Pacchi-bomba, l'incubo continua

Pacchi-bomba, l'incubo continua Torino: un nuovo ordigno recapitato per posta ad un consigliere regionale dei Verdi Pacchi-bomba, l'incubo continua Vertice dei Ros sugli estremisti anarchici TORINO. Un altro pacco bomba, e l'emergenza squatter diventa nazionale. Mentre il terzo ordigno veniva ritrovato negli uffici del consigliere regionale verde Pasquale Cavaliere, partiva il piano dei carabinieri volto a fronteggiare il fenomeno su scala nazionale: già oggi a Roma, tutti i comandanti di zona del Reparto operativo speciale (Ros) si incontreranno per concordare una strategia comune e cercare riscontri all'ipotesi di una rete che collega molti centri sociali italiani fra loro, e anche a gruppi anarchici francesi, spagnoli, greci e tedeschi. I carabinieri metteranno a punto una strategia comune, soprattutto per quanto riguarda lo scambio di informazioni sull'attività dei singoli centri sociali e su eventuali «coperture» offerte a squatter ricercati. Un capitolo sul quale l'Arma annuncia impegno particolare è quello dei finanziamenti al mondo squatter: chi affronta le spese necessarie alle loro azioni? Come avviene l'eventuale autofinanziamento? Chi può trarre giovamenti dalla loro attività? La terza book borrìb è arrivata ieri pomeriggio: stessa fattura, stesso innesco, stesso tipo d'esplosivo. Cambiavano solo destinatario e mittente: rispettivamente il consigliere regionale verde Pasquale Cavaliere ed il fantomatico ingegnere romano, Luigi De Lucia. L'ordigno era assolutamente uguale a quello spedito al giornalista dell'Ansa Daniele Genco, solo lievemente diverso da quello fatto recapitare alprocuratore aggiunto Mau- rizio Laudi (che conteneva, in più, alcuni proiettili di pistola). L'episodio è carico di significato politico, anche perché Pasquale Cavaliere ha sempre cercato con i centri sociali la strada del dialogo, esponendosi a volte a critiche feroci. Proprio Cavaliere aveva recentemente visitato in carcere Silvano Pelissero, arrestato a marzo insieme con Edo Massari e Soledad Rosas, entrambi poi suicidatisi. Sempre Cavaliere, a metà aprile, aveva fondato un «osservatorio sul fenomeno squatter». Qualcuno vede dietro l'episodio di ieri un tentativo di colpire l'uomo del dialogo, un secco rifiuto a qualsiasi apertura, attri- I 4 I buendo quindi alla vicenda un significato diverso rispetto ai falliti attentati a Laudi e Genco. L'ultima book bomb è stata scoperta dalla segretaria del gruppo dei Verdi che ieri mattina era passata allo sportello posta del Consiglio Regionale a ritirare la corrispondenza: giornali, riviste, lettere e anche una grossa busta nera. La donna non ci ha fatto particolare caso e l'ha portata nell'ufficio di via Santa Teresa 7: aprendola, si è però trovata fra le mani un filo elettrico, e le sono venuti di colpo in mente i titoli dei giornali di ieri. Ha subito telefonato a Cavaliere, in quel momento al4 -l'aeroporto di Caselle, inparten- za per l'Argentina. E' stato lo stesso consigliere ad avvertire il 113. Poi è scattato l'elefantiaco meccanismo di sempre: volanti, gazzelle, ambulanze, Digos, Ros, artificieri, nuclei di prevenzione, baschi verdi, vigili urbani e vigili del fuoco. E un'ampia fetta del centro di Torino è stata bloccata per quasi tre ore, con comprensibili, pesanti disagi. Sul fronte delle indagini sono intanto arrivate le prime indicazioni. I test hanno comunque già detto che le book bomb potevano mutilare, o rendere cieco, chi le avesse inavvertitamente innescate: nella notte dilunedì i carabinieri hanno infatti eseguito un test esplosivo sulla polvere nera recuperata nei plichi inviati a Laudi ed a Genco. L'esito ha confermato i primi sospetti: nonostante un innesco artigianale (con una lampadina che avrebbe dovuto avviare la combustione di fiammiferi antivento), la potenzialità del materiale eplodente era certamente alta. Ad investigare sui falliti attentati sono i carabinieri del Reparto operativo speciale (Laudi e Genco) e la Digos (Cavaliere). Quanto al reato ipotizzabile, dopo che inizialmente si era pensato alla «strage» (che non contempla il tentativo), si è poi pas¬ sati - su indicazioni della Procura - al tentato omicidio. Ma, per 10 sviluppo tecnico dell'inchiesta, si dovranno ora attendere le direttive dei magistrati milanesi, competenti a indagare sul-, l'attentato compiuto verso il collega torinese. Sarà invece la Procura di Ivrea a procedere per la book bomb spedita al giornalista Genco e quella di Torino per l'ordigno spedito al consigliere Cavaliere. Sul fronte anarchico non ci sono prese di posizione sulle vicende degli ultimi giorni. Soltanto dal sito Internet di El Paso Occupato è stato diffuso un bre ve comunicato in cui si plaude all'azione di «coloro che hanno 11 sangue e la testa talmente bollenti da dimenticarsi il clima». Nelle otto righe dattiloscritte non c'è ombra di rivendicazione, ma sembra trasparire una certa sorpresa. Sui muri della città sono intanto comparse nuove scritte: una, nella centralissima via Cavour, trasuda sarcasmo: «Laudi e Genco, buone vacanze». Angelo Conti Un test sull'esplosivo: «In caso di innesco avrebbe provocato gravi mutilazioni». Su Internet messaggi ironici Il centro della città bloccato per 3 ore E sui muri compaiono nuove scritte sul magistrato e il giornalista destinatari dei prpidue ordigni La scrìtta comparsa ieri in centro a Torino. A destra la bomba spedita al consigliere regionale Pasquale Cavaliere

Luoghi citati: Argentina, El Paso, Roma, Torino