Unicredit, Poffare è fatto di Zeni

Unicredit, Poffare è fatto Sarà un gruppo bancario «federale e multibusiness». Profumo: ormai l'interesse per la Bnl è finito Unicredit, Poffare è fatto Nasce ilpolo bancario numero tre GENOVA DAL NOSTRO INVIATO C'era una volta il Credit. Non che sia scomparso, questo no, ma da ieri, con la scissione decisa in assemblea e la trasformazione in Unicredito italiano, passaggio inevitabile in quella delicata opera di costruzione dell'aggregato che metterà insieme (da qui al Duemila) Credit, Crt di Torino, Cariverona, Cassamarca, Banca di Bergamo, per il vecchio Credito italiano niente sarà più come prima. Nulla sarà più come prima nemmeno per l'ex Unicredito che ieri mattina aveva deciso in assemblea (a Torino) di cedere al Credit le banche controllate chiudendo così il cerchio. Tutto fatto, dunque, per Unicredito italiano. Decisi gli uomini di vertice, i piloti del nuovo colosso, che saranno sempre loro, il presidente Lucio Rondelli e l'amministratore delegato Alessandro Profumo, il tandem che ha trasformato il Credit in una delle più attive banche italiane. Persino gli azionisti del neonato Unicredito italiano, a ben vedere, dopo la scissione e l'aumento di capitale (da 899 miliardi che affiderà 5,97 azioni Credit per ogni azione Unicredito) decisi ieri, saranno vecchi e nuovi nello stesso tempo. La maggioranza, un 61% (che comprende un 2% destinato ai soci di minoranza di Cariverona cui è riservato un altro aumento di capitale da 100 miliardi di nominale), sarà in mano agli attuali azionisti Credit, vale a dire ai tedeschi dell'Allianz (avrà il 3,03%), l'Italmobiliare di Pesenti (avrà l'I,83%), la Commercial Union (1,23%). Alle Fondazioni azioniste di controllo di Crt, Cariverona, Cassamarca, cioè gli altri soci costituenti Unicredito, andrà il 36% abbondante del capitale con l'impegno a cederne la metà almeno entro il Duemila. Da giorni, però, circola l'ipotesi che la vendita di questo 18%, valore di Borsa: tra gli 8500 e i 9 mila miliardi, sia molto più vicino del fatidico Duemila. Si parla d'autunno: sarà così? Prudenti, nella risposta, Rondelli e Profumo: l'obbiettivo numero uno, fanno capire, «è quello di non deprimere il titolo in Borsa», questione delicata visto l'importo dell'operazione. Ma, nonostante la prudenza, pare proprio che il tempo della raccolta sarà l'autuno quando, con un'operazione ancpra tutta da decidere (e che potrebbe prevedere sia un'offerta pubblica di vendita sia un collocamento privato), il 18% di Unicredito verrà messo sul mercato. Si vedrà. Come si vedrà, parola di Profumo, per la Cassa di Trento e Rovereto («Confermiamo l'interesse») e per lo sviluppo all'estero («Crediamo che anche qui si possa esportare il modello federale»), E Bnl? Risposta secca di Profumo: «Interesse chiuso». Nessun problema, invece, dalle verifiche operative del matrimonio in corso con Verona, Torino e Treviso: nemmeno sul fronte dei tagli di organici che, viene confermato, non superano i 2 mila. «Crescere in Italia e consolidarsi in Europa», ripete Profumo usando le medesime parole di quattro mesi fa quando per la pri¬ ma volta venne annunciata l'operazione Unicredito. Il significato dell'integrazione: «Dar vita - spiega Profumo - a un gruppo bancario che con i suoi 46 mila miliardi di capitalizzazione si collocherà al terzo posto in Italia e tra i primi 15 in Europa». In sintesi: 2500 sportelli, totale attivi per 280 mila miliardi, raccolta diretta per 200 mila, utile netto di 950 miliardi, qualcosa come 115 mila miliardi di risparmio gestito. Elenca con soddisfazione le cifre di oggi e spazia, con altrettanta soddisfazione, sui possibili numeri del domani, l'amministratore delegato. L'effetto dell'integrazione, assicura, sarà tale da far prevedere che il risultato economico netto consolidato nei tre anni che vanno dal '98 al Duemila passi da 1500 a 3200 miliardi con un Roe in crescita dall' 11,9% (previsto a fine '98) a oltre il 20%. Potenza di un'aggregazione che, a cose fatte (entro tre anni) sancirà la fine del vecchio Credito Italiano e la nascita di Unicredito italiano. Due vocali e una consonante in più che sono la fine di un'epoca e la conferma di quanto irreversibile sia il processo di trasformazione del sistema creditizio made in Italy. Cinque anni fa, a qualche centinaio di metri dalla sede storica genovese del Credit che sta da sempre al centro di quella che fu la prima City finanziaria italiana, centinaia di soci avevano tenuto a battesimo in un'infuocata assemblea il nuovo Credit nato dalla pri¬ ma grande privatizzazione fatta in Italia. Cinque anni fa e sembra un secolo alla luce di quanto sta accadendo adesso. Un processo di rapida trasformazione che ha inevitabilmente coinvolto il vecchio Credit, banca d'antico blasone che dopo aver conquistato il Rolo (era il '94) ha adesso compiuto il miracolo di unire il Nord-Est dei prodigi, Verona, Vicenza, Belluno, Trieste, città ricche e opulente, con il Nord-Ovest, Torino, che non demorde. «Saremo - insiste Profumo davanti agli azionisti di quest'ultima assemblea del Credit - un gruppo bancario federale multibusiness». Nessuno, per la verità, rimpiange il passato ma c'è chi chiede lumi su quel "federale" che sembra aver imrpowisamente contagiato, dopo la politica, anche le banche. Niente paura, precisa con la sua esse da bolognese doc il presidente Rondelli: «Oggi come oggi il processo di riordino del sistema del credito in Italia passa per queste aggregazioni federali in grado di metter a fattor comune determinate risorse ma anche di sfruttare il radicamento territoriale dei singoli istituti». Come dire, questo oggi passa il convento per coniugare la voglia di crescita di tutti con l'esigenza di salvaguardare l'autonomia di ognuno. Intesa, alias Cariplo e Ambroveneto, ha fatto scuola: cosa poi ci riserverà il futuro, parola di Rondelli, «il tempo dirà». Armando Zeni Rondelli: inevitabile sfruttare le radici dei singoli istituti sul loro territorio SONI DA PARTE D6U.E TRE FONDAZIONI, PREVISTO PER L'AUTUNNO GRUPPO RAS-ALLiANZ r ;; GRUPPO 1TALMOBILIARE FAMIGLIA MARAMOTTI 1,7 UNICREDITO ITALIANO T FONDAZIONI EX UNICBEDITO 9% VERONA J ROLO BANCA 1473