LE DOCILI TRUPPE DI BOSSI di Gian Enrico Rusconi
LE DOCILI TRUPPE DI BOSSI RITORNO ALLA POLITICA LE DOCILI TRUPPE DI BOSSI F INE della secessione padana? Rientro del leghismo nella dinamica istituzionale nazionale? Non credo che si possano trarre queste conclusioni dalle ultime dichiarazioni di Bossi davanti ai «parlamentari padani». La sua è una rettifica semantica che mette in luce tre dati concreti con cui fare i conti. Al primo posto c'è l'incredibile capacità di Bossi di dominare a suo piacimento il movimento leghista, al di là di ogni autonomia d'opinione e persino di dignità dei dirigenti politici più elevati. Questo aspetto sconcertante non manca di turbare gli elettori leghisti più sensati. Forse farà perdere ulteriormente consenso ma per il momento rimane un dato oggettivo. Bossi per tutto il tempo restante della legislatura dispone di una docile massa di manovra, da lanciare a piacimento come, un macigno sull'andamento della vita politica. Oppure da trasformare in pacchetto di voti parlamentari di scambio. La seconda realtà di fatto è che l'involuzione, se non la paralisi, della vita politica italiana degli ultimi mesi (dal fallimento della bicamerale all'incapacità di risolvere il nodo della giustizia) ha consentito alla Lega di vivere in una condizione di extraterritorialità politica. E' vero che non ha saputo trarre nessun vantaggio dalla paralisi latente del sistema; non ha saputo presentarsi come alternativa, perché non dispone delle risorse politiche, culturali e morali necessarie. Intanto però l'involuzione politica nazionale le ha consentito di chiudersi senza danni nella sua nicchia, depositaria di un consenso elettorale modesto ma appetitoso (soprattutto per il Polo). Arriviamo così al terzo fattore. L'assoluta spregiudicatezza linguistica nel definire l'obiettivo della «indipendenza padana». Questo obiettivo è stato ribadito da Formentini, ex sin- Gian Enrico Rusconi CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA
Persone citate: Bossi, Formentini
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