Posta ai raggi X nel Paiano di giustizia
Posta ai raggi X nel Paiano di giustizia Il pacco-bomba ha creato allarme e sottolineato un problema nei sistemi di sicurezza degli uffici Posta ai raggi X nel Paiano di giustizia Il procuratore: aumenteremo i controlli Il pacco-bomba arrivato nell'ufficio di Maurizio Laudi mette a nudo la vulnerabilità della procura torinese. Si pensava che fossero sufficienti i controlli rigorosi all'ingresso, dove ogni persona viene identificata, passata al metal-detector prima di poter accedere agli uffici e parlare con un magistrato. E invece l'episodio di ieri ha mostrato che il pericolo arriva dalla posta, che c'è una zona franca in cui può passare anche un ordigno. Che è possibile far arrivare un pacco sulla scrivania di un sostituto procuratore senza alcun controllo. Solo l'intuizione, la fortuna della giovane segretaria di Maurizio Laudi, ha evitato vittime. Ma poteva andar peggio, molto peggio. C'è preoccupazione e tensione negli uffici della procura, ma i magistrati presenti non parlano. Lo fa per tutti il loro capo, Francesco Marzachì: «Bisogna eliminare subito la falla della posta e controllare con la massima attenzione tutto ciò che arriva nei nostri uffici». Ma come è possibile che un pacco bomba, due libri in una busta, che nascondevano al loro interno la polvere nera, l'innesco, chiodi, proiettili e bulloni, sia potuto arrivare al quarto piano di via Tasso, nell'ufficio di un procuratore aggiunto? Non è il postino a consegnare lettere o pacchi in procura. Ogni mattina da via Tasso partono un paio di dipendenti che si recano direttamente negli uffici di via Alfieri. Qui recuperano in capaci borsoni tutto ciò che è diretto alla procura torinese. Marzachì: «Per il 90 per cento è materiale che riguarda l'ufficio e viene aperto e selezionato dagli impiegati. Solo una parte è indirizzata ai magistrati. Ma questi la aprono personalmente solo se sulla busta c'è scritto "riservato". Altrimenti ci pensa la segretaria». Come è avvenuto ieri mattina. Francesco Marzachì ha il tono preoccupato, ma reagisce con durezza. Nei lunghi anni trascorsi alla procura torinese ha visto di tutto, dal periodo nero del terrorismo a quello buio della criminalità organizzata, non si spaventa certo per un pacco bomba. ((Aumenteremo i controlli - dice deciso -, tutta la posta in arrivo sarà controllata da metal-detector. E scopriremo anche chi ci ha giocato questo scherzo. Non si faccia illusioni di farla franca». C'è rabbia e preoccupazione nelle parole del capo della procura: «E' un attacco al personale degli uffici, non solo ad un magistrato di primo piano. Ma sapremo reagire». «E se la bomba fosse stata inviata a casa del magistrato - si chiede Marzachì - cosa sarebbe successo?». Sul possibile mandante il magistrato non pare aver molti dubbi. Gli squatters sono i primi nella Usta. E non potrebbe essere altrimenti. «Hanno incominciato a scrivere "Laudi boia", poi gli hanno addossato la responsabilità dei due giovani morti suicidi in carcere. Dalle parole, dagli slogan sono passati alle scritte. E infine alla minaccia concreta». Conclude: «La tolleranza ecces- siva porta a questo». E' la prima volta che in un ufficio giudiziario torinese arriva un pacco-bomba. Marzachì: «Non mi risulta che siano mai pervenuti neppure in altre procura italiane. Mi ricordano sistemi usati dall'Ira, in Irlanda. Evi¬ dentemente è mi chiaro passo indietro. Vuol dire che non dobbiamo abbassare la guardia e aumentare invece le misure di sicurezza». Aggiunge il magistrato: «All'ingresso, al piano terra di via Tasso, i controlli sono severi. E, se occorrerà, lo diventeranno ancora di più. Anche in tribunale la situazione è sotto controllo. Le vie di accesso sono controllate, come negli aeroporti: basta una moneta di metallo in tasca e le porte si bloccano, non si passa». L'unica «via» libera era quella della posta. E chi ha inviato il pacco, a nome di un fantomatico avvocato romano, conosceva evidentemente quel punto debole, quella crepa nella sorveglianza. Nino Pietropinto L'ingresso della procura e le scritte in città contro il giudice Laud comparse all'indomani del suicidio di Soledad Rosas
Persone citate: Francesco Marzachì, Marzachì, Maurizio Laudi, Nino Pietropinto, Soledad Rosas
Luoghi citati: Irlanda
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