Si stringe l'assedio intorno a Clinton di Franco Pantarelli
Si stringe l'assedio intorno a Clinton L'Fbi chiede un altro procuratore speciale, il ministro della Giustizia Reno in difficoltà Si stringe l'assedio intorno a Clinton Torna lo scandalo dei fondi neri NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono bastate 24 ore al giudice della Corte Suprema William Rehnquist per infliggere alla Gasa Bianca un'altra sconfitta, e ai repubblicani per aprire un altro fronte, quello dello scandalo dei finanziamenti elettorali. L'altro ieri i legali del presidente degli Stati Uniti Bill Clinton avevano chiesto di riconsiderare la faccenda del «privilegio avvocato-cliente» e di consentire a Bruce Lindsey, legale e confidente del Presidente, di rifiutare di rispondere alle domande del procuratore Kenneth Starr sulla storia di Monica Lewinsky. Rehnquist ha risposto che, poiché Lindsey è l'avvocato della Casa Bianca, cioè un «dipendente pubblico», non l'avvocato personale di Clinton, quel privilegio non c'è. Questo nuovo schiaffo è stato incassato con «delusione» (il termine è di un portavoce della Casa Bianca), mentre Clinton come si sa sta ancora meditando su come comportarsi nella deposizione del 27 agosto di fronte a Starr. L'indicazione «di massima» è che continuerà a negare di avere avuto rapporti sessuali con la ragazza, ma tutto potrebbe cambiare se dall'esame del famoso «vestito macchiato» di Monica dovesse venire la prova del contrario. Ieri i «falchi» repubblicani, delusi dall'atteggiamento prudente che tutto sommato i loro leader hanno preso sul Sexygate, hanno deciso di aprire una sorta di secondo fronte, decisamente più «serio», che oltre tutto ha il pregio di coinvolgere anche Albert Gore, il vice di Clinton e l'uomo da battere 'nelle elezioni presidenziali del 2000: il fronte "dei finanziamenti illeciti. A suo tempo sorse il problema dei molti soldi arrivati nelle casse del Partito democratico attraverso vari personaggi ritenuti in qualche modo legati alla Cina. L'ipotesi emersa fu che Pechino stava cercando trattamenti di favore (per esempio sul problema del trasferimento di tecnologia) solleticando l'amministrazione Clinton nel suo punto debole, quello dei soldi di cui il Partito democratico ha disperato bisogno per riconquistare il terreno perduto, per cui il problema, abbastanza allarmante, era che con questa amministrazione un Paese straniero poteva «comprare» perfino la politica estera del primo Paese del mondo. Ce n'era abbastanza per cercare di vederci chiaro e infatti Janet Reno, il ministro della Giustizia di Clinton, dette incarico all'Fbi e a una speciale «task force» del suo dicastero guidata da un funzionario di nome Charles LaBella, di compiere un'indagi- ne. E' stata conclusa nel novembre scorso e le cose che aveva accertato erano talmente gravi che sia il capo dell'Fbi Louis Freeh sia il funzionario LaBella concludevano i loro «memorandum» con la raccomandazione di nominare un procuratore speciale per avviare il procedimento. Un altro Kenneth Starr si prospettava così all'orizzonte di Clinton, e questa volta su qualcosa che certo non avrebbe fatto ridere nessuno. Da allora sono passati nove mesi, il nuovo procuratore speciale non si è visto e i repubblicani, forse presi dalla faccenda del sesso, se ne sono stati abbastanza tranquilli. Adesso, si diceva, hanno de- ciso di passare all'attacco e ieri la commissione «riforma del governo», presieduta da Dan Burton (quello della legge Helms-Burton contro Cuba che ha fatto litigare Stati Uniti e Unione Europea) ha convocato Freeh e LaBella per farsi dire cosa c'è nei loro memorandum. Loro hanno risposto che non lo possono dire perché «siamo nel pieno processo decisionale» sulla nomina del procuratore speciale ed è bene che quel processo avvenga «senza inter¬ ferenze esterne, tanto più che la decisione è ormai questione di giorni», ha spiegato Freeh rivelando così che è ormai vicino l'apparire di un altro «mastino» pronto a mettersi ad annusare le malefatte di Clinton. Ma a Burton quella risposta non è proprio piaciuta. Furibondo, ha pubbliamente intimato alla stessa Janet Reno di consgnarli lei, quei memorandum, se non vuole essere incriminata per «disprezzo della commissione». Il nuovo fronte è insomma aperto e promette cose molto più consistenti delle avventure sessuali del presidente Clinton. Franco Pantarelli Nella foto grande, il procuratore Kenneth Starr. Sotto, il capo degli ispettori Onu Richard Butler
Luoghi citati: Cina, Cuba, New York, Pechino, Stati Uniti
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