Verde vicepresidente del Csm, voto quasi unanime

Verde vicepresidente del Csm, voto quasi unanime Soltanto tre gli astenuti nel plenum. L'augurio di Scalfaro: diventi la guida di tutti, anche di chi ora non l'ha votata Verde vicepresidente del Csm, voto quasi unanime Di area ppi, promette: «Indipendenza e autonomia sono preziose per tutti» ROMA. Il Consiglio superiore della magistratura ha un nuovo vicepresidente. Il professor Giovanni Verde, studioso del diritto civile, di area ppi, è stato votato a stragrande maggioranza dai consiglieri: ventinove favorevoli, tre astenuti, non ha votato come da tradizione il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. «Le auguro di riuscire a essere sempre il presidente di tutti, anche di chi oggi non l'ha votata. Di chi ha un parere e di chi ne ha un altro. Anche di chi la contesterà magari vivacemente», è il saluto di Scalfaro. E' un fatto rilevante, il voto quasi unanime del Consiglio superiore della magistratura nella scelta del professor Verde. In tempi di grandi polemiche sulla giustizia, e considerando che il Csm ne è la più naturale cassa di risonanza, il Csm cerca di partire in armonia. E il nuovo vicepresidente, che su questo tasto ha battuto molto negli incontri infor¬ mali che hanno preceduto la sua elezione, ci ha tenuto a ribadirlo anche in pubblico: «Preferisco scartare l'immagine di un Csmparafulmine. Preferisco l'immagine di un Csm-cerniera che permetta al sistema di funzionare. Cerchiamo ciò che ci unisce, alla ricerca del bene comune che è la giustizia, e non ciò che ci divide». Verde, che dice «nutro grandi ambizioni e speranze, spero altrettanto per voi», ha voluto parlare a braccio per ringraziare del largo consenso. Il tema, evidentemente, è subito il difficile rapporto tra magistratura e politica. Così finisce per parlare a lungo dell'indipendenza e dell'autonomia del giudice con toni elevati. «Indipendenza e autonomia sono cose preziose che vanno conservate in uno scrigno e per le quali conviene battersi. Perché solo con indipendenza e autonomia si garantisce la giustizia. Sono valori espressi nella Costituzione che debbono entrare nelle nostre menti e nei cuori. Sono parolesimbolo che vanno riempite di contenuti. E i contenuti ce li indica la Costituzione stessa, all'art. 101, quando dice che il giudice è soggetto solo alla legge». Il passaggio è delicato. Nella discussione a porte chiuse, durante una sospensione non prevista alla presenza del Capo dello Stato, il candidato Verde aveva dovuto convincere un po' tutti i consiglieri che era lui l'uomo giusto per mediare tra le diverse anime. Perché ovviamente era riemerso il solito contrasto tra posizione minimalista - «Qui si fa alta amministrazione e non politica. Non scimmiottiamo il Parlamento», Vietti, Ccd - e posizione massimalista - «Qui si forma la volontà dello Stato sulla giustizia». Pastore Alinante, Rifondazione. Il vicepresidente se l'è cavata con un discorso di altissimo profilo. (di potere giudiziario necessariamente si autolegittima. E ha bisogno di un organo costituzionale come il Csm per autolegittimarsi». Ma attenzione, avverte subito dopo, a non esagerare con l'autolegittimazione e l'autoreferenzialità perché c'è il rischio di «bruciarci come Icaro». E ancora, a proposito dei rapporti tra magistratura e popola zione, avverte: <<Amministrare la giustizia in nome del popolo, significa rendersi interpreti delle esigenze del popolo. Ma ciò non significa ricercare il consenso popolare». Il discorso è stato apprezzato dai consiglieri presenti. Nello Rossi, magistratura democratica: «Abbiamo di fronte grandi appuntamenti, dall'elezione al Quirinale ai mutamenti del quadro politico. E' bene che ci sia alla guida del Csm una personalità di garanzia». Armando Spataro, movimenti riuniti: «La nomina unitaria è un risultato importante, anche vista la qualità della persona». Ma forse i giudizi che più faranno piacere a Verde vengono dal mondo politico e istituzionale. Nicola Mancino, presidente del Senato: «Riporti serenità e dialogo fra le istituzioni dello Stato in questo momento di forti tensioni sul ruolo della magistratura nel nostro Paese». Luciano Violante, presidente della Camera: «Il suo rigore e equilibrio daranno un ulteriore contributo al delicato e prestigioso compito cui è chiamato il Csm». Renato Granata, presidente della Corte costituzionale: «Il timone è stato affidato in mani salde e ben capaci di tenere la rotta anche durante le inevitabili procelle». [fra. gii.] CHI E' IL HEOELETTO GIOVANNI VERDE, 60 anni, di Napoli, si è laureato nel 1959 ed è stato magistrato dal 1963 al 1975, negli ultimi anni come «applicato» alla Cassazione. Dal 75 ha insegnato nelle università di Camerino (diritto processuale) dove è stato preside, di Salerno e di Napoli, prima di approdare l'anno scorso alla Sapienza. E' iscritto come avvocato civilista e amministrativista all'albo di Napoli. «Laico» di area ppi, fa parte del direttivo dell'Associazione tra gli studiosi del processo civile.

Luoghi citati: Napoli, Roma, Salerno