L'Ulivo contro il Polo sul centro clandestini
L'Ulivo contro il Polo sul centro clandestini Corso Brunelleschi, la polemica continua L'Ulivo contro il Polo sul centro clandestini Chiamparino: una misura concreta E il centro-destra sia più responsabile Sergio Chiamparino, ex segretario del Pds, oggi deputato per i Democratici di sinistra, attacca Raffaele Costa (Forza Italia) e Mario Borghezio (Lega). Che rispondono per le rime. Continua così lo «scontro» sul centro di raccolta di clandestini in attesa di espulsione, previsto dalla Prefettura in corso Brunelleschi. Struttura necessaria, dicono Costa e Borghezio, ma non in una zona densamente abitata. Chiamparino: «Tutti sono d'accordo ad invocare il rigore contro gli immigrati clandestini, un po' meno quando si tratta di adottare misure concrete per arginare il fenomeno». Attacca Costa: «Continua a negare il pomeriggio ciò che afferma il mattino». E aggiunge: «Ha ragione il vicesindaco Carpanini: quali sono le proposte alternative di Costa? Si era impegnato ad offrirle in pochi giorni, ma sono trascorse settimane. Comune e Prefettura si sono invece mossi tempestivamente. A meno che Costa consideri seria l'ipotesi di sgomberare un centro sociale». Chiamando in causa anche Borghezio, il deputato Ds afferma che «sia lui, sia Costa conoscono benissimo, perché sono state scartate soluzioni esterne alla città». Infine: «Vorrei che la polemica si chiudesse qui: su un tema come il governo dell'immigrazione, dopo la discussione, lo scontro anche aspro, alla fine, ci dev'essere un'assunzione comune di responsabilità: le maggioranze possono cambiare, ma i problemi restano». Costa ammette che il centro di permanenza si deve fare. «Non ci sarà - assicura - nessun ostruzionismo da parte del Polo, ma esiste un corretto e doveroso dissenso sulle scelte: tardive e forse sbagliate». Anche per il deputato azzurro la situazione di Torino non è paragonabile a quella delle isole dei mari del Sud, «ma a Trieste la scelta infelice dell'area ha creato gravi difficoltà alla popolazione e non solo». Proposte? «Ne ho fatte. E in pochi giorni. Soprattutto al ministro dell'Interno, a voce e per telefono. Ma ad ognuna c'è stata una scusa. La verità è che non si vuole cambiare la scelta, mentre a Roma, di fronte al dissenso dei cittadini sul campo ipotizzato a piazzale della Radio, il governo ha mutato idea ed ha trasferito il centro. Perché la stessa regola non può valere pure sotto la Mole?». Costa concorda che la «politica» sugli ingressi degli extracomunitari «debba vederci quanto più possibile uniti». Teme, tuttavia, che raggiungere quell'unità non sarà «facilissimo». Analogo il giudizio del leghista Borghezio. Il quale rinvia le polemiche al mittente, accusando Chiamparino di dimenticare che «il primo dei boni che lo Stato deve tutelare è la sicurezza dei cittadini». E, precisa, «collocando il centro di accoglienza all'interno della città si disattende quel dovere, soprattutto dopo quanto è accaduto a Lampedusa». Giuseppe Sangiorgio
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