Cronache della grande inondazione di Marina Verna

Cronache della grande inondazione Cronache della grande inondazione Dall'Africa all'Asia le piogge seminano la morte ALL'AFRICA all'Indonesia, dalla Cina all'Australia, la pioggia è diventata un incubo: migliaia di morti, centinaia di migliaia di sfollati, case travolte dal fango, raccolti perduti. Soprattutto là dove di norma c'è un clima secco e l'acqua è attesa come una benedizione. Il bollettino, continuamente aggiornato, è terribile. In Niger in una sola notte sono caduti cento millimetri di pioggia. In Sudan, tra sabato e domenica 14 persone sono morte annegate e 450 case sono andate distrutte. Violente inondazioni nell'Iran settentrionale: piogge torrenziali, frane, smottamenti, strade interrotte dal fango e dall'acqua, soccorsi in difficoltà. Una frana ha fatto almeno 26 vittime. Nello Yemen, poche vittime, ma diluvi tra giovedì e venerdì. In Asia, dove le inondazioni non sono un fatto anomalo durante la stagione delle piogge, quest'anno l'emergenza è più grave del solito. Negli ultimi giorni ci sono state inondazioni e smottamenti nella Corea del Sud, con 20 morti e 80 dispersi. Sono straripati i torrenti nelle valli intorno ai Monti Chiri, una zona nota per il trekking e il campeggio estivo. E intanto continua a piovere. Nell'Indonesia, 4 morti e 7000 ettari di terreno inondati a Samarinda, coinvolte 450 mila persone. In Bangladesh, dove piove da due settimane, più di 250 vittime. E adesso che il livello delle acque sta scendendo, si scopre un'altra minaccia: l'acqua è infetta. Ma non c'è altro da bere, e la gente muore per le malattie che essa provoca. La situazione peggiore è però in Cina, dove da settimane lo Yangtze sta straripando. Come uno «stomaco» troppo piccolo per assorbire una grande bevuta, dicono gli ingegneri cinesi: il letto del fiume si è alzato nei decenni per l'accumulo di fango e detriti ed è più facilmente suscettibile alle alluvioni. E questa è la peggiore dal 1954. Più di quattro milioni di persone sono mobilitate per difendere il territorio e le abitazioni, una catena umana che lavora a mani nude, posando sacchi di sabbia sugli argini, in una corsa continua contro il livello del fiume che non smette di crescere. Nella provincia dello Jiangxi, l'acqua è salita a 22.79 metri, mentre gli argini sono in grado di reggere al massimo 23.25 metri. Si guarda con apprensione al cielo, dove le nuvole incombono ancora. Se il fiume straripa, sommergerà le case e i raccolti di 400 milioni di persone, quelle che abitano lungo il suo bacino. I cittadini di Jiujian, la città più direttamente minacciata, hanno raccolto 70 milioni di metri cubi di sassi e 500 mila sacchi di sabbia per rafforzare gli argini. Le inondazioni di quest'anno hanno già distrutto 3.4 milioni di ettari di coltivazioni. Se non sarà possibile fare la seconda semina dell'anno, sarà carestia. E anche quando saranno cessate le piogge, occorreranno settimane perché l'acqua si ritiri. Nella regione dell'Hunan il livello del fiume è salito di 35 metri e non si può seminare da settimane. Nella provincia dello Jiangxi una diga ha ceduto per la prima volta in più di quarant'anni. E i meteorologi prevedono che continuerà a piovere e lo Yangtze, nelle zone più critiche, continuerà a crescere di almeno dieci centimetri al giorno. Che cosa sta succedendo al clima? La Cina ha un modello climatico che si ripete identico da secoli: quanto più fa caldo, tanto più piove; quando meno fa caldo, tanto meno piove. Così, tra l'altro, accade in tutto il mondo, perché con il caldo aumenta l'evaporazione dell'acqua e si accelera il suo ciclo di condensazione e precipitazio- ne. Che il riscaldamento globale della Terra producesse grandi cambiamenti climatici, estremizzando tutti i fenomeni meteorologici, e dunque sia le inondazioni che la siccità, era stato previsto dagli scienziati. Un paio di gradi di aumento della temperatura può sembrare irrilevante, ma il discorso cambia se il fenomeno non è limitato a un luogo e a un tempo, ma è un aumento medio che riguarda tutta la Terra. E la temperatura sta aumentando più rapidamente di quanto non sia mai accaduto negli ultimi diecimila anni. La differenza tra l'ultima glaciazione e il successivo periodo più caldo è stata di soli cinque gradi, e per di più il cambiamento è avvenuto in un arco di centinaia di migliaia di anni. Oggi è salita di più di un grado in appena un secolo. Se non si stabilizzeranno le emissioni di anidride carbonica che causano il riscaldamento, i complessi ecosistemi della Terra si destabilizzeranno, essendo costretti ad adattamenti troppo rapidi. C'è poi un altro problema: l'aumento della popolazione ha portato a occupare zone un tempo disabitate, proprio perché esposte al rischio di mondazione. Questo accade, ad esempio, nel Bangladesh, dove da decenni si costruiscono baracche anche sul delta dei fiumi e nelle zone basse. E intanto le previsioni del tempo sulla Cina per agosto parlano di sette tifoni in arrivo. Marina Verna Un cinese attraversa una strada di Jiujian, allagata dallo Yangtze [FOTO ANSA]

Persone citate: Chiri