«Trendy» è la natte, ni telefonino

«Trendy» è la natte, ni telefonino LE TRIBÙ' DEL^ESTATE/l. Tra i tavolini affollati di giovani che sognano la California «Trendy» è la natte, ni telefonino Nei locali alla moda col coupé in doppia fila RIN. «Ciao, carissima, come vanno le cose lì da voi, a Sankt Moritz?...Sì, si, Futi è partita ieri, ah la California, beata lei». TARA-TARATA: «Non me ne parlare, sono incavolato nero, il Range (Rover, ndr) s'è scassato e adesso non so come fare... certo, Dado mi dà il suo Pajero, tanto lui va in barca però...». PARA-PARAPPARAPPA': «Siamo qui a bere un goccio, ci raggiungi? Dai, sbrigati, così poi magari facciamo un salto da Lallo, al mare. Su, detto e fatto, con il mio Slk (Mercedes coupé, ndr) ci mettiamo un niente, adesso lo avverto, il Lallo, che arriviamo». Mah, chissà come farebbe questa tribù della notte a ingannare il tempo se non avessero inventato il telefonino? Dalle 22 alle 2, davanti, attorno e dentro il dehors della francese «Société Lutece» di piazza Carlina è un continuo, ossessivo squillare, un frenetico chiamare, chiamarsi, essere chiamati. Un'orgia di suonerie, le esibizionistiche a tutto volume prevalenti sulle discrete: sembra di essere in una centrale Telecom, piuttosto che in questo locale alla moda, o secondo la dizione al passo con i tempi, «trendy»: cioè, che fa tendenza, che non si può assolutamente non frequentare. E, accidenti se è frequentato: appena cala il buio la deserta piazza si riempie di una parata di auto lustre che costano un occhio: quasi quasi Bmw, Mercedes, Porsche avessero aperto concessionarie sotto le stelle in uno degli angoli più suggestivi di Torino, ecco in doppia, terza fila macchinoni, spider e coupé: più qualche fuoristrada che forse non ha mai fatto un chilometro di sterrato. Ah, scordavamo, qua e là, ci sono pure veterancar il cui mantenimento equivale a un affitto. E, ci sono alcune grosse moto scintillanti di cromature e pelli borchiate. La fauna è consequenziale: «lui» e «lei» dai 20 ai 30 anni, abbronzati, rigorosamente cellulàrattrezzati, braccialetti, orologi e abiti all'ultimo grido. Oppure, sbracatura secondo i dettami degli stilisti e, quindi, sempre elegante. Tutti insieme, ai tavolini, in piedi davanti alle vetrine del negozio di scarpe «Shoeco», addossati alle auto: si parla di macchine, vacanze, vestiti, di donne, si beve, vino e birra per lo più, qualcuno mangia gli spizzichini preparati dalla «Lutece» che è anche brasserie. E, soprattutto, si telefona, e si è telefonati. Non pochi i single, pochissime, come sempre, invece, le single che bicchiere nella destra, sigaretta nella sinistra, non aspettano altro che di passare alla condizione di «accompagnata». Dei single, molti stazionano sull'ingresso del locale, altri sbevacchiano dentro, in un caldo farcito dall'odore della bottiglieria e della friggitoria: indolenza e sicurezza raccontano che sono gli habitué, vecchi marpioni in caccia, anche se solo oculare, di gonnelle. I colleghi giovani stanno tutti fuori e si mangiano con gli occhi le minigonne tutt'attorno. Questi ragazzi se ne stanno seduti sul marciapiede che appartiene all'elettrauto e alla caffetteria «Carlo Emanuele» chiusa per ferie: sbirciano, commentano ridacchiando, non consumano. E, sarà «trendy» anche questo, pure ai tavolini molti non consumano altro che il telefonino. Tra uno squillo e l'altro la folla si frammenta, si ricompone e, in ossequio al principio dei vasi comunicanti, trasloca se stessa, l'auto milionaria e il mai muto cellulare un chilometro più in là, sotto il verde di piaz- zetta Maria Teresa, dove cicaleccio e squilli tengono compagnia alla notte del caffè «Guglielmo Pepe», altro luogo alla grandissima moda. Duecento sedie nella frescura, non una vuota, le cameriere nei rossi grembiuli vanno e vengono dal bar attraversando via Della Rocca con il passo del maratoneta. Qui consumano tutti, le erre mosce sono frequenti come in piazza Carlina, le uniche differenze nell'intensità delle suonerie, decisamente minore, e nel fatto che la parata di auto da ricconi non riluce nel buio. Per la semplice ragione che c'è Libero Robba: pelato, una massa di muscoli istoriata di tatuaggi, Libero è l'addetto alla sicurezza del «Guglielmo Pepe»; presidia la via, infinite volte s'avvicina alla Jaguar di turno, alla Saab spider che s'è fermata, invita con dolcezza la coppiatrendy che già sta scendendo: «Per favore, non può rimanere qui in seconda fila, parcheggi là, dall'altra parte della piazza». Vicino al monumento da cui il generale Guglielmo Pepe, eroe libertario dell'800, tende il braccio di pietra indicando le luci del bar che tramanda la sua gloria. L'aspetto di Libero è truce, l'anima un pozzo di candore e bontà: siccome, però, l'esteriorità conta più dell'interiorità, l'apparizione di Libero induce i guidatori a nulla eccepire e subito posteggiare dove gli è stato detto. Spesso occupando il posto di chi ha traslocato all'altro polo della notte trendy, in piazza Carlina. Dove, alle 2,20 la folla comincia a diradare. Osservata dai tre addetti della nettezza urbana che trafficano con i bidoni della spazzatura. Uno sbotta «Ahò, i fighetti non sono ancora andati a nanna», l'altro filosofeggia: «Magari vivessimo come loro», il terzo s'interroga: «Chissà perché c'è sempre tanta gente così lì, mi sa che forse offrono da bere». No, stia tranquillo, non offrono niente, se non l'appartenenza alla tribù della notte che fa tendenza. Claudio Giacchino Si trasmigra da un dehors all'altro parlando di vacanze E in piazza Maria Teresa un buttafuori regola il traffico Sono d'obbligo la erre moscia l'abbronzatura e l'orologio firmato La brasserie francese di piazza Carlina (sopra) è diventata un centro di richiamo per chi fa tendenza, ma anche sotto il monumento di Guglielmo Pepe i tavolini (a fianco) sono sempre affollati

Persone citate: Carlo Emanuele, Claudio Giacchino, Guglielmo Pepe, Libero Robba, Maria Teresa, Range, Sankt Moritz

Luoghi citati: California, Torino