Bossi: «Pronto a trattare con Roma»

Bossi: «Pronto a trattare con Roma» Dopo la retromarcia sulla secessione: la Padania nascerà comunque, ma non so come Bossi: «Pronto a trattare con Roma» «Romperò l'asse fra mafia-Polo e camorra-Ulivo» INTERVISTA LA STRATEGIA PEL CARROCCIO MILANO A settembre sono a Roma. E sono pronto a trattare con Palermo-mafiaPolo o con Napoli-camorraUlivo. Dipende da cosa ci guadagno», guarda avanti Umberto Bossi. E se quel suo addio alla secessione pronunciato alla Versiliana, a molti è sembrato l'annuncio di una ritirata strategica della Lega in difficoltà, il leader del Carroccio rilancia. «Sono sul mercato politico, sono a Roma a ribaltare tutte le situazioni», annuncia, per l'ennesima volta ago di una bilancia su cui i parlamentari della Lega possono fare sfracelli. Basta che lo dica lui, l'Umberto Bossi da Cassan Magnago che all'arrivo dell'estate, quando la politica si spegne, accende i primi fuochi per l'autunno. Anche a costo di rimangiarsi quella parola secessione - sventolata fino alla noia. Onorevole Bossi, basta secessione allora? «Alt! lo ho sempre detto secessione uguale Padania uguale indipendenza, ma poi dipende da come si muove la Storia». Come si muove? «La Padania può venire in varie fasi, non sappiamo quello che accadrà...». Però lei ha già dato un appuntamento alla Storia. «Vero, è al 2000. Quando dalle regioni partirà l'annuncio dell'indipendenza. Sarà quello, il redde rationem». In attesa della resa dei conti, la Lega continua a perdere voti. Alle ultime amministrative... «Alle ultime amministrative qualcuno potrà anche aver perso la speranza. Magari avrà pure smesso di votare Lega». E votato qualcun altro, magari al centro destra. «La nostra gente non vota certo per Palermo-mafia-Polo o Napoli-camorra-Ulivo, la nostra gente non vota per il Regno delle due Sicilie». Comunque, come dice Vito Gnutti, è il momento di scegliere ((termini accattivanti per agganciare i moderati». Concorda? «Quello che conta è la sostanza». Va bene, ma adesso non dica che è stato come tagliarsi i capelli sostenere che ((Padania non significa necessariamente secessione». Tutti pensano che la sua sia una ritirata strategica, per acchiappare voti dai moderati. «Eeh, i moderati... I moderati hanno paura, soprattutto di perdere i loro soldi». Molti di loro hanno smesso di votare Lega. E più lei parlava di Padania, indipendenze, secessione, più hanno disertato le urne. Non è così? «Ci sono state delle oscillazioni, ci sono state delle sacche di resistenza, ma è normale quando si presentano delle innovazioni. Una cosa è certa: il blocco che si è creato al Nord, non si può più sciogliere». E indietro non si può più tornare, giusto? «A tornare indietro ci si mescola solo con quelli che si dicono federalisti e non lo sono. Oramai la Padania esiste, sono stati messi i binari giusti per farla marciare. A Venezia, il 13 settembre, sarà visibile. Adesso il problema è vedere se ci sarà una rottura, se la Padania avverrà di colpo, con un muro contro muro». Altrimenti? «Oppure se ci sarà un mecca¬ nismo più morbido, all'inglese, passando attraverso la devolution. Nel frattempo, sa cosa facciamo?». Cosa? «Io torno a Roma, torno in circolazione. Sono disposto a trattare con la mafia o con la camorra, dipende cosa c'è da guadagnare». Dipende anche se hanno bisogno di voi, non crede? «La situazione è bloccata. C'è uno scontro apparentemente tra maggioranza e opposizione, tra destra e sinistra. Ma in realtà è uno scontro tra Napoli-camorra e Palermo-mafia». E secondo lei, chi vince? «La mafia è più avanzata, è più intelligente». Il governo Prodi è solido, corre verso il terzo anno di legislatura. E' il gover- no che ha aperto la strada verso l'Europa... «Eeh, l'Europa... Non c'è stato alcun esame da passare per entrare in Europa, ci volevano a tutti i costi. Se non toglievano la possibilità di svalutare la lira, di rendere la Padania economicamente ancora più forte, l'Europa era finita. In questo momento il quadro politico è bloccato, ma si sa anche benissimo il perché». Quale sarebbe? «Perché la Lega sta in Padania. Ma adesso passiamo alla' fase due. Nella fase uno si sono create le strutture della Padania,, c'è la Costituzione della Padania, fra poco nasce pure Telepadania, insomma si sono messi per strada i binari giusti. Nella fase due, io torno a Roma». À fare l'ambasciatore della Padania, a fare la testa di ponte. Lei va a Roma per avere il riconoscinmento della Padania, è così? «Ci sono solo due vie possibili a a questo punto: quella dello scontro o quella del riconoscimento progressivo. Io andrò a Roma a trattare». Nessuna preclusione? «L'asse Roma-Napoli-Ulivo ha in mano la Eicamerale, anche se non può più essere recuperabile. Chi grida di più è l'asse Roma-Palermo-Polo. Ma cosa può fare? Mica basta un Cossiga...». La Lega invece..., è questa la sua strategia? «Certo che c'è la Lega. Mi ripeto: sono pronto alle alleanze, sono sul mercato politico. Ma c'è anche un prezzo politico da pagare». Fabio Potetti

Persone citate: Bossi, Cassan Magnago, Cossiga, Fabio Potetti, Palermo-mafiapolo, Umberto Bossi, Vito Gnutti