Sulla To-Sv la polstrada non si vede

Sulla To-Sv la polstrada non si vede Il cronista ha percorso i 191 km di andata e ritorno senza incontrare una pattuglia Sulla To-Sv la polstrada non si vede Nel giorno-clou dell'esodo SAVONA DAL NOSTRO INVIATO Da Torino a Savona e ritorno, 191 chilometri e 200 metri da casello a casello, due ore e mezzo di viaggio, e non s'incrocia una pattuglia della polizia stradale. Sull'autostrada del mare e della morte, la più pericolosa d'Italia nel giorno più pericoloso dell'anno, neanche l'ombra di una volante. E non ci sono neppure gli autovelox promessi dal prefetto di Torino che venerdì ha annunciato prevenzione e repressione in massa: «Domani, 450 auto disseminate in Piemonte su tutte le direttrici delle vacanze». Polizia fantasma? «Non è così», dice Giuseppe Oddo, comandante provinciale a Torino. «Non sparate sulla Stradale». Neppure ventiquattr'ore dopo l'investimento di un agente sulla Tangenziale Sud durante un soccorso, ieri, sull'A 6, in entrambe le direzioni, «la polizia non l'avete vista ma c'era». Undici auto in tutto, calcola il comandante, «parte con i lampeggianti, ma anche mezzi civetta con a bordo telecamere e agenti in borghese». Il mistero sta nel fatto che «i compiti della polizia stradale sono infiniti, gli agenti devono vigilare non solo fra i caselli di entrata e di uscita, ma anche attorno agli svincoli da e per le statali e negli autogrill e stazioni di servizio». E allora non vedere una pattuglia in quasi duecento chilometri può essere normale anche il giorno clou dell'estate e dopo la sciagura dei 5 morti, una settimana fa, nel tratto di carreggiata unica fra Fossano e Carrù. Sono le 9 al casello di Carmagnola, quando imbocchiamo anche noi come i vacanzieri la strada verso la Riviera. Ci lasciamo alle spalle un cielo plumbeo e l'unica Alfa Romeo della Polstrada che incontreremo in viaggio. Centotrenta chilometri orari di velocità massima consentita fino all'altezza di Marene, poi la carreggiata diventa unica e il limite scende a 90 perché il pericolo sale. Ci aspettavamo auto e agenti schierati lungo il percorso, cercavamo le macchine fotografiche puntate in cerca degli spericolati al volante. Invece no, il traffico è scorrevole, ma se i pazzi del volante ci fossero stati, ieri, nessun deterrente, nessuna divisa in vista. Il controllo del tratto Carmagnola-Mondovì dell'A6 dipende dalla sottosezione di Cherasco, quello da Mondovì ad Altare da Carcare. Dove sono i posti di controllo che si vedono nelle immagini dei tg? Nel nostro viaggio di andata e ritorno in giornata non vediamo auto bloccate dalla stradale, né agenti che compilano verbali. Neppure la Mercedes bianca che ci supera sfrecciando ai 200 all'ora finirà in trappola. Non una pattuglia dove la carreggiata d'improvviso diventa unica, il traffico più pericoloso, e gli spericolati tentano lo stesso il sorpasso azzardato. Dice il comandante Oddo: «Adesso non diciamo che è colpa della Stradale se accadono gli incidenti. Il problema è un altro. E' la responsabilità di chi sta al volante. V'immaginate una pattuglia ogni chilometro? Non serve militarizzare un'autostrada». Rapporto conflittuale, fra automobilista e polizia. Vorremmo che le pattuglie non ci fossero per correre di più ed evitare le multe. Ma vorremmo anche ve¬ derle per sentirci sicuri, e perché - comunque - un lampeggiante blu è sempre un invito a sollevare il piede dall'acceleratore. Fossano, Ceva, Priero, Montezemolo. Il contachilometri scorre. Nessuna pattuglia dove la strada si restringe. Nessuna dove la segnaletica è in rifacimento. La radio, alle 9,30, dice che sulla Genova-Gravellona ci sono 30 chilometri di coda e sulla To¬ rino-Piacenza 10, e lì sì che c'è polizia. Ma davanti e dietro noi, viaggiatori sull'A 6, vigilano agenti che non vediamo. «Neppure io ho incrociato pattuglie dice Andrea Maino -. Quest'autostrada è una tomba, se ti distrai muori, ma penso che non si possa incolpare solo la polizia. Basterebbe un po' di prudenza da parte di tutti». Da casello a casello l'assalto dei vacanzieri non si vede. Si vedono operai che lavorano al raddoppio di due dei tre tratti rimasti a carreggiata unica. «Se fossimo in Francia - dice Emanuele Gambero, fermo al distributore quest'autostrada sarebbe declassata a superstrada». Chissà, in Francia, quante pattuglie avremmo incrociato in strada? Marco Accossato Neppure l'ombra degli autovelox garantiti da giorni Il comandante: noi c'eravamo anche se su auto-civetta Due immagini scattate ieri mattina lungo «l'autostrada della morte» A sinistra allo svincolo di Ceva dove ci sono lavori in corso e a fianco sul viadotto di Millesimo Il cronista ha visto sfrecciare auto a 200 l'ora senza alcun intervento

Persone citate: Andrea Maino, Ceva, Emanuele Gambero, Giuseppe Oddo, Marco Accossato, Montezemolo, Oddo, Priero