«Sì, c'erano jet militari intorno al Dt-9» di Francesco Grignetti

«Sì, c'erano jet militari intorno al Dt-9» Ustica: le motivazioni per cui è stata chiesta l'incriminazione dei quattro alti ufficiali «Sì, c'erano jet militari intorno al Dt-9» I magistrati: bomba o missile? Purtroppo non lo sapremo ROMA. Nel mistero che avvolge il disastro di Ustica ci sono pochi punti fermi. I magistrati romani che hanno indagato sulla tragedia, alla fine senza decidere tra l'ipotesi della bomba o quella del missile, ad esempio hanno raggiunto «la certezza» che intorno al Dc9 ci fosse un intenso traffico aereo. Si trattava di velivoli militari non identificati, che si alzavano e abbassavano di continuo, comparendo solo a sprazzi sui radar della nostra difesa aerea. Di questa danza macabra attorno al Dc9, i magistrati hanno la «certezza» - così l'hanno definita ieri i pm Giovanni Salvi, Settembrino Nebbioso e Vincenzo Roselli durante una conferenza stampa che comporta la dura conseguenza di una richiesta di incriminazione per quattro generali della Aeronautica militare italiana con l'accusa più infamante: alto tradimento. A prescindere dall'indagine sulle cause del disastro aereo, infatti, che rimane monca nella sua parte conclusiva, la procura della Repubblica ha le idee molto chiare sul ruolo dei generali. «Per lungo tempo, certe tracce sul radar sono state indicate come anomalie e invece oggi abbiamo la certezza che si trattava di presenze». Da notare che questa seconda interpretazione s'è fatta strada con lentezza e difficoltà. Ed è diventata «certezza» soltanto nell'ultimo anno, quando la Nato ha deciso di collaborare pienamente all'inchiesta, mettendo a disposizione le sue conoscenze (che fino a quel momen- to erano coperte dal segreto militare). Di qui la drastica conclusione: negli anni qualcuno tra i nostri militari, che naturalmente partecipava alle conoscenze dell'alleanza atlantica, ha mentito. Ma in questa interminabile inchiesta, di certezze ce ne sono davvero poche. Un'altra riguarda il Mig libico caduto sulla Sila. «Abbiamo la certezza che non è caduto nella data indicata dalla commissione mista italo-libica», dice Roselli. Ahimé, è una sicurezza che apre solo altri interrogativi. Perché, se non è caduto in luglio, come vuole la versione ufficiale, quando è caduto il Mig libico? «Noi possiamo solo dire che è successo prima della data indicata dalla commissione mista. Se qualche giorno o qualche settimana, non abbiamo prove per dirlo». Inutile aggiungere che se la data scivola all'indietro di quattro settimane, coincide con il disastro del Dc9. E poi c'è un'altra certezza che i magistrati rivendicano. «A giudicare dalle polemiche, abbiamo scontentato tutti. Sia gli imputati, sia le parti civili». Giovani Salvi sembra quasi esserne contento. «Non è opera diplomatica. Abbiamo tentato di fare il nostro lavoro che, anche se non è riuscito a dare una risposta esauriente, rimane un lavoro onesto che si basa si fatti accertati». Se poi hanno chiuso la loro requisitoria senza scegliere tra bomba o missile, dicono, la colpa è del «contrasto probatorio». Cioè del susseguirsi di perizie che sostenevano ogni volta una verità diversa. Il fatto è che i reperti troppo spesso si prestavano a diverse interpretazioni. E' vero, ad esempio, che su due frammenti di fusoliera sono state trovate tracce di esplosivo Tnt-T4, una miscela che si usa nelle armi da guerra. Sia le bombe che i missili si preparano con esplosivo simile. Più che certezze, infatti, restano CENZA DECLINAZIONE E' storia vera (ma pare fantastica) di più nazioni (ma pare domestica) avrà un suo senso (ma è pura enigmistica) avrà un futuro (che non si pronostica) ma qual è il passato? (si parla di Ustica) i dubbi. Nel corso delle ricerche subacquee, nel 1992, è stato trovato sul fondo marino un serbatoio supplementare da jet Usa. Un serbatoio «costosissimo che difficilmente un pilota avrebbe mollato in mare se non per un evento traumatico». Due anni dopo, in Sardegna viene trovato un pezzo di aereo schiantato al suolo. Partono le richieste di informazione per gli Usa. Che rispondono: del serbatoio non sappiamo, i nostri archivi non mantengono questo tipo di dati; dell'aereo sappiamo che era andato disperso nel 1981, un anno dopo la tragedia di Ustica. La risposta è arrivata qualche settimana fa, però, quando ormai l'inchiesta era chiusa. Impossibile verificare. Ma davvero è chiamata in causa l'aeronautica militare Usa, tra le righe di questa requisitoria? Argo¬ mento scottante. Fioccano le domande. I giornalisti americani incalzano. Roselli distilla: «Abbiamo una pluralità di fonti testimoniali e documentali che individuano la presenza di aerei militari Usa in zona, la cui esistenza è sempre stata negata a livello ufficiale». Salvi scandisce: «Ma noi non sosteniamo alcuna correlazione». Inutile insistere. Gli elementi «sicuri» sono sul tappeto: l'esplosivo, gli aerei misteriosi, il Mig che non è precipitato alla data indicata, l'aereo americano su cui i magistrati avrebbero volentieri indagato, il serbatoio trovato vicino al relitto, i silenzi dei nostri generali, le manomissioni ai tracciati radar. Ma la strage resta «ad opera di ignoti». Potrebbe sempre trattarsi di una bomba. 0 no? Francesco Grignetti

Persone citate: Giovanni Salvi, Roselli, Settembrino Nebbioso, Vincenzo Roselli

Luoghi citati: Roma, Sardegna, Usa, Ustica