II fronte del fuoco assedia il Sud di R. Cri.

II fronte del fuoco assedia il Sud Allarme a Positano, minacciato il Parco del Conerò nelle Marche. Impegnati venticinque Canadair II fronte del fuoco assedia il Sud Nuova giornata di emergenza, lotta su 12 focolai ROMA. Brucia ancora l'Italia, specie al Centro Sud. Oggi però dovrebbe arrivare la pioggia a dare una mano a chi lotta contro le fiamme. Ma i roghi continuano, i piromani continuano ad appiccare le fiamme e a mandare in fumo migliaia di ettari di boschi. Ieri la Protezione civile ha fatto decollare 25 aerei per dare supporto, in 23 aree, a chi opera da terra contro le fiamme. In particolare, secondo un bollettino aggiornato alle 18 di ieri, gli incendi attivi su cui hanno operato aerei ed elicotteri del Dipartimento sono stati 12 (13 mezzi impiegati) mentre 11 sono stati quelli sotto controllo, (12 velivoli). La situazione è pesante soprattutto a Sud: fiamme a Positano, dove il Comune ha chiesto rinforzi, e in tutta la Campania, sul Monte Faito, ad Alife e Pietrastornia. Diversi focolai in altre regioni del Mezzogiorno: nel Potentino a Castronuovo Sant'Andrea, in Sicilia a Rodi Miligi, in Calabria a Calcinara. Ancora allarme nell'area di protezione esterna del Parco nazionale d'Abruzzo, a Lecce dei Marsi, mentre ieri le fiamme hanno attaccato anche un altro polmone verde, il Parco del Conerò, nelle Marche. Fiamme anche nel Lazio (sul Monte Artemisio), in Toscana (sul Monte Serra) e nella zona di Imola. Più calma la situazione al Nord dove il fresco e la pioggia di questi giorni non favoriscono le fiamme. Anzi - a Tiglieto, nell'entroterra genovese - le precipitazioni hanno aiutato a spegnere un incendio iniziato nove giorni fa. Vento nelle prossime ore, pioggia a partire da domani. Nelle prossime ore, secondo la Veglia meteorologica della Protezione civile, dovrebbe aumentare il vento, che può alimentare gli incendi, in Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania e Lazio. Da oggi però è prevista pioggia in Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Marche e Umbria. Le temperature, sempre nel Centro Sud, diminuiranno di circa 4 gradi rispetto ai valori massimi degli ultimi giorni. C'è una «strategia diffusa» contro i parchi dietro agli incendi che stanno devastando molte aree protette: lo sostiene Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia secondo il quale «la strategia del fuoco si deve ad atti vandalici gravissimi che stanno mandando in fumo le aree più pregiate del nostro Paese». Dai Monti Simbruini a quelli Sibillini, dalla Costa dello Zingaro alle Cesine in Puglia, fino al Gennargentu sardo, secondo Pratesi il ministro dell'Ambiente dovrebbe munire gli stessi parchi di mezzi antincendio autonomi perché non debbano dipendere dai Vigili del fuoco o dalla Protezione Civile in caso di emergenza. «Molti parchi precisa il presidente del WWF Italia - hanno fondi stanziati non ancora spesi e Ronchi dovrebbe stabilire una procedura di spesa di urgenza per potenziare gli enti con mezzi sia a terra che aerei». Pratesi sottolinea infine che gli incendi non distruggono soltanto alberi e vegetali, ma minacciano la vita di molte specie faunistiche, come rettili, anfibi e piccoli mammiferi. Gli animali più a rischio, spiega il Wwf, sono quelli che hanno più difficoltà a scappare dalle fiamme. Sull'emergenza incendi è intervenuto ieri il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi: «Con la riforma Bassanini abbiamo affidato alle Regioni l'emergenza incendi. Sono le regioni che devono attrezzarsi: siamo un po' in ritardo nelle strutture di prevenzione. C'è poi la Protezione civile che interviene per le emergenze più gravi. Ma viste le dimensioni che vanno assumendo adesso in Italia, anche in relazione ai cambiamenti climatici, bisognerà rafforzare, oltre a quelle regionali, anche le strutture della Protezione civile». Legambiente ieri ha diffuso un decalogo antincendi, sei regole d'oro contro i roghi d'estate: non gettare mozziconi di sigaretta, non accendere falò, non bruciare stoppie se non in condizioni di sicurezza, non abbandonare rifiuti sul terreno, non parcheggiare l'auto a contatto con l'erba secca perché il tubo di scappamento rovente potrebbe aiutare le fiamme a svilupparsi e, soprattutto, avvertire subito il Corpo forestale al numero 1515, in caso di avvistamento di incendi. [r. cri.]

Persone citate: Bassanini, Castronuovo, Edo Ronchi, Fulco Pratesi, Marsi, Ronchi