«A termine il segreto di Stato»
«A termine il segreto di Stato» Andreatta: valuterò le accuse ai militari. I parenti delle vittime: tanto tempo perso «A termine il segreto di Stato» Da Bologna a Ustica, Violante chiede «verità» ROMA. «Una lunghissima istruttoria che non si conclude con l'accertamento delle cause e dei responsabili di una tremenda vicenda è una sconfitta per tutti». Questa la reazione del ministro della Difesa Andreatta dopo il rinvio a giudizio di alcuni alti ufficiali per la tragedia di Ustica. «Sento perciò una profonda comprensione e un sincero apprezzamento per i tre giudici che hanno affrontato coraggiosamente questa situazione, senza prestarsi alle soluzioni prefabbricate e "politicamente corrette". Fin dall'inizio del governo Prodi, il presidente e diversi ministri si sono adoperati per ottenere maggiori elementi dai governi alleati e dalla Nato e di tali informazioni la Procura ha potuto avvalersi. Non appena mi sarà possibile leggere la requisitoria, valuterò se gli elementi nei confronti degli ufficiali non rinviati a giudizio possano suggerire l'opportunità di esaminare in via disciplinare la loro posizione». «Non nascondo il mio profondo sconcerto - ha aggiunto il ministro di fronte alle imputazioni con cui sono stati rinviati a giudizio dieci ufficiali e sottufficiali dell'Aeronautica. Mi riprometto di leggere attentamente la requisitoria e mi auguro che il dibattimento possa finalmente accertare senza margini di dubbio la verità, almeno su questo punto essenziale che mette in causa la lealtà delle Forze Armate verso la Repubblica. Certo, ed è questo l'unico commento che la mia ignoranza del contenuto della requisitoria mi permette di fare in futuro gli accer- tamenti debbono essere compiuti subito, qualunque sia il costo del recupero del relitto e debbono essere completi e non all'80-85 per cento come in questo caso: molti "misteri" a buon mercato avrebbero potuto essere subito svelati, senza perdersi nelle fantasiose ricostruzioni che hanno avvelenato in questi anni l'opinione pubblica». Soddisfazione sugli ultimi sviluppi dell'inchiesta è stata poi espressa dal senatore Massimo Erutti, sottosegretario alla Difesa al Tg3 delle 19: «Abbiamo chiesto, ormai da più di due anni, ottenendo dei risultati, che la Nato mettesse a disposizione dell'autorità giudiziaria tutto il ne¬ cessario a decifrare i tracciati radar. I magistrati hanno lavorato utilizzando documenti nuovi, che prima non avevano avuto. Se l'autorità giudiziaria ci dice quello che dobbiamo fare, noi lo facciamo. Se ci sono altri elementi da acquisire, noi ci muoveremo per averli». Brutti ha ricordato poi che ai Paesi alleati è stato già chiesto, «più volte», di fornire qualunque elemento utile. «Ho l'impressione - ha sottolineato - che l'inerzia nelle indagini dei primi anni, le difficoltà, gli ostacoli rendano molto più difficile l'accertamento della verità. Comunque ora abbiamo alcune conclusioni, provvisorie, che devono essere verificate nel di¬ battimento. Finalmente arriviamo a un processo, possiamo entrare nel merito della vicenda, non c'è più un'ombra indistinta sull'insiene dell'Aeronautica militare italiana, ma ipotesi accusatorie precise per fatti di depistaggio». Dalla tragedia di Ustica alla strage di Bologna: due dei grandi misteri italiani si sono intrecciati ieri, per l'anniversario della bomba alla stazione. I familiari delle vittime hanno polemizzato perché «la legge promessa» un anno fa per rivedere il segreto di Stato, soprattutto nei delitti di strage e terrorismo, «dandogli un limite temporale», non è stata presentata e «così si è perso un altro an¬ no». A dar voce al malcontento il presidente dell'Associazione Paolo Bolognesi che ha subito ricordato che non è sufficiente aver condannato gli esecutori perché «i mandanti e gli ispiratori politici delle stragi e del terrorismo sono tra noi e godono di notevoli protezioni». Bolognesi ha quindi rimproverato il governo per non aver mantenuto le promesse fatte nel 1997 sulla legge che doveva rivedere completamente la materia del segreto di Stato. «Per l'ennesima volta emerge l'incapacità di fare chiarezza, di impedire che lo Stato tuteli con il segreto chi attenta alla sua stessa esistenza». E «credo che occorra una revisio- ne complessiva del segreto di Stato ha detto il presidente della Camera Violante -. Io sono dell'idea che il segreto dovrebbe essere temporaneo. Oggi il segreto è eterno, questo non è ammissibile. Bisogna rendere il segreto temporaneo, come in tutti i grandi Paesi, ad esempio gli Stati Uniti. Dopo dieci anni si elimina oppure si mantiene sui pochissimi documenti sui quali è necessario, spiegando il perché». Violante infine, sulla vicenda giudiziaria per la strage di Bologna, ha detto: «C'è stata una sentenza definitiva, ma non basta» e le «autorità di governo devono eliminare qualunque sospetto di non interesse sulla vicenda», [r. i.] Soddisfatto Brutti: «Finalmente ci sarà un processo e si potrà entrare nel merito della vicenda» il presidente della Camera Luciano Violante
Persone citate: Andreatta, Camera Violante, Luciano Violante, Paolo Bolognesi
Luoghi citati: Bologna, Roma, Stati Uniti, Ustica
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