Schnittke, sperimentatore dell'amarezza

Schnittke, sperimentatore dell'amarezza L'addio a uno dei più grandi musicisti contemporanei: aveva 64 anni, sarà sepolto a Mosca Schnittke, sperimentatore dell'amarezza Colpito da ictus, continuava a comporre usando la mano sinistra ALFRED Schnittke era una figura di primo piano nella musica d'oggi, non solo per la costante presenza nei circuiti concertistici e nelle incisioni discografiche, ma più ancora per la qualità e originalità della sua invenzione. Chi lo ha incontrato e un poco frequentato a Torino in occasione del Settembre Musica di qualche anno fa, ha potuto percepirlo cpme un personaggio doloroso, chiuso, come ferito dal mondo; gli occhi intensi e mobilissimi, la voce stanca, la bocca spesso atteggiata a un sorriso diffidente; non era un uomo da avvicinare facilmente; come la sua musica: che non è difficile per costrutto e linguaggio, ma sfuggente nel senso finale, e in ogni caso segnata da una nota di amarezza. Quando il suo nome ha incominciato a circolare anche in Italia, circa un decennio fa, si è pensato a un nuovo Penderecki per il tono disinibito e l'interesse prevalente per le derivazioni bartokiane nell'uso degli strumenti a corda: questa sopra tutto l'impressione del «Secondo concerto per violino», di cui Gidon Kremer si era fatto solerte apostolo; poi arrivarono altri Concerti, Sinfonie, pezzi cameristici, e la perso- nalità di Schnittke prese un rilievo tutto diverso, tutto volto all'interno, quanto Penderecki tirava all'esterno. Ma la rivelazione più decisa e sorprendente fu la sua opera teatrale, «Vita con un idiota», presentata a Vienna nel 1993 e data anche al Carignano di Torino: è la storia sarcastica di uno scrittore sovietico dissidente che viene costretto per punizione a ospitare in casa propria un idiota: pesante, anche volgare, la vitalità del lavoro è indiscutibUe, trascinante, ossessiva. Fra i fantasmi di avanguardia, tradizione, alea, postmoderno, Schnittke sembra aver guardato sopra tutto ad Alban Berg e a Sciostakovic, sponde di quell'orizzonte tedesco e russo che ha incorniciato e incrociato la sua esistenza; ma il risultato era originale per il suo lirismo evasivo e svagato, per un senso della forma sempre in fermento, quasi al di là della condensazione compositiva; la sua musica prende sempre, ancora prima di averla capita, per il senso di solitudine e talvolta di disperazione, da riferire all'altra componente della sua complessa natura, quella ebraica. Uomo difficile e musica difficile: ora che è lì ferma, bisogna rimettersi a sentirla e studiarla da capo. Giorgio Pestelli AMBURGO. Il compositore russo Alfred Schnittke è morto ieri ad Amburgo, in Germania, in seguito a un attacco cardiaco. Lo ha riferito la radio «Eco di Mosca». Schnittke, che aveva 64 anni e viveva da tempo in Germania, era uno dei più noti musicisti classici contemporanei russi. Membro corrispondente della Accademia delle Belle Arti di Berlino e dell'Accademia Musicale di Svezia, il compositore è stato insignito di numerose onorificienze dall'Europa al Giappone. La famiglia ha espresso l'intenzione di seppellirlo a Mosca. Alfred Schnittke