«Patto per lo sviluppo» di Raffaello Masci

«Patto per lo sviluppo» «Patto per lo sviluppo» Serri: aiuteremo a creare lavoro INTERVISTA ILVICEMINISTRO AGLI ESTERI SROMA E oggi riusciremo a siglare l'accordo con la Tunisia, noi l'aiuteremo a svilupparsi e a creare lavoro, e lei ci aiuterà a combattere l'immigrazione clandestina». Così parla il sottosegretario agli Esteri, Rino Serri, mentre la commissione italo-tunisina sta ultimando il protocollo che oggi i due ministri degli Esteri dovrebbero (potrebbero) firmare. Senatore Serri, che cosa è realistico aspettarsi da questi accordi? «Chiariamo subito che l'intesa con la Tunisia non è una pezza che mettiamo a uno strappo. Cioè non è un provvedimentotampone che risponde ad una emergenza, come quella dell'immigrazione clandestina. Ma è l'ultima tessera di un mosaico che il nostro governo sta componendo da tempo. Abbiamo stabilito un recente accordo bilaterale con il Marocco, ne abbiamo fatto uno con la Libia, abbiamo una antica cooperazione aperta con l'Egitto e il recente viaggio del ministro Dini in Algeria si inserisce in questa strategia. In definitiva l'Italia vuole stabilire con la sponda Sud del Mediterraneo un rapporto collaborativo che preveda la possibilità di costruire insieme opportunità economiche e di sviluppo, attività di cooperazione in campi disparati e anche di governo "congiunto" dei flussi migratori. Quindi, per affrontare il problema dell'immigrazione - che in questi giorni turba tanto gli italiani - dobbiamo in realtà parlare di cooperazione in un quadro più ampio». D'accordo, sottosegretario, ma in questo «ampio quadro» noi investiremo 150 miliardi. Dove andranno a finire e che vantaggi ne trarremo? «Noi daremo alla Tunisia solo 6 miliardi di aiuti in senso stretto, gli altri saranno finanziamenti agevolati distribuiti in un vasto settore di interventi. Cercheremo di creare, per esempio, una rete di piccole e medie aziende ad alta ricaduta occupazionale. In definitiva daremo lavoro per consentire alla Tunisia di crescere con le proprie forze. Questo significherà anche dare formazione, know how, tecnologie, assistenza tecnica. Poi affronteremo la grande questione della pesca. Si è stabilito che i cosiddetti "incidenti" e relativi sequestri di pescherecci vengano chiariti da incontri periodici tra le due marine, senza creare più attriti interminabili. Inoltre si è pensato alla possibilità di costituire joint ventures itaio-tunisine per attività di acquacoltura e di lavorazione e commercializzazione dei prodotti ittici. Le navi che batte¬ ranno con la bandiera nazionale anche quella di una di queste joint ventures potranno agire anche nei tratti di mare contestati. Questa al grande pubblico può sembrare una questione marginale, ma è invece sostanziale per i buoni rapporti con la Tunisia e quindi per affrontare insieme anche altri problemi comuni». Come, per esempio, quello dell'immigrazione? «Esattamente. Cominciando dall'immigrazione legale: è ovvio, cioè, che nella ripartizione delle quote di accesso nel nostro Paese, bisognerà tenere conto di chi collabora. E quindi, nella fattispecie, della Tuni¬ sia che è amica e vicina. Quanto ai clandestini, bisogna considerare che la Tunisia ha un problema essa stessa di immigrazione illegale, risulta essere infatti Paese di transito di clandestini diretti in Italia ma provenienti da altri Paesi subsahariani. E quindi la Tunisia ci chiede di aiutarla ad attuare una seria vigilanza costiera, onde evitare che dalle sue spiegge parta di tutto. Inoltre ha dato una sua disponibilità a riaccogliere i clandestini ma solo i propri e non quelli di altri Paesi del Maghreb. E' disposta, infine, a riprendersi anche quelli dei Paesi subsahariani che siano partiti dalle sue co¬ ste, ma a patto che la si aiuti ad ospitarli prima e a rimpatriarli poi».- Oggi l'accordo si farà? «Il clima è sereno, ma non è euforico: i problemi ci sono. E' consentito comunque essere ottimisti». Raffaello Masci Il sottosegretario agli Esteri, Rino Serri. In alto peschereccio di Mazara del Vallo sotto sequestro nel porto tunisino di Sfax

Persone citate: Dini, Rino Serri