Corsa al supermarket della cannabis di Marco Marelli

Corsa al supermarket della cannabis In vendita lecca-lecca e cosmetici, tagliatelle e sacchetti antitarme Corsa al supermarket della cannabis Migliaia di giovani lombardi nei negozi svizzeri COMO. I nuovi frontalieri sembrano essere quelli del «fumo», inteso come spinelli e non già come «bionde», che per mezzo secolo sono state al centro dei commerci di confine. Migliaia di giovani lombardi, soprattutto al sabato, attraversano la frontiera con il Canton Ticino per acquistare nei 16 coffee shop di Chiasso, Lugano, Locamo e Bellinzona, sapone, aceto, burro di cacao, lecca lecca, shampoo, cosmetici, tagliatelle, antitarme e, soprattutto, sacchetti odorosi per scarpiere a base di canapa indiana. «I giovani lombardi sono i nostri migliori clienti...», ammettono i responsabili del coffee shop di Chiasso, che si trova a 200 metri dalla frontiera con Como. Aperte da qualche mese, queste «canaperie» stanno facendo buoni affari, soprattutto per la forte affluenza di «frontaheri del fumo». La legge federale svizzera sugli stupefacenti vieta lo smer¬ cio dell'«erba», ma ammette la vendita di prodotti contenenti una minima percentuale del principio attivo della cannabis. In realtà, però, nelle «canaperie» ticinesi sarebbe possibile acquistare spinelli, bustine contenenti foglie, per profumare le scarpiere che, guarda caso, è la merce che tira di più. Quattro grammi di foglie, 20 franchi, 27 mila lire al cambio attuale. Quattro grammi, una mezza dozzina di spinelli. Ogni dieci acquisti, poi, una bustina gratis. Insomma, c'è anche il premio fedeltà e la garanzia che si tratta di «erba» di primissima qualità, prodotta in Ticino, nella valle di Muggiò, o sulle Alpi bernesi. Quanto basta, quindi, per comprendere il motivo per cui sarebbero migliaia i giovani comasclii, milanesi, varesotti e bergamaschi che vanno e vengono dalla Lombardia al Ticino per rifornirsi di canapa indiana. Siamo, insomma, in presenza di un nuovo boom nei commerci di frontiera: dopo benzina, sigarette, cioccolata e, ultimamente Viagra. Lo ammette anche Orlando Gnosca, capo del sei-vizio antidroga della polizia cantonale ticinese: «Effettivamente, e ce lo segnalano anche le dogane, i passaggi del confine con gli acquisti fatti presso i canapai del nostro Cantone risultano numerosi. Sappiamo tutti che gran parte della canapa venduta è destinata ad essere fumata. Purtroppo la legge attuale ci blocca e continuerà a bloccarci fino a quando sarà permesso di venderla sotto forma di cuscini, sacchetti odorosi o antitarme». La polizia svizzera, quindi, sembra avere le mani legate in quanto può intervenire solo quando il prodotto è manifestamente destinato ad essere usato quale stupefacente. Marco Marelli

Persone citate: Bellinzona, Orlando Gnosca

Luoghi citati: Canton, Como, Lombardia, Lugano, Muggiò