E ora il Pirata vince anche il Mondiale del marketing di Ugo Bertone

E ora il Pirata vince anche il Mondiale del marketing E ora il Pirata vince anche il Mondiale del marketing GLI SPONSOR E LE INDUSTRIE TIRANO LE SOMME u MILANO N'ANNATA fiacca, quella dell'industria a due ruote. «E lo era anche per noi, almeno sino ad aprile», confessa Paolo Roasenda, anima del settore corse della Bianchi. Poi, in cima alla salita, spuntò Marco Pantani... «Le nostre vendite - racconta - hanno preso a salire: il 30-40 per cento nel ramo bici da corsa. Ma anche il resto, tipo le mountain bike, sono risalite del 10-15 per cento». E gli altri? «L'annata resta brutta, per quel che mi risulta...». Anche così si misura il bottino del Pirata: in quantità e qualità. Non è solo questione, infatti, di aggiudicarsi la fetta più ricca della torta di 1,2 milioni di bici (tra cui 600 mila mpuntain bike, 100 mila da corsa e altre 100 mila per l'infanzia) sfornate dall'industria italiana, ma anche di sfuggire alla corsa dei prezzi al ribasso, alla concorrenza delle bici da supermarket. «Il pubblico - spiega Roasenda - lo deve sapere: una buona bici da corsa non può costare meno di un milione e mezzo, una mountanin bike almeno 6700 mila. Sennò, non vale...». Eppoi, c'è la «101» (il numero di iscrizione di Pantani al Giro d'Italia), in tutto e per tutto identica alla bici utilizzata dal Pirata. Il prezzo? «Solo» nove milioni o giù di lì. La produzione? In tutto 101 esemplari, naturalmente, avanguardia dei 200 mila pezzi sfornati dallo stabilimento di Trevigho (al 55 per cento destinati all'export in 68 Paesi) che permette alla Bianchi, che fa parte del gruppo svedese Monark Stiga (controllato dalla famiglia Grimaldi), di essere leader in Italia, con il 15,8 per cento, un'incollatura davanti all'Atala che ha già annunciato, proprio in questi giorni, di voler dar vita ad una propria squadra con un proprio campione. Basta un Pirata a cancellare il fantasma del doping al Tour? «Certo - replica sicuro Emanue¬ le Pirella, guru della pubblicità -.E' una sorta di reincarnazione di James Dean, per giunta con il lieto fine. E' uno di noi, con quel suo incedere fragile, uno che accompagniamo con il nostro respiro quando aggredisce la montagna...». Ma è ancora presto per affidare a quel «look simpatico, non arrogante» (la definizione è di Marco Testa, leader dell'agenzia Armando Testa) un ruolo di stella della pubblicità. «Uno spot con lui? Forse è presto, per la pubblicità prima ci vuole l'idea, poi si cerca il personaggio. Saranno gli sponsor a far la fila al suo chiosco di piadine...». «Hanno già cominciato...» si lamenta Roasenda. Non sarà facile per la Bianchi e per la Mercatone Uno, la catena dei supermercati emiliani che ha scoperto e protetto il Pirata, difendere il campione. Ma ci proveranno e non solo per quelle 20-30 mila biciclette in più da vendere in giro per il mondo o perché (combinazione, ma non troppo) la scalata a Giro e Tour coincide con la corsa ai mille miliardi di fatturato da parte della Mercatone. Ma quanto vale Pantani? Il suo guadagno attuale è «top secret» ma, finora, si sa che ha guadagnato «sensibilmente» di meno di un buon calciatore di serie A. Da domani non sarà così, anche se Pantani deciderà di rinunciare alle offerte tentatrici (si parla di dieci miliardi per tre anni) in arrivo dalla concorrenza (in primis dalla Mapei). Attorno al Pirata si tesserà una tela di sponsor e di iniziative dentro ma, soprattutto, fuori dal mondo delle due ruote. In Italia, ma soprattutto fuori confine, dove (oltre a non urtare gli interessi dello sponsor Mercatone) quel volto smagrito vale un tesoro. E' un testimonial che può muovere, ad una prima valutazione, almeno cento miliardi. Ma il valore commerciale diretto non è tutto. Anzi, è ben poca cosa se si pensa al suo valore d'immagine, alla sua capacità di aver salvato, almeno in parte, il Tour de France del '98, annata maledetta come un pessimo champagne, «perché chi ha finito la corsa con le piaghe nel sedere - commenta con humour britannico il Financial Times - sono stati gli sponsor, travolti dal fango del doping». Per risalire non resta che lui, il Pirata delle montagne. Ugo Bertone Per lui 10 miliardi in tre anni, e sale del 40 per cento la vendita delle bici & III

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