Matt Dillon, lo stupro e l'onore di Lorenzo Soria

Matt Dillon, lo stupro e l'onore L'attore protagonista di «Giochi proibiti a Blue Bay», su un caso di molestie sessuali Matt Dillon, lo stupro e l'onore «Il Sexy gate?"Provo una noia mortale come la maggioranza degli americani» TAORMINA. Il Festival del cinema di Taormina di Enrico Ghezzi non è mia manifestazione popolata di personaggi da rotocalco: tra una retrospettiva di Ejzenstejn e un film tedesco del '43 sul naufragio del Titanic, quando va bene ci si imbatte in tipi come Michelangelo Antonioni e Laura Morante, piuttosto che Edoardo Sanguineti o Mario Martone. Quando è arrivato Matt Dillon e se n'è anche andato a zonzo per le viuzze del paese, le ragazzine (e non solo loro) sono dunque andate in fibrillazione. Anche perché Dillon, il protagonista di «Rusty il selvaggio», di «Drugstore Cowboy» e di «There is something about Mary - C'è qualcosa su Mary», una commedia che sta dominando il botteghino di questa estate Usa, è qui per presentare «Wild Things - Giochi proibiti a Blue Bay», la storia di mi assistente scolastico che viene ingiustamente accusato di violenza sessuale. Un tema che, in questi giorni di Monicagate e di misteriosi vestiti macchiati, è di grande attualità. Dillon, che cosa pensa degli ultimi sviluppi del caso Lewinsky? «Provo una noia mortale, è un po' come stare a vedere la vernice che asciuga. Sono anche convinto del fatto che la gente in America sia molto meno interessata di quanto ritenga la stampa. Va bene, si tratta del Presidente degli Stati Uniti e se davvero ha avuto una relazione è stato poco accorto. Ma questo dovrebbe essere insignificante rispetto al giudizio sul Presidente, anche perché ci sono al mondo problemi ben più importanti. Non bisogna inoltre dimenticare che per molti il fatto che il Presidente possa avere fatto di queste cose è solo rassicurante». Il protagonista del suo film, alla fine, riesce a salvare il proprio onore. E Clinton? «"Wild Things" è stato girato prima che scoppiasse questo noiosissimo scandalo e ogni paragone è solo una pura coincidenza. La storia dell'uomo che viene ingiustamente accusato di un crimine è mi classico del cinema, ima formula che prende molto da Hitchcock. Attorno a questo, abbiamo poi aggiunto delle pennellate su un certo tipo di so- cietà usando uno humour vagamente sovversivo». A chi si ispira tra gli attori del passato? «Io non oso fare paragoni con nessuno, posso però nominare alcuni attori nei confronti dei quali provo grande ammirazione e affinità. Per- sonaggi come John Garfield, Montgomery Clift, Marion Brando, William Holden e, tra gli inglesi, Trevor Howard e Alee Guinness. Ah, e poi Marcello Mastroianni». Pensando a quegli attori e ai loro film, non le viene voglia di affrontare temi un po' più prò- fondi? «Ho fatto molti film oscuri piccoli e indipendenti e mi fa piacere poter interpretare film che attraggono un pubblico più vasto, ti danno la soddisfazione di sapere che hai saputo parlare a un numero più alto di persone. E questo spesso ti consente di fare ciò che davvero desideri». Nel suo caso? «Sto scrivendo una sceneggiatura insieme con Barry Gifford. Si chiama "City of Ghosts" e se tutto va bene spero anche di riuscire a dirigere». Nel frattempo ha finito anche «There is something about Mary» assieme con la sua fidanzata Cameron Diaz. «Siamo molto felici assieme e non vorrei veramente addentrarmi sulla nostra relazione personale. Posso però dire che avevamo un po' di paura a fare un film assieme e invece si è trattato di un'esperienza estremamente felice e divertente. Il film è una farsa, nella quale faccio la parte di un imbroglione patologico». Molti suoi colleghi si lamentano per gli oneri della fama. «Ma sì, la fama ha un prezzo. Ma io mi ritengo estremamente fortunato di poter fare ciò che faccio. Amo recitare e in più riesco a ottenere i posti migliori al ristorante e anche a venire a Taormina. Che cosa voglio di più?». Già, Taormina. Che cosa ne pensa? «Un posto splendido. Conosco bene l'Umbria e la Toscana, ma qui c'è un qualcosa di speciale che mi attrae forse ancora di più dell'architettura medioevale. Devono essere i vicoli. 0 forse l'illuminazione». Lorenzo Soria «Sono molto felice con Cameron Dia2 siamo anche riusciti a lavorare insieme» «Detesto i paragoni ma ammiro molto Marion Brando e Mastroianni» Matt Dillon: l'attore è divenuto celebre con il ruolo di «Rusty il selvaggio»

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