«Tutto chiaro: fu un ordigno a bordo»

«Tutto chiaro: fu un ordigno a bordo» NARDI E FAZZINO «Tutto chiaro: fu un ordigno a bordo» ROMA. La sera della tragedia di Ustica «non ci fu battaglia aerea né missile». Non c'è stata «manomissione dei nastri radar» e la perizia d'ufficio si è «chiaramente pronunciata per mia esplosione interna (bomba)». La responsabilità dell'Aeronautica militare «finì quando riferì al ministro della Difesa che nessun aereo proprio e degli alleati era implicato nella tragedia». Lo affermano i generali Catullo Nardi e Cesare Fazzino in una nota congiunta, a nome del «Comitato studi per Ustica» istituito presso il Centro studi aeronautici, e diffusa in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Roma per quattro generali e sei ufficiali. Le richieste di rinvio a giudizio per il caso Ustica dimostrano affermano Nardi e Fazzino - che l'ipotesi del missile è «caduta anche per i pubblici ministeri», dopo che per 18 anni è stata sostenuta da «una lobby interessata, prima ad evitare responsabilità, poi a ricercare consensi politici e giornalistici al fine di favorire ingenti rimborsi finanziari». Per Nardi e Fazzino «appare sempre più chiaro che gli oggettivi depistatori, la signora Daria Bonfietti in testa, sono coloro che si sono opposti ad ogni possibilità di esplorare per tempo l'ipotesi di esplosione interna non consentendo quindi l'identificazione dei colpevoli, difficilmente oggi raggiungibili». [AdnKronos]

Persone citate: Catullo Nardi, Daria Bonfietti, Nardi

Luoghi citati: Roma, Ustica