Luisella Boni salva Woody Allen di Osvaldo Guerrieri

Luisella Boni salva Woody Allen La commedia «Pallottole su Broadway» in prima mondiale al Festival di Borgio Verezzi Luisella Boni salva Woody Allen Una New York Anni 20 con le musiche di Lino Patruno BORGIO VEREZZI DAL NOSTRO INVIATO Il ciclico pescaggio dal serbatoio drammaturgico di Woody Alien (in genere meno divertente e più ingenuo del suo cinema) ha fatto affiorare quel largo sberleffo meta-teatrale costituito da «Pallottole su Broadway», noto fino ad ora nella sola versione cinematografica. Ed è con giustificabile orgoglio che i responsabili della messa in scena inalberano, quasi come un colophon gentilizio, la scritta «prima mondiale». Il debutto al festival di Borgio Verezzi, come ormai sapete, è stato messo in pericolo dall'incidente occorso a Lia Tanzi, che ha costretto la produzione a convocare in tutta fretta Luisella Boni, obbligandola a provare in quattro giorni una parte per la quale occorrerebbero ben altri tempi. Ma la signora Boni, che non ha perso un grammo dell'antica grazia, ha saputo far fronte all'emergenza con una generosità e un professionismo ammirevoli. Non solo ha imparato a memoria la parte, ma ha anche saputo dar fisionomia al suo personaggio, un'attrice in crisi di successo, molto legata alla bottiglia, che accetta di interpretare la commedia di uno sconosciuto. Il quale ha trovato la via del palcoscenico grazie al finanziamento di un mafioso, la cui amica ha un solo desiderio: recitare. Utilizzando la tecnica del teatro nel teatro, Woody Alien ci racconta quel che accade ai singoli personaggi nella vita e sulla scena; e ci mostra le prove tormentatissime dello spettacolo. La commedia del giovanotto è cervellotica, caotica, contraddittoria: una schifezza sentenzia Cheech, un killer senza rimorso che il mafioso ha messo alle costole della propria bella. Assistendo dalla platea alle prove, Cheech sbotta, interviene, propone cambiamenti e provvede di sua mano a riscrivere l'intera commedia. Che sarebbe davvero magnifica, se non avesse nel cast la pupa del gangster, per la quale la recitazione è un mistero impenetrabile. Cheech, che ormai tiene morbosamente allo spettacolo, uccide la ragazza. Ma per lui il Paradiso non può più attendere. New York Anni 20, il charleston che le musiche di Lino Patruno evitano saggiamente di citare, il trionfo degli abiti déco. E Woody Alien che sparge battute e nevrosi a mano aperta. Il drammaturgo David è il suo ritratto, mentre gli altri personaggi sono le figurine della sua personale mitologia. E bisogna dire che il regista Enrico Maria Lamanna pone molta cura nel farle vivere all'interno di una commedia ellittica e quasi priva del protagonista assoluto. «Pallottole su Broadway» dà infatti spazio a tutti, e tutti mostrano di utilizzarlo nel modo migliore, a cominciare da Luisella Boni e continuando con Alessandro Marrapodi (l'agitatissimo David); Pietro De Silva, ottimo nei panni accomodanti dell'impresario; Gianni Ferreri, che caratterizza con misura un boss di parlata napoletana; Gerardo Amato, che interpreta un attore affetto da bulimia. Una parola a parte meritano Giuseppe Pambieri e l'esordiente Angelica Russo. Pambieri è un Cheech godibilissimo, di parlata siciliana e di cuore grande, sia quando uccide sia quando dà una mano a salvare la commedia. Il suo ritratto di cattivo senza cattiveria è irresistibile. La Russo ha per sé una parte difficilissima, quella dell'oca rompiscatole e dell'attrice che non deve saper recitare. E' stata bravissima. Ascoltatela quando finge di provare, con quella voce che le si spezza continuamente in gola. Ne vale la pena. Platea gremitissima e applausi da gran divertimento. Osvaldo Guerrieri Una scena della commedia «Pallottole su Broadway» con Luisella Boni, Angelica Russo, Roberta Gobbi, Giuseppe Pambieri in scena al festival ligure

Luoghi citati: Borgio Verezzi, New York