Kashmir, guerra di cannoni e parole di E. St.

Kashmir, guerra di cannoni e parole Islamabad vanta blitz militari, Delhi nega Kashmir, guerra di cannoni e parole ISLAMABAD. In un acuirsi di tensione tra India e Pakistan, il governo di Islamabad ha affermato di aver ucciso ieri in bombardamenti «numerosi soldati» indiani. Fonti pachistane sostengono inoltre che nei bombardamenti è stato distrutto «il quartier generale di una delle unità indiane» schierate lungo la «linea di controllo», il confine di fatto tra i due Paesi. Da giovedì scorso i due Paesi rivali che nel maggio di quest'anno hanno compiuto una serie di esperimenti nucleari dimostrando di essere pronti a dotarsi di armi atomiche - sono impegnati in fitti scambi di colpi di artiglieria che hanno provocato finora la morte di circa novanta persone. Secondo l'agenzia d'informazione ufficiale pachistana «App», il bombardamento è avvenuto nel settore di Kargil, nel Nord del Kashmir, lo stato indiano rivendicato dal Pakistan. L'agenzia scrive che «si sono viste alte colonne di fumo che dimostrano le perdite inflitte al nemico». Nel pomeriggio è stata diffusa la smentita delle fonti ufficiali di New Delhi, secondo le quali la notizia è frutto «dell'immaginazione» pachistana. Lo ha dichiarato un alto ufficiale dell'esercito indiano. Un comunicato del ministero della Difesa di New Delhi afferma che nel settore di Kargil (Nord del Kashmir), nel quale sarebbe avvenuto il bombardamento annunciato dall'App, non ci sono stati scambi di colpi di artiglieria. Secondo l'India, i pachistani cercano di drammatizzare la situazione per ottenere una mediazione internazionale sul problema del Kashmir. L'agenzia di stampa indiana «Pti» ha dal canto suo affermato che almeno dodici civili sono morte ieri nei villaggi di frontiera del Kashmir indiano, bombardati dal Pakistan per il quinto giorno consecutivo. Sale così a 35 il totale delle vittime indiane della battaglia di artiglieria che dura da giovedì scorso sulla «linea di controllo» che segna il confine tra i due Paesi. Gli scontri sono scoppiati una settimana fa, dopo gli inconcludenti colloqui di Colombo, Sri Lanka, tra il premier indiano Atal Behari Vajpayee e il premier pakistano Nawaz Sharif, il primo vertice tra i due rivali del subcontinente dai test nucleari condotti a maggio. L'innalzamento della tensione tra India e Pakistan è coincisa con la recrudescenza dell'attività dei separatisti musulmani del Jammu Kashmir. I guerriglieri islamici filopachistani dello Jammu-Kashmir hanno seminato la morte con due massacri nel vicino Stato settentrionale del Himachal Pradesh, al confine con il Jammu Kashmir. Ambedue i massacri sono avvenuti nella regione di Chamba, ai confini con la roccaforte separatista di Doda. Durante la notte di ieri a Kalaban i guerriglieri, che si battono per l'indipendenza dall'India, hanno fatto irruzione in un capannone e hanno dato fuoco a 34 operai edili sorpresi nel sonno: 26 sono morti, gii altri hanno riportato ustioni. Sulla via del ritorno i guerriglieri hanno ucciso altri 8 operai nel villaggio di Shatrundi. La regione in cui si sono verificate le tragiche incursioni è situata più di 400 chilometri a Nord di New Delhi. Una settimana fa i separatisti del Kashmir avevano massacrato 17 hindu in due villaggi della regione di Doda. [e. st.]

Persone citate: Atal, Doda, Nawaz Sharif