Marco ha vinto un Tour alla Bartali

Marco ha vinto un Tour alla Bartali L'anziano campione commenta con toni entusiastici la trionfale impresa del Pirata Marco ha vinto un Tour alla Bartali «Con Pantani siamo tornati al ciclismo vero» CASTELNUOVO GARFAGNANA. L'impresa trionfale di Marco Pantani, che dopo aver vinto il Giro oggi vincerà anche il Tour, ha suscitato grande entusiasmo nel mondo del ciclismo. Tanta gioia, molti elogi, da tutti parole di ammirazione e simpatia. «Con Pantani siamo tornati al ciclismo vero di una volta, come quando correvo io, e sono contento per lui perché dopo tanta sfortuna ha potuto finalmente dimostrare tutto il suo valore». Così si è espresso Gino Bartali, ancora convalescente nella sua residenza estiva di Castelnuovo Garfagnana, che si è appassionato nel parlare del Pirata e delle sue magie. Bartali ha visto la tappa a cronometro in tv e ne è rimasto entusiasta: «In certe cose è abbastanza simile a me, soprattutto nella grinta e nel carattere, anche lui è uno straordinario combattente, non si arrende mai dinanzi alle difficoltà. Mi fa un immenso piacere che ora stia raccogliendo tutte queste soddisfazioni. La sua carriera se l'è costruita giorno dopo giorno col sudore e con la fatica, ed è per questo che piace così tanto alla gente: tutti noi gli dobbiamo qualcosa per quello che sta facendo». Le imprese di Pantani fanno rivivere da vicino quelle compiute da Bartali esattamente 50 anni fa. «Ricordo quel lontano '48 come fosse ieri - ha raccontato l'ex campione toscano - e, nel vedere Marco, mi sembra di provare le stesse emozioni. Quando si è alzato sui pedali e se n'è andato via da solo sul tremendo Galibier, mi è tornato alla mente quando, sugli stessi tornanti, riuscii a recuperare ben 18' a Bobet e a strappargli la maglia gialla e la vittoria finale del Tour. Sono pagine indimenticabili nella storia del ciclismo e Pantani è arrivato nel momento giusto». La programmazione meticolosa e la professionalità esaltata ai massimi termini, fino quasi all'esasperazione, legano l'uno all'altro questi due campioni. ((Anche in questo Pantani mi assomiglia - ha detto Bartali perché lui non lascia niente al caso, cura ogni cosa fino nei minimi dettagli, proprio come facevo io. In più, rispetto ai tanti altri protagonisti del ciclismo di oggi. Marco ha anche la fantasia, la passione: nelle corse ci mette il cuore, e, quando serve, è disposto anche a rischiare. Ed è proprio questo che fa appassionare la gente, che la tiene incollata ai margini delle strade o davanti ai t elevi- sori; lui è un idolo anche perché fa sognare. Pantani ha nobilitato questo Tour, ha lenito le sue profonde ferite». «Le vicende che hanno turbato la corsa fin dall'inizio - ha continuato Bartali - sono gravi e devono far riflettere, oltre che costringere chi di dovere a prendere dei provvedimenti, ma proprio per questo i meriti di Marco sono ancora più grandi. Lui è un corridore pulito, ecco la sua grande forza, e anche quando, dopo i ripetuti incidenti, c'era chi pensava che dovesse smettere, lui ha sempre avuto fiducia nelle sue possibilità, nella sua determinazione, nella voglia di tornare. C'è riuscito, e avete visto tutti come. Mai abbattersi davanti alle disgrazie, alle difficoltà». Bartali ha poi continuato, lasciandosi andare ai ricordi: ((Anch'io non mi sono mai arreso davanti a niente, mi esaltavo nella fatica e le mie imprese al Tour fecero passare in secondo piano anche l'attentato a Togliatti. Eppure non mi sono mai montato la testa, ogni volta era come se ripartissi da capo. Proprio come sta facendo Pantani: non gli piace accontentarsi, vuole sempre lasciare un segno e in questi ultimi tempi è migliorato ancora, è divenuto un corridore completo, anche nelle tappe a cronometro è cresciuto enormemente, come ha dimostrato proprio alla conclusione di questo Tour riuscendo a contenere il distacco da UUrich». Il Gino nazionale non ha saputo trattenere l'entusiasmo nel parlare del «modo di correre di Pantani che risulta micidiale per gli avversari, dei suoi scatti a ripetizione che non. danno scampo a nessuno, tolgono il respiro, la lucidità». «Anche in questo - ha esclamato - è simile a me: i tornanti erano pane per i miei denti e riuscivo ad esaltarmi proprio quando la strada cominciava a farsi dura. Non ho mai sentito la fatica, neppure quando correvo sul fondo, molto spesso sterrato, che costringeva noi corridori a continui esercizi di equilibrio per evitare di cadere». «Pantani rimarrà nella storia del ciclismo mondiale - ha concluso Bartali con sicurezza -: quello che ha fatto quest'anno non si potrà mai cancellare. E la stagione non è finita: potrà ancora migliorare». [r. ci.] Gino Bartali dice che Pantani gli assomiglia molto: «Ha la grinta e il carattere che avevo io: uno che non si arrende davanti alle difficoltà»

Luoghi citati: Castelnuovo, Uurich