Perché nessuno canta Mameli. Follie morbose per il Titanic

Perché nessuno canta Mameli. Follie morbose per il Titanic lettere AL GIORNALE Perché nessuno canta Mameli. Follie morbose per il Titanic Un inno da mandare in soffitta I mondiali di calcio da poco conclusi (per noi ingloriosamente) hanno portato all'attenzione di milioni di telespettatori ancora una volta un problema. Forse non molto importante, ma certo molto «visibile». Mi riferisco al nostro inno nazionale, che nessuno dei nostri calciatori canta. Sono stati avanzati, per giustificare questo fatto, i motivi più strani e pudibondi, salvo l'unico, il vero, che sembra nessuno abbia il coraggio di dire: il nostro inno è brutto, insensato e completamente «out». La musica sembra una cattiva imitazione di una marcetta per banda di paese. Quanto al testo, si potrebbe parafrasare il titolo di un ben noto film: «Cantalo tu, che a me vien da ridere...». Chi può decentemente oggi mettersi a proclamare: «Dov'è la vittoria... che schiava di Roma Iddio la creò»? 0 Dio da allora si è distratto o l'emancipazione degli schiavi l'ha fatta volare per altri lidi, sta di fatto che a questa Italia di legnate ne son toccate assai, ma di vittorie pochine e anche di dubbia lega. Quanto all'elmo di Scipio, meglio lasciarlo in soffitta. Penso si tratti di quello dell'Africano, che con i maghrebini d'allora pare non ci andasse molto per il sottile, per i gusti teneri di oggidì. Conclusione: crociona sopra l'inno di Mameli e voltiamo pagina (di spartito almeno). L'Italia conta fra i suoi figli fior di musicisti, Verdi, Bellini, Mascagni e via elencando, che hanno scritto musiche per coro fra le più belle che si possano udire. Qualsiasi arrangiatore di talento sarebbe in grado, pescando qua e là, di produrre un brano decentemente orecchiabile e trascinante. Per quanto riguarda il testo anche qui qualcosa di meno compromettente e di più credi- bile non dovrebbe essere troppo difficile da escogitare. Francesco Macchia Torino I cimiteri sotto il mare Giace a 3000 metri di profondità nell'Oceano Atlantico ma è possibile «ammirarlo». E' il relitto del Titanic. Chi è interessato e dispone di 71 milioni, può prenotare il viaggio, ovvero il turno scelto, presso una nota agenzia viaggi di Milano. La somma richiesta è comprensiva, ovviamente, del volo e dell'immersione in minisommergibili, il tutto con l'appoggio della nave Akademic Keldish dell'Istituto di Oceanologia di Mosca. Un progetto, questo, nato sulla scia dell'interesse che la recente versione cinematografica della tragedia, avvenuta nel 1912, ha suscitato. Una curiosità che Eros e Tanatos hanno accentuato. Che altre e più rilevanti sepolture marine non avevano mai acceso anche se la cinematografia ne aveva proposto più volte la conoscenza. Ed è ai cimiteri di guerra che mi riferisco. Ampi cimiteri, in fondo al mare che cullano il loro carico di morte che i potenti hanno buttato irresponsabilmente. E per fare qualche esempio di questa diffusa irresponsabilità, ricordiamo quella dello zar di tutte le Russie che, per sorprendere i giapponesi «alle spalle» affondò la sua flotta nel Pacifico dopo averle fatto circumnavigare il continente! E quella del Sol Levante e degli americani che per l'egida sul Pacifico si sono reciprocamente mutilati, seppellendo uomini e mezzi nell'Oceano. E che dire dei relitti che giacciono sui fondali del Mediterraneo, molti dei quali italici? I cannoni arrugginiscono e dei drammi dei milioni di affogati nessuno si ricorda. Sono morti per le patrie e questo deve bastare. Importan- te era distruggere la potenza dell'altro: le vite non contavano! Vedere il Titanic sommerso dopo 90 anni è sicuramente un'emozione, ma una maggiore emozione dovrebbe procurarla la visione, ad esempio, dei sottomarini sepolti nel Mare del Nord con il loro carico nucleare inesploso e minaccioso del cui ricupero nessuno parla più, mentre si recupera lo Champagne perché ha mantenuto il suo valore., le statue e i cocci antichi perché i musei li comperano e l'oro che ha mantenuto intatta la sua importanza e il suo valore nei secoli. La morbosa curiosità verso il relitto del Titanic è, quindi, in linea con quel farisaismo procedurale e interessato che ha deformato, nei secoli, la biologia umana dentro una componente di aggressività, superbia, incoerenza e pietismo. Nietta Saltuari Dondio Bolzano La mutua non vale in Croazia Quest'anno ho programmato con la mia famiglia di trascorrere le ferie in Croazia. Mi sono recato presso gli uffici dell'Asl di Savigliano, per richiedere il certificato di assistenza sanitaria per l'estero. Ho amaramente scoperto che, essendo dipendente pubblico, non ho diritto a tale copertura, come pure i miei figli; mi è stato spiegato che l'accordo stipulato tra l'Italia e la Croazia, anni fa, limita l'assistenza ai pensionati e ai dipendenti Inps. Come cittadino italiano, dipendente pubblico, non mi sento diverso dagli altri. Vorrei chiedere pertanto agli organi competenti, i ministeri della Sanità e degli Esteri, la Regione Piemonte, di intervenire per modificare questa situazione, per me palesemente ingiusta, affinché possa sentirmi tutelato al pari degli altri lavoratori. Nicola Ravera Savigliano Per i disabili una legge inutile Ringrazio la signora Marina Bottigelli e tutte le altre persone che come lei continuano ad accogliere nella propria casa adulti handicappati intellettivi con gravi limitazioni dell'autonomia, senza averne alcun obbligo di legge, trattandosi di persone maggiorenni. Purtroppo, la legge 162/1998 (che modifica alcuni articoli della legge 104/1992, legge quadro sull'handicap) non dà alcun aiuto sostanziale. Infatti, prevede che le Regioni e, conseguentemente, gli enti locali, «possono» (e non devono) istituire quei servizi, che dovrebbero invece diventare obbligatori per dare alla famiglia il necessario supporto: un centro diurno che il figlio possa frequentare per almeno otto ore al giorno, assistenza di aiuto alla persona quando necessaria, ricoveri temporanei di sollievo alla famiglia per riposarsi. Forse dovremmo invocare la «rottamazione dell'handicap» per sperare di ottenere alfine leggi nazionali capaci di dire chiaramente a quali servizi hanno diritto gli handicappati intellettivi, quali sono gli enti obbligati a istituirli, in quanto tempo, con quali risorse. E cosa succede se non lo fanno. Maria Grazia Breda, Torino Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base Aumentare Pici? Un colpo di sole Non conosco nessun proprietario che tenga sfitto un appartamento per far dispetto a un potenziale inquilino. Vorrei che l'assessore Santino del Comune di Venezia • (Rifondazione Comunista) e il sindaco di Padova Zanonato (Popolare) - i quali hanno avuto la bella pensata di proporre Ilei al 14 per mille per le case sfitte - mi spiegassero perché mai un proprietario dovrebbe tenere sfitto un immobile senza ragione. Al più, lo tiene a disposizione per destinarlo a un figlio o ad un familiare oppure lasciarlo libero per eseguirvi lavori. Ho quindi l'impressione che la proposta dell'Ici al 14 per mille (equivalente più o meno all'esproprio) sia solo frutto di un colpo di sole di questa afosa estate. Arturo Bellini Roma i Marenco 32,10126 TORINoV 1 fax 011 - 6568924 e-mail lettere@lastampa.it