Gtt alleati-padroni presentano il conto

Gtt alleati-padroni presentano il conto LA TRAMA PI! TUTSI Gtt alleati-padroni presentano il conto 1 debiti, soprattutto in politica, si pagano. E quello di . mzee (uomo che merita rispetto, in swaili) Laurent Desiré Kabila è davvero oneroso. A lui, rivoluzionario da operetta, hanno regalato il Congo, placando il suo appetito predatorio con le mostrine di primo ministro, ministro della Difesa, presidente della Alleanza delle forze democratiche di liberazione, (unico) partito autorizzato. Vivacchiava trafficando in diamanti e in diamanti e armi attraverso le porose frontiere della zona dei grandi laghi; ora ha le chiavi di un forziere che sembra la tavola dei minerali preziosi del pianeta. Kabila, in Occidente forse un po' troppo frettolosamente inserito nelle schiere del- l'afro-ottimismo, deve davvero tanto ai suoi «padroni»: il leader ugandese Museweni e soprattutto il Savonarola irlandese, Paul Kagame, che sogna una nuova carta dell'Africa Australe dominata da una élite nibelungica, naturalmente tutsi. I burattinai, infatti, hanno presentato un conto salato in cambio della spintarella data al destino dell'ex alleato di Che Guevara. Prima di tutto volevano le teste di decine di migliaia di hutu rifugiatisi in Congo per sfuggire alla inesorabile vendetta dei tutsi, Olocausto contro Olocausto come in una ordalia tribale. Kabila ha pagato volentieri, quelle turbe di sfollati che si trascinano dietro organizzazioni umanitarie e funzionari Onu ficcanaso erano un fastidioso anacronismo. Porte aperte, allora, agli squadroni della morte ugandesi che hanno imperversato nelle foreste, massacrando e cacciando davanti a se questi dimenticati fantasmi. Ma gli «alleati» di Kigali volevano ben altro: la provincia orientale del Kivu. La scusa etnica era già pronta: la zona è abitata da secoli da popolazioni tutsi, i banyamulenge, già efficacemente utilizzati come quinta colonna per camuffare tutsi I cace: I quin la (finta) lunga marcia di Kabila verso Kinshasa. Nell'ultimo anno i «ruandesi», spalleggiati dalle truppe regolari rimaste sul posto per «garantire l'ordine» minacciato dai feroci guerriglieri hutu, hanno preso possesso della regione, saccheggiando e opprimendo la popolazione (il Kivu è molto più ricco del sovraffollato Ruanda). La resistenza contro questi invadenti «liberatori» è subito cominciata. Kabila, affacendato nel trasforma nel trasformare la paterna galera del vecchio Mobutu in un efficiente supermarket per le nuove orde di faccendieri della sua tribù, non può perdere una provincia così ricca, sarebbe un suicidio politico, in Africa l'unica cosa che non si perdona ai ca perdona ai capi è di non garantire il bottino. Allora ha cominciato a pensare che i suoi alleati assomigliavano troppo ai padroni. Tanto più pericolosi perché la popolazione comincia a protestare per il suo assolutismo scaltro e crudele: partiti vietati, oppositori e giornalisti in galera esattamente come sotto il vecchio regime, anzi in numero maggiore, l'organizzazione per i diritti umani, l'Azadho, soppressa con la scusa che svolgeva «campagne politiche». La miseria e la corruzione sono le stesse dell'epoca di Mobutu, è cresciuto solo l'apparato poliziesco, un arcipelago di sigle con poteri indefiniti in assenza di qualsiasi legislazione normale. Intanto l'architetto che aveva costruito la villa-mausoleo di Mobutu a Gbadolite è stato invitato a preparare i progetti per una replica più fastosa a Kabalo, paese natale del Presidente. Il «Kamanyola», lo yacht che incrociava mollemente sullo sfondo dei fastosi tramonti del fiume Zaire, ribattezzato Lemera, ha ripreso il suo lavoro satrapesco. Per i ruandesi era davvero troppo, hanno deciso di chiedere il saldo. Domenico Quirico Laurent Desiré Kabila

Persone citate: Domenico Quirico Laurent, Guevara, Kabila, Laurent Desiré Kabila, Museweni, Paul Kagame

Luoghi citati: Africa, Africa Australe, Congo, Kigali, Kinshasa, Ruanda