«Rivelerò su Internet tutti i delitti dell'MI5»

«Rivelerò su Internet tutti i delitti dell'MI5» Arrestato a Parigi uno 007 rinnegato «Rivelerò su Internet tutti i delitti dell'MI5» L'agente inglese vuole smascherare un complotto per uccidere Gheddafi LONDRA NOSTRO SERVIZIO Una spia rinnegata dell'MI5, i servizi segreti interni britannici, minacciava di rivelare su Internet i dettagli di un complotto per assassinare Gheddafi. Entro poche ore, nel tardo pomeriggio di sabato, David Shayler è stato rintracciato in un hotel di Parigi dove si nascondeva con la sua ragazza ed arrestato dal controspionaggio francese su richiesta di Scotland Yard. Il giorno prima un altro ex agente, Richard Tomlinson, che intendeva spifferare in un libro la storia di un altro assassinio commissionato dall'MI6, il controspionaggio britannico, era stato catturato a Parigi. Tomlinson, veterano delle operazioni in Bosnia e Medio Oriente, è stato interrogato e rilasciato nelle prime ore di ieri. Ma Shayler, accusato di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale, rimane in galera. Scotland Yard ha chiesto la sua estradizione: se i giudici daranno il via libera, spetterà ai ministri francesi concederla. La drammatica storia della cattura di Shayler è raccontata dal «Sunday Times», il giornale a cui l'ex spia aveva telefonato quaranta minuti prima di essere arrestato. Ma il domenicale inglese non può contravvenire a due ingiunzioni del governo che gli impediscono di divulgare i dettagli dei complotti. Comunque, un tribunale britannico non potrebbe bloccare la pubblicazione dei segreti, se questi uscissero su Internet o all'estero. Shayler, «che ha lavorato nella sezione libica per mesi», era in fuga dall'anno scorso, cioè da quando decise di «cantare» e imbarazzare l'MI5 accusandolo «nell'interesse pubblico» di inefficienza e burocrazia. Gli ex colleghi lo hanno cercato in lungo e in largo mentre lui si nascondeva con la sua compagna, Annie Machon, «un'altra ex agente dell'MI5». La coppia si rintanò nella fattoria di un amico. Mentre i loro risparmi si prosciugavano, David e Annie vivevano di lattine di cassoulet e pane e si chiedevano se ce l'avrebbero fatta a sopravvivere all'inverno. All'inizio avevano ingenuamente pensato che la loro fuga sarebbe durata settimane, anziché mesi. «Credevamo che la gente pensasse che avevamo fatto una cosa buona: non credevamo che le autorità sarebbero state così implacabili». Ma anziché ottenere sostegno politico, si sono ritrovati soli. Ridotto allo stremo, Shayler cercò di negoziare il suo ritorno: «Promise di non rivelare più informazioni riservate e di consegnare il materiale in suo possesso - dice il "Sunday Times" -. La settimana scorsa le trattative che avrebbero dovuto garantirgli l'immunità si sono interrotte. Lui dice che il governo voleva il copyright mondiale di tutto ciò che avrebbe scritto, il che lo avrebbe privato dell'unica fonte di sostentamento». Shayler ha rifiutato e quindi ha tirato fuori il suo asso dalla manica: «Ha deciso di rivelare il materiale sul complotto omicida dell'MI6, che aveva "mantenuto di riserva"». Lo scorso fine settimana, si è messo in contatto per la prima volta con Richard Tomlinson. Questi aveva appena finito di parlare al telefono con la ragazza di Shayler, quando gli agenti francesi si sono precipitati, pistole in pugno, nella sua camera d'albergo e lo hanno immobilizzato. Tomlinson è convinto di essere stato seguito: era scappato dall'Inghilterra la settimana scorsa perché voleva emigrare in Nuova Zelanda. «Risulta che Tomlinson sia a conoscenza di un piano dell'MI6 per far saltare in aria una fabbrica d'armi chimiche nel Medio Oriente, incluso il personale di scienziati». Alle 19,30 di sabato Shayler ha chiamato il «Sunday Times» dicendo che stava succedendo «qualcosa di strano». Alle 20,10 è stato arrestato. Gli avvocati del governo britannico sostengono che la storia del complotto contro Gheddafi sia falsa. Dalla clandestinità, lo scorso settembre, Shayler aveva scritto una lettera aperta a Tony Blair in cui sosteneva che i servizi segreti avevano intercettato per tre anni il telefono di Peter Mandelson, che allora era un giovane attivista sospettato di affiliazioni comuniste e oggi è ministro di Industria e Commercio. Maria Chiara Bonazzi

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Medio Oriente, Nuova Zelanda, Parigi