Ragusa, ia cella il presidente della Provincia

Ragusa, ia cella il presidente della Provincia L'accusa: voleva il 15% sugli incarichi professionali. Al momento dell'arresto s'è sentito male Ragusa, ia cella il presidente della Provincia Di Forza Italia: chiedeva mazzette RAGUSA NOSTRO SERVIZIO Tangentopoli ritorna dal profondo Sud, da una delle province considerate più tranquille e sicure della Sicilia. Tangentopoli torna e porta in carcere un insospettabile, il presidente della Provincia di Ragusa: Giovanni Mauro, 36 anni, esponente di Forza Italia con un passato di tutto rispetto tra le file degli andreottiani de, fresco di plebiscitaria rielezione avvenuta appena tre mesi fa. Gli agenti della squadra mobile si sono presentati nella casa di villeggiatura del presidente «azzurro», a Marina di Ragusa, ieri mattina alle 6,30. Quasi nello stesso momento altri poliziotti portavano in carcere i presunti complici, due suoi strettissimi collaboratori e sei tecnici liberi professionisti. Il gip Vincenzo Saito per tutti e nove ha ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata ad atti di corruzione. A trascinarli in carcere è stato un imprenditore pentito, uno di quelli che avrebbe fatto - con il presidente della Provincia - gli stessi affari prima di tirarsi fuori e di andare a raccontare tutto a un magistrato della procura. Il suo nome viene mantenuto segreto, anche se nelle stanze del palazzo della Provincia un nome circola insistentemente. Il presidente arrestato, quando era già negli uffici della questa- ra, si è sentito male e, nonostante abbia cercato di rassicurare tutti sulle sue condizioni, è stato portato in ospedale e ricoverato per non meglio precisati «problemi cardiaci». Adesso è piantonato in una stanza de! reparto di cardiologia. Solo dopo che verrà dimesso, verrà interrogato. Già da oggi, invece, risponderanno alle domande dei magistrati gli altri otto arrestati: Emanuele Nello Vitale e Giovanni Buonuomo, collaboratori di Mauro e indicati coloro i quali riscuotevano le tangenti; e poi gli ingegneri Ernesto Scattolini, Gaetano Casetti, Carmelo Sidoti, Carmelo Piccitto, Giuseppe Busacca, Nicolini Burrieci. Piccitto, che ha 75 anni, è agli arresti domiciliari. Burrieci era già in carcere da un mese, arrestato dai giudici di Palermo nell'ambito di un'operazione antimafia. Casetti è stato arrestato a Novara. Scattolini, raggiunto dal provvedimento dei giudici siciliani a Mantova, è stato per circa nove armi presidente dell'Azienda di Promozione turistica del capoluogo lombardo. Componente di spicco del Psi mantova¬ no nei primi Anni 80, è stato sindaco socialista di Roverbella, dall'80 all'87. Attualmente è titolare di uno studio di progettazione a Mantova. Stando all'inchiesta, e al racconto del «pentito», Mauro avrebbe percepito tangenti per oltre mezzo miliardo, il 15 per cento delle somme spese dall'amministrazione provinciale per incarichi professionali conferiti, in pochi mesi, ai sei tecnici. Tutti incarichi al di sotto dei 200 mila Ecu, dunque senza la necessità di un'approvazione da parte del Consiglio provinciale. Il sistema era molto semplice quanto rozzo: i due emissari di Mauro si presentavano dai tecnici con, in mano, una lettera di affidamento dell'incarico già firmata dal presidente. I tecnici prendevano la lettera e consegnavano il denaro, che veniva poi versato sui conti correnti di Mauro. Gli incarichi erano tutti per cifre comprese tra i 300 e i 400 milioni, tranne uno da quasi 2 miliardi per la redazione del piano territoriale della Provincia: bonifica di discariche, produzione di energia eolica, adeguamento delle scuole alle norme sulla sicurezza; opere che fanno parte del programma elettorale della giunta provinciale. Mauro, tuttavia, avrebbe fatto tutto da solo: «Ha agito a titolo personale - ha precisato il capo della Mobile di Ragusa, Giuseppe Bellassai - senza il coinvolgimento di partiti». Ma gli esponenti di Forza Italia, e non solo in Sicilia, sono già al contrattacco: «Con l'arresto di uno fra i più stimati amministratori siciliani - dice il leader azzurro isolano, Gianfranco Miccichè - sembra essere partita la campagna d'agosto contro Forza Italia». Tutti gli esponenti di Forza Italia spingono subito il paragone con un'altra vicenda giudiziaria, quella del presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto, arrestato, poi assolto e subito rieletto. «Mi auguro - dice il presidente dei senatori forzisti Enrico La Loggia - che la giustizia faccia subito chiarezza per evitare un nuovo caso Musotto». Fabio Albanese Tradito da un «pentito» Anche altre otto persone coinvolte nell'indagine Miccichè: forse è partita la campagna d'agosto La Loggia: un Musotto bis? Qui accanto il presidente della Provincia di Ragusa Giovanni Mauro arrestato ieri A sinistra in alto Gianfranco Miccichè e, sotto, il capo dei senatori azzurri Enrico La Loggia