Lippi: ora tutti hanno la filosofia Juve
Lippi: ora tutti hanno la filosofia Juve L'allenatore dei bianconeri soddisfatto al termine della prima fase della preparazione in Val d'Aosta Lippi: ora tutti hanno la filosofia Juve «Si è lavorato sodo, imparando a non cercare mai alibi» CHATILLQN DAL NOSTRO INVIATO Il ritiro aostano si è chiuso con la «Festa Bianconera» organizzata dal Casinò di Saint-Vincent e dalla Regione. Serata di gala iniziata a ritmo di mambo e conclusa dalle melodie spezzacuore di Mario Merola quando i giocatori si erano già dileguati. La Juve lascia Chàtillon con un bel voto in pagella. Marcello Lippi, al termine della prima fase di lavoro, si dimostra un professore molto indulgente e promuove tutti, segnalando con un punto esclamativo quattro nomi: Blanchard, Mirkovic, Perrotta e Tacchinardi. Del resto sarebbe strano, e non da Lippi, se cominciasse a selezionare buoni e cattivi dopo dieci giorni di allenamento in cui il vero padrone è stato Ventrone I il Torturatore, sovrano di tutte le palestre. Soltanto giovedì, dopo due giorni di riposo concessi al gruppo (ma i quattro nazionali italiani si alleneranno al Comunale), Lippi comincerà il lavoro tecnico e tattico e avrà idee più chiare. Venerdì, nel triangolare di Udine con Inter e Udinese, ci sarà il primo confronto con squadre di serie A e sarà già ora di fare sul serio. Ma senza Tudor, Deschamps e Zidane (attesi per domenica sera), con gli azzurri disponibili soltanto a mezzo servizio, non sarà comunque un test molto indicativo, anche se stuzzicante vista la presenza della squadra di Simoni, acerrima e polemica rivale di tutto un campionato. Per ora è impossibile azzardare previsioni sul futuro della Juve che non cambia modulo e giocatori. Ma Lippi è ottimista, nel segno della continuità si affida ai soliti noti, ma pure all'entusiasmo dei nuovi che il gruppo ha inglobato con naturalezza. Qualcuno, vedi Blanchard, ha dovuto adattarsi alle nuove esigenze tattiche e ammette di essere ancora in fase di apprendistato: «Quello attuale non è il mio ruolo ideale. A Metz giocavo più avanti. Ma prima di tutto devo abituarmi al calcio italiano che, rispetto a quello francese, è molto più veloce ed esaspera il pressing. Da noi non soffocano il giocatore che deve costruire il gioco». Piccole sfumature che non turbano un grande progetto. Ovvero la Juve camaleonte che piace tanto a Lippi. Il tecnico, al quinto anno di Juve, con tre scudetti su quattro e un contratto da discutere, è molto tran¬ quillo. Per ora ha provato soltanto la formula con quattro difensori, ma già a Udine potrebbe sperimentare la Juventus-2, ovvero quella con tre difensori e quattro centrocampisti. Oggi però ha altri problemi da risolvere: «Questo è il periodo in cui il 75% del lavoro è dedicato alla parte atletica perché abbia¬ mo iniziato più tardi degli altri. Quindi è nonnaie avere poca brillantezza. Della parte tattica parleremo fra qualche giorno. Intanto è bello che i nuovi abbiano capito la nostra filosofia». All'appello mancano sempre Ferrara e Perazzi. Lippi li aspetta senza fretta e senza drammi: «Chi mi conosce sa che non pian- go neppure se devo fare a meno di dieci titolari. Perazzi tornerà con noi il 13 a Cesena e più probabilmente il 18 a Villar Perosa. Per Ferrara non ci sono ancora certezze. Sarà forte corno prima, ma non è possibile dire quando». In attesa dei due leader esalta Tacchinardi che sta prendendo confidenza con i nuovi meccanismi di gioco. Lippi l'ha promosso titolare e scommette su di lui. Il centrocampista, re dei «gavettoni» estivi, entra nella parte con la determinazione di chi ha il mondo in pugno: «Per me sta cambiando molto, tutto. Per questo ho iniziato la preparazione con una voglia particolare e ho lavorato forte con Ventrone per entrare il più velocemente possibile nel nuovo ruolo. Lippi mi ha responsabilizzato, voglio tenermi questo posto ben stretto anche se nella Juve nessuno ha mai avuto il diritto di considerarsi titolare inamovibile». Ammette che l'adattamento ai nuovi compiti richiede pazienza e applicazione: <A parte qualche rara occasione non ho mai giocato nella zona di centro destra. Per ora non so e non voglio giudicarmi. Ho tanto tempo davanti, vedremo già a Udine se sarò all'altezza del compito. Come me un po' tutta la Juve ha bisogno di rodaggio. Soltanto a fine mese in Supercoppa, o addirittura ad inizio campionato, sarà possibile valutare le nostre possibilità». Fabio Vergnano Tacchinardi: per me sta cambiando tutto e mi sono impegnato per entrare nel ruolo Blanchard: mi adatto al calcio italiano, più veloce e che soffoca il gioco avversario I QUATTRO "PROMOSSI" DAL TECNICO BLANCHARD. Un centrocampista ordinato, fa ogni cosa con semplicità. Ha buone doti tecniche, un ragazzo straordinario anche fuori dal campo. Un dettaglio: può migliorare in velocità. Era abituato a ritmi diversi. MIRKOVIC. E' bravo in fase difensiva, come negli inserimenti per dare spinta alla manovra. Gioca di preferenza sulla fascia destra, ma può essere utilizzato anche a sinistra. All'occorrenza sa fare il centrocampista. C2 £3 PERROTTA. Lo conoscevamo, ha confermato in pieno le proprie doti. Pur essendo giovane non è affatto sprovveduto, sa tenere bene la posizione a centrocampo e conosce i segreti del ruolo. Durante la stagione sarà un supporto prezioso. TACCHINARDI. Per lui sarà un'annata importante. Si sente responsabilizzato, sta facendo di tutto per entrare in fretta nei nuovi compiti di centrocampista di destra. Deve soltanto prendere confidenza con un ruolo non abituale. gittEIEt- Marcello Lippi ha promosso a pieni voti quattro giovani che dovranno dare nuova linfa alla Juve a caccia di un altro scudetto e soprattutto di quella Champions League che da due anni sfugge ai bianconeri
Luoghi citati: Cesena, Ferrara, Metz, Saint-vincent, Udine, Val D'aosta, Villar Perosa
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