L'America studia una nuova Borsa

L'America studia una nuova Borsa Paura a Wall Street: l'indice Dow Jones a quota diecimila può far saltare tutto L'America studia una nuova Borsa Arriva OptiMark, il computer super rapido NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Prima che finisca il secolo Wall Street avrà subito un tale cambiamento che gli stessi suoi artefici lo definiscono «drammatico», con una punta di timore. Se una volta si rimpiangeva il «ticker tape», il nastro che ogni giorno vomitava sugli operatori di Borsa le quotazioni dei titoli e che all'occorrenza serviva a mo' di coriandoli da gettare sulle celebrità che sfilavano nel «Canyon degli eroi», ora ad essere rimpianto sarà un aspetto ancora più tipico dell'attività dello Stock Market: quello del «pozzo» pieno di gente vociante (o che comunica a distanza con gesti arcani), determinando con i propri acquisti e vendite i dati che un grande schermo (il sostituto del «ticker tape») trasmette in continuazione. Ora, tutto questo sta per essere cancellato da un sistema chiamato «OptiMark», nel quale sono coinvolti i maggiori «signori» di Wall Street, le grandi banche e la stessa Dow Jones, che ne possiede il 15 per cento, il che automaticamente fa del cambiamento una cosa ineluttabile. In sostanza l'OptiMark è un supercomputer capace di registrare tutto (per salvaguardare l'aspetto legale delle contrattazioni) e di mettere in contatto il potenziale acquirente e il potenziale venditore di un titolo in «un miliardesimo di secondo», dice con fierezza William Lupien, un veterano dello stock market con un passato anche di consulente dei grandi «contractors» del Pentagono, che sta mettendo a punto la novità. Come gli «umani» riusciranno a star dietro a contrattazioni da un miliardesimo di secondo non è chiaro, ma questo è il futuro previsto per Wall Street: lo smantellamento del «pozzo» e la rapida «riconversione» dei circa 6000 fra operatori, specialisti, addetti ai computer e impiegati vari che ogni giorno vi bivaccano. Il luogo che prenderà il suo posto non è chiaro: sia perché il nuovo centro delle contrattazioni sarà virtuale, silenzioso e in qualche modo evane¬ scente, sia perché è sempre in piedi la possibilità che l'intera attività finanziaria lasci prima o poi il suo luogo tradizionale, appunto la zona di Wall Street, per trasferirsi armi e bagagli al di là del fiume, nel New Jersey, da dove fioccano vantaggiosissime offerte con le quali il sindaco Rudolph Giuliani cerca disperatamente di competere. Quello di OptiMark non è un caso isolato, naturalmente. Il Nyse, per esempio, ha già progettato un collegamento continuo e permanente con i mercati del Canada, dell'America Latina, di Londra e di Francoforte; il Nasdaq ha già deciso di inserire la sua rete in Internet, sicché nel suo mercato si potrà intervenire da casa, sia essa un appartamento nella zona alta di Manhattan o una villetta sperduta nelle grandi praterie del West; il mercato di Chicago sta discutendo quando - non se - chiudere anche il suo «pozzo» e il Matif di Parigi quella chiusura l'ha già decretata. Una grande, frenetica «corsa al nuovo», insomma, che nella sua speditezza non sembra avere il tempo di affrontare un problema che invece minaccia di rivelarsi serissimo. Avete presente il rompicapo creato dalle due cifre che nelle date che appaiono sui computer indicano l'anno? C'è chi prevede che nel 2000, quando quelle due cifre diventeranno semplicemente 00, molti computer non saranno in rado di distinguerle dal 1900 e nessuno sa con certezza che cosa quella loro errata lettura comporterà nell'intero sistema. Ebbene, qualcosa di simile rischia di accadere nel mercato dei cambi di New York. Lì i computer dispongono di sole quattro cifre per indicare il valore complessivo dei titoli. Attualmente va bene perché quel valore è sugli 8000 e rotti. Ma che succede se supera i 10.000 e le cifre diventano cinque? Una bella domanda per gli operatori del futuro, siano essi a New York o nel New Jersey. Franco Pantere!!!

Persone citate: Franco Pantere, Rudolph Giuliani, William Lupien