un quarantenne di oggi, per nulla «splendido» come quello morettiano, ma piuttosto incapace di crescere, preda com'è di imo «sbandamento che lo rende infantile e superficiale»: con il nuovo film «Gallo cedrone», in arrivo il 16 ottobre sugli schermi italiani, Carlo Verdone torna alle sue acrobazie d'attore, ai mille personaggi e ai mille travestimenti che, da «Un sacco bello» a «Viaggi di nozze», gli hanno sempre procurato i più grandi successi di pubblico. «Dopo "Sono pazzo di Iris Blond" - racconta -, sono stato a riposo per due anni fino a quando ho sentito la voglia di tornare a esplodere come attore». Così è nato il personaggio di Armando Feroci, uno di quegli individui che «vivono correndo, senza fermarsi mai, perché sanno che se lo fanno finisce che si sparano». Feroci, dice ancora Verdone, è «un quarantenne con la testa di un ventenne, attaccato alle mode, sempre alla ricerca dell'idea per "svoltare"». La ricostruzione della sua vita e delle sue manie, da quella di essere imparentato con la famiglia di Elvis Presley a quella per «d'acchiappo» facile, spesso con risultati disastrosi, avviene nel film attraverso una serie di flash-back che corrispondono ai racconti delle persone che hanno avuto a che fare con Feroci nell'arco di circa diciassette anni. «Interpreto un solo personaggio spiega l'attore - ma è come se ne facessi tanti». E questo perché, seguendo epoche e mode, Feroci cambia continuamente pelle fino a vivere, in seguito a un grave incidente, una profonda crisi spirituale che lo porterà a cambiare la sua esistenza e a diventare nientedimeno che un volontario della Croce Rossa. Ma nel Paese arabo in cui svolge la sua missione, Feroci viene fatto prigioniero e condannato a morte da un gruppo di ribelli islamici. La notizia arriva in Italia e provoca manifestazioni di piazza fino al momento in cui si viene a sapere che cosa è esattamente successo al protagonista. «Nel tratteggiare il personaggio insieme con gli sceneggiatori Pasquale Plastino, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi spiega Verdone - ho ripensato molto a certe figure degli Anni 60 perché trovo che il periodo attuale abbia parecchie somiglianze con quello, anche se oggi c'è molto più cinismo. In Italia, in effetti, di galli cedroni ce ne sono tanti: irresponsabili, sempre pronti a sdrammatizzare e a tirare a campare». Solo una volta nella sua vita Feroci prova a fare qualcosa per un'altra persona, per Martina (Regina Orioli), la giovane moglie non vedente di suo fratello Franco. Ma è proprio durante la loro fuga irresponsabile alla ricerca di emozioni e divertimenti, che capiterà l'episodio clou della vita del protagonista. «Ho visto Regina - spiega l'autore - nel film di Paolo Virzì "Ovosodo" e ho subito notato che esprimeva con molta naturalezza certi tratti riscontrabili in tanti ragazzi di oggi. Durante le riprese, poi, ho verificato che è un'attrice per nulla impostata, attenta e dotata di grande ironia. Lanciare nuovi volti femminili è sempre stata una mia caratteristica». DopG aver girato nel deserto del Sahara, sul litorale tirrenico, nella periferia romana, a Ostia, Viterbo e anche sull'Etna, Verdone è ora impegnato nel montaggio della pellicola che avrà musiche firmate da Fabio Liberatori. I pochi minuti presentati ieri in anteprima alla stampa fanno pensare che «Gallo cedrone», così come è accaduto per «Viaggi di nozze», lancerà slogan e modi di dire. La prima defmzione che resta impressa è quella delle «chiappe chiacchierate»: magari non proprio elegantissima, ma di certo efficace. Quanto al titolo, Verdone, che ha di- chiarato di recente e ieri ha ripetuto di essere contrario aU'immunità parlamentare e di ammirare la semplicità con cui l'ex segretario del Psdi Pietro Longo ha saputo pagare per i suoi errori e poi farsi da parte in silenzio, fornisce una precisa spiegazione. «Il gallo cedrone - dice è un gallo molto sgraziato e vanitoso che, quando canta, tiene gli occhi chiusi e quindi diventa facile preda dei cacciatori. Ma era anche il modo con cui mia madre mi chiamava quando i miei capelli stavano un po' troppo alzati sulla testa». Entusiasta di Valeria Bruni Tedeschi, del film di Virzì «Ovosodo» e del coraggio mostrato da Benigni con «La vita è bella», Verdone ci tiene a far sapere di non essere mai stato in polemica con Pieraccioni e spera di poter partecipare alla prossima Mostra del Cinema di Venezia per rendere omaggio a Alberto Sordi, «un atto dovuto nei confronti di una persona che stimo molto». Fulvia Caprara Regina Orioli e Carlo Verdone in una scena del film «Gallo cedrone». La giovane attrice lanciata da «Ovosodo» interpreta il ruolo di una ragazza non vedente
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