Milano, Albertini punta su Del Debbio

Milano, Albertini punta su Del Debbio Intellettuale di area cattolica, fa definito «la feccia buona di Forza Italia» Milano, Albertini punta su Del Debbio Rimpasto ingiunta: riecco l'ex ideologo di Berlusconi MILANO. Prima di andare in vacanza, il sindaco di Milano Gabriele Albertini ha messo le mani nella sua giunta. E a sorpresa, dal rimpasto d'agosto, spunta Paolo Del Debbio, 41 anni, ex ombra di Marcello Dell'Utri ai tempi di Publitalia, ex ombra di Silvio Berlusconi quando scese in campo. Del Debbio sarà il nuovo assessore alla Sicurezza e alle aree urbane, ha deciso Albertini. Dopo aver mandato a casa Dino Finolli, ex funzionario della Questura prestato alla politica e destinato a tornare in via Fatebenefratelli. O passare alla gestione della security per la Sea a Linate e Malpensa. Rispunta Del Debbio, dunque. Scom¬ parso dalla politica nel '95 quando senza successo, anche se con una valanga di preferenze, corse per strappare al centro sinistra la poltrona di presidente della regione Toscana. Scomparso dalle cronache, ma mai dall'organigramma di Silvio Berlusconi, che mise gli occhi su questo giovane intellettuale di area cattolica all'inizio degli anni '90. Quando Forza Italia era appena un'idea. La scelta di Del Debbio, un passaggio in seminario, laurea in Filosofia all'università Pontificia, preferenze politiche per don Sturzo ma poi definito «la faccia buona di Forza Italia», ridipinge l'immagine della giunta Albertini. Primo, perché tocca a un intellettuale e non a un poliziotto occuparsi di sicurezza urbana. Secondo, perché non era negli organigrammi di Forza Italia, la designa¬ zione di Del Debbio. Segno che le mosse di Gabriele Albertini sono non sempre osservanti delle strategie degli Azzurri, anche se la sintonia con il Cavaliere del primo cittadino di Milano continua ad essere altissima. Per Forza Italia, in questo rimpasto di cui si parla da mesi, gli spostamenti dovevano essere altri. Innanzitutto, sull'altare dei cambiamenti dovevano essere immolati almeno due assessorati in mano ad an. E dovevano essere ridefinite le deleghe. Ma Albertini ha detto no. No allo spostamento di Domenico Zampagliene, che rimane assessore all'Ambiente con l'incarico di vigilare sull'Amsa, la municipalizzata che si occupa di rifiuti e che - con una Milano sempre più sporca, agli occhi di Albertini - rischiava di essere commissariata. E no soprattutto, allo spostamento di Serena Manzin, in quota ad an per l'assessorato alla Moda e ai Grandi Eventi, vera e propria vetrina per Milano. E se l'assesore Manzin rimane al suo posto, tramonta l'incarico annunciato da mesi per Ignazio La Russa, vice presidente della Camera sempre per an. A palazzo Marino, l'unico altro cambiamento in programma, destinato ad essere ufficializzato nei prossimi giorni, è quello che vede l'addio all'assesorato al Traffico per Norberto Achille, pure lui di Forza Italia e da mesi alla guida delle Ferrovie Nord. Al suo posto, il sindaco ha deciso che farà parte della squadra di sedici assessori Giorgio Goggi, professore universitario ed ex consulente di Carlo Tognoli, quando era ministro delle Aree urbane. [f. poi.] Il sindaco di Milano Gabriele Albertini

Luoghi citati: Milano, Toscana