Miglio: «Torna con i piedi per terra Ma di federalismo non sa nulla» di Guido Tiberga

Miglio: «Torna con i piedi per terra Ma di federalismo non sa nulla» Miglio: «Torna con i piedi per terra Ma di federalismo non sa nulla» A prima vista sembra una dichiarazione di entusiasmo, quasi un ritorno all'ovile. Ma bastano poche parole per rendersi conto che Gianfranco Miglio non ha cambiato idea. La retromarcia di Bossi sulla secessione? «Un segno di maturità - dice l'ex ideologo del Carroccio -. O meglio: un ritorno con i piedi per terra...». Senatore Miglio, Bossi è tornato al federalismo. Lei è sempre stato scettico sulla secessione. E' arrivato il momento del suo ritorno nella Lega? «Non ci penso nemmeno. E poi, mi creda, Bossi di federalismo non capisce nulla. Lo lasci dire a. me, che gli sono stato vicino a lungo». Come sarebbe «non ne capisce nulla»? Prima di lui nessuno parlava di federalismo, adesso è un punto costante in tutti i programmi. O no? «E allora? Sono tutti uguali, anche Berlusconi è così. Per loro federalismo e confederalismo sono solo parole. Ouello che conta è il potere. Altro che tornare nella Lega: io sono stato eletto con Forza Italia: se dovessi candidarmi adesso esigerei la qualifica di indipendente: sono deluso dalla meschinità e dalla vigliaccheria dei politci italiani: hanno tutti paura, si pisciano sotto al solo pensiero di un cambiamento rivoluzionario dello Stato». E questa «rivoluzione» sarebbe il federalismo? «Sarebbe una costituzione confederale. L'unica che permetterebbe agli italiani di non affondare nel Mediterraneo, di non diventare tutti sudditi di Gheddafi». Senatore, scusi, ma non era più «rivoluzionaria» la secessione? «No, perché se a Bossi fosse caduta addosso la Padania indipendente, non avrebbe potuto far altro che costruirla come uno Stato centralista. Altro che federalismo...». Ammetterà che Bossi ha sempre detto il contrario... «Non conta quello che dice. Chiunque abbia studiato un po' capirebbe che uno Stato di nuova formazione ha bisogno di un centro che lavori con autorità». Per questo suona la ritirata? «Guardi che questa non è una ritirata. Chi crede che la Lega sia in disarmo si illude. Ragioni su una cosa: quanti seno i veri secessionisti in Padania? Il 20-25 per cento a essere generosi. I favorevoli a una costitu¬ zione federale o confederale sono molti di più. E poi bisogna saper vedere le strategie future». Lei è capace, senatore? «Senta, sono più di cinquant'anni che studio la politica e vuole che non riesca a capire che cosa sta succedendo? Con una struttura confederale, in questo periodo di devolution - come dicono gli americani - si possono ottenere sul lungo periodo risultati straordinari». Ad esempio? «Penso a una Padania che si aggrega alla Baviera, o alla Svizzera. Non subito, sia chiaro, ma fra 10 o 20 anni potrebbe essere possibile». E Bossi, che secondo lei «non capisce nulla» di federalismo, è in grado di fare una cosa come questa? «Guardi che gli uomini che scrivono la storia non sono mica i sapienti o i costituzionalisti come me. Sono per¬ sone di scarsa cultura politica, figure modeste, di poche capacità. Pensi a Mussolini, o se vuole anche a Berlusconi. Quelli che contano, in fondo sono i consiglieri: per questo dico che Bossi dovrebbe portare a Roma il testo della costituzione federale che gli hanno preparato quelli del suo Parlamento». Professore, Bossi li ha questi consiglieri? «Non lo so. Lui non sopporta di avere vicino qualcuno che sappia di politica più di lui. Per questo me ne sono andato». E non tornerebbe? «Io? Le ho già detto di no». Neppure per realizzare il suo progetto? «Quando ero nella Lega, Bossi si rodeva di gelosia. E io non sopporto le persone gelose». Guido Tiberga «La Padania sarebbe stata centralista Non c'è alternativa per gli staterelli appena nati...» «Tra 20 anni, il Nord invece di affondare nel Mediterraneo potrebbe aggregarsi alla Baviera...» Gianfranco Miglio

Luoghi citati: Baviera, Roma, Svizzera