Italia-Tunisia, l'accordo più lontano

Italia-Tunisia, l'accordo più lontano Tempi più lunghi per il negoziato, vertice da Prodi sugli immigrati. Gli sbarchi non si fermano Italia-Tunisia, l'accordo più lontano E le autorità di Sfax sequestrano un peschereccio ROMA. Si allungano i tempi dei lavori della delegazione italotunisina in materia di pesca, cooperazione economica e immigrazione. La conferenza stampa fissata per le 13 in cui i ministri degli Esteri dei due Paesi - Lamberto Dini e Said Ben Mustafa - avrebbero dovuto illustrare i contenuti dell'accordo, è siata per il momento annullata. Con singolare tempismo, proprio ieri una motovedetta tunisina ha «sequestrato» un peschereccio italiano con otto persone a bordo, a quaranta miglia a Sud-Ovest dell'Isola di Lampedusa. L'imbarcazione è stata scortata fino al porto di Sfax dove si trova tuttora, anche se gli otto pescatori di Mazara del Vallo sono liberi di scendere. E così nei rapporti italo-tunisini, la nuova stagione si «festeggia» con un ultimo episodio della vecchia. In vista del nuovo accordo con il Paese mediterraneo, ieri sera c'è stato un vertice a Palazzo Chigi presieduto da Romano Prodi, al quale hanno partecipato i ministri Veltroni, Dini e Turco e i sottosegretari Micheli (presidenza) e Sinisi (Interni), oltre al presidente della Regione Siciliana Giuseppe Drago. Si potrebbe, dunque, essere ad una svolta. Dopo l'accordo con il Marocco e quello, ancora più antico con l'Albania, se la Tunisia accetterà il patto di collaborazione con l'Italia, i punti caldi dell'immigrazione clandestina finirebbero tutti in una morsa di controlli serrati e incrociati. Ma per chi è disperato, non c'è accordo che tenga. E infatti anche le cronache di ieri hanno dovuto registrare l'ormai consueta sequenza di tentativi di fuga verso l'Italia. A Torino, per esempio, l'autista di un Tir che proveniva dalla Romania, ha visto a un certo punto un gruppo di ragazzi saltare giù dal rimorchio del suo mezzo e scappare. Ha subito chiamato i carabinieri che li hanno acciuffati: si trattava di dieci albanesi che, approfittando di una sosta del mezzo (in un posto imprecisato del tragitto), vi erano saliti tentando così di arrivare nel nostro Paese. Altri undici albanesi, tra cui quattro bambini, si erano nascosti in un vano ricavato tra il motore e il serbatoio della nafta, di un motopeschereccio che da Durazzo era diretto a Bari. Nel capoluogo pugliese sono stati sco¬ perti dalla polizia. Sempre sulle coste pugliesi, la Guardia di Finanza ha scoperto, nel cuore della notte, 170 profughi del Kosovo che si stavano disperdendo per la campagna brindisina. Gesti disperati, tentativi ingenui di varcare una frontiera, che si concluderanno - dopo la nuo¬ va legge suU'immigrazione - in un rimpatrio certo ma, per le persone coinvolte, immancabilmente doloroso. Quanto ai «centri di permanenza temporanea», quello di Termini Imerese in cui erano state denunciate coindizioni precarie di vita, è - secondo la delegazione di Rifondazione co¬ munista che lo ha visitato - molto migliorato. E per la verità anche in quello di Agrigento, dove sono ospitati quasi 500 immigrati, si sta lavorando per migliorare le condizioni igieniche, sanitarie e alimentari, anche se una delegazione della Cgil si è lamentata per lo standard di trattamento complessivo riser¬ vato agli ospiti.. Il prefetto di Agrigento, Giosuè Marino, ha detto che si sta facendo di tutto per rendere accettabile la permanenza nel «Centro»: «Docce, infermeria, medici che operano sul campo, ambulanza pronta per i ricoveri urgenti, pasti caldi tre volte al giorno», ma - ha dichiarato il prefetto - «il disagio è legato al fatto che l'unico obiettivo dei nostri ospiti è quello di fuggire». E proprio per ovviare a questo problema, il deputato leghista Mario Borghezio - con incredibile disinvoltura - ha proposto al ministro dell'Interno di tatuare con un codice indelebile i clandestini, [r. mas.] Costruiremo insieme una rete di piccole aziende Attraverso questa cooperazione il Paese nordafricano ci aiuterà a combattere IHmmigrazigne clandestina^ ti fi Per quanto riguarda i problemi della pesca abbiamo deciso di creare alcune joint-ventures grazie alle quali potremo superare quegli attriti oggi interminabili ijy