Dalla macedonia-rock nasce il Premio Italia
Dalla macedonia-rock nasce il Premio Italia I DIS€HI Dalla macedonia-rock nasce il Premio Italia dotto commerciale come le compilation ha ragione di esistere questa è l'estate. Tutto è in funzione divertimento, svago, ballo. In buona sostanza dell'ascolto rilassato e acritico, pur se molti prodotti seguono una traccia logica nell'assemblare i brani. Iniziamo la rassegna con il tricolore in pugno, ovvero con la compilation legata alla manifestazione Premio Italiano della Musica, la cui sigla dà il titolo all'album: «PIM» (Mercury, 1 Cd). Per la prima volta il premio genera un disco, realizzato con tutte le canzoni che hanno ottenuto una «nomination», un meccanismo all'americana come per Oscar o Grammy. Ne è nata una macedonia italica dove accanto al rock camionista di Ligabue («Ragazzi sono in giro», versione live) c'è la melodia di Giorgia («Dimmi dove sei»), si passa dal rock di ricerca del CSI («Forma e sostanza») al Jovanotti da San Valentino («Bella»), da Franco Battiato («La cura») a Frankie Hi NRG («Quelli che ben pensano»). E così scorrono 19 brani, considerati i migliori del '97, comprese le rivelazioni Elisa, Afterhours, Scisma, Subsonica, Sottotono, Niccolò Fabi, Cristina Dona. Altra manifestazione, altro disco: «Rock targato Italia» (Polydor, 1 Cd) legato alla decima edizione del concorso itinerante per la Penisola alla ricerca di nuove espressioni di tendenza, di rinnovamento su esempi internazionali. Così se ritroviamo CSI, Carmen Consoli, Afterhours, abbiamo anche i nuovi, interessanti suoni di Negrità, Timoria, Luciferme, Marlene Kuntz, Estasia, Denovo. Per curiosi avanguardisti. Decisamente più popolare è il concetto guida di altri tre titoli. «Festivalbar 98» (Emi, 2 Cd) con 32 successi che spaziano dalle All Saints ai Prozac + , dai Verve (con «Sonnet») a Biagio Antonacci e Vasco Rossi, dai Lighthouse Family agli Aqua e Michele Zarrillo. Per tutti i gusti, da I ascoltare in alternativa alle I radio private, che tanto tra¬ smettono sempre questi stessi brani. Poi per i nostalgici del reggae, quello che si balla e non ha più nessuna carica politica. Ecco allora «Jamaicatime» (Mercury, 1 Cd). Ci sono Bob Marley e Jimmy Cliff, ma anche Chaka Demus & Pliers con l'unico brano valido (la versione di «Twist and shout»). Infine per i veri nostalgici, ma invecchiati, oppure per giovani abituati al Bignami, anche nel rock. Ecco «Rock 70» (Mercury, 1 Cd). In diciassette brani si è voluto racchiudere un intero decennio, ricco di contraddizioni ma anche molto sfaccettato. Giusto inserire Cream, Who, Dire Straits, Genesis, Santana, Toto, il rock metallaro e teatrale (Status Quo, Deep Purple, Alice Cooper, Meat Loaf). Non sempre i brani sono i più celebri (sennò si fanno sempre le stesse scelte), ma troppo esiguo il ventaglio offerto. Siamo alla radice quadrata del Bignami. Meglio allora andar di fantasia e seguire altre due compilation fuori norma. Ad esempio «Vampiri» (Eroi, 1 Cd). Legato alla mostra multimediale dedicata a quelle strane creature - si suppone fantastiche -, il disco ha allineato canzoni che possono dare loro un senso musicale, o almeno creare un'atmosfera «rosso e nera». E così si susseguono Prodigy («Breathe»), Talkirg Heads («Psyco killer»), Litfiba («El diablo»), Iron Maiden («2 minutes to midnight») e via a seguire Billy Idol, Cult, Iggy Pop, Jesus & Mary Chain, Japan, Léonard Cohen, Pogues e altri. Disco divertente, vario, originale. Alessandro Rosa .saj
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