«Il mio Tour l'ho vinto sul Galibier»
«Il mio Tour l'ho vinto sul Galibier» «Il mio Tour l'ho vinto sul Galibier» Pantani: «E l'anno prossimo punterò al Mondiale» L'INTERVISTA IL PIRATA A CUORE APERTO LE CREUSOT fatta, Pirata. Oggi si goda il suo trionfo sughi Champs-Elysées, e per favore non dica che il Tour non è ancora finito... «No, non lo dico. Però prima della cronometro avevo ancora paura». Con quasi 6' di vantaggio? «E' quella paura che ti aiuta a rimanere concentrato». Giro e Tour. Confessi: erano i suoi bersagli? «Non è così. Il mio obiettivo per quest'anno era il Giro». Il Tour mica le è capitato per caso. «Ho corso con intelligenza, credo. Ero più rilassato, più tranquillo che al Giro. Ho raccolto dove era possibile raccogliere. Avevo tre frecce, sono andate tutte a segno». La freccia più bella si è infilata nel Galibier. «Il mio Tour l'ho vinto lì. Una prova eccezionale». Quando ha capito che l'omone Ullrich non era imbattibile? «Non l'ho mai pensato, mai avuta questa sensazione». Prima delle Alpi diceva (do devo battere psicologicamente»... «Appunto, dovevo cercare di inventarmi tutti i modi per metterlo in crisi». E dunque ecco il Pirata sul Galibier. «Quando ho tentato l'attacco sognavo di staccare Ullrich di tre mi¬ nuti. Sarebbe già stata una bella impresa. Avrei indossato la magba gialla, anche se per pochi secondi e pochi giorni». E se la porta fino a Parigi. «Nell'ultima salita, a Les Deux Alpes, mi è scattata una determinazione irripetibile. L'ho pedalata d'un fiato, non pensavo a niente, l'unico tormentone era guadagna¬ re più minuti possibile». Quasi nove. «La giornata del coraggio, della resistenza, della forza». E del freddo. «Un mio nemico. Peso 55 chili e giù dalla discesa del Galibier ho rischiato il congelamento». Ma la vittoria al Tour, ammetta, se la sentiva da prima. Sui Pirenei, a Plateau De Beille, aveva mandato un messaggio riservato al premier Proai: «Se vuole vedermi in maglia gialla a Parigi può cominciare a preparare la valigia». «Nei primi dieci giorni non ci avevo mai pensato, ma nella testa avevo sempre una finestra aperta. Ecco, quel giorno al Plateau per un attimo s'era spalancata. E' stata premiata la costanza, no?». Pirata, nessuno metterà in dubbio il valore della sua vittoria. Qualche nemico potrà dire che ha vinto il Tour del doping, il Tour delle tensioni. «Una tensione che ha pesato, che ha condizionato tutti. Dei miei quattro Tour è stato il più difficile. Ma il timore delle perquisizioni ha reso più pulito l'ambiente». Ullrich si è tolto il cappellino: «Pantani è un campione formidabile, ha davvero meritato di vincere». «Grazie. Non faccio per vantarmi, ma c'è un ordine d'arrivo di tutto rispetto». C'è la sorpresa Julich e la sorpresa Pantani. Le scommesse erano tutte su Ullrich. «Senza Pantani nessuno si sarebbe accorto che Ullrich può andare in bambola. Senza Pantani avremmo letto che Ullrich è il più forte di tutti, l'imbattibile». Dopo il Giro è venuto al Tour, dopo il Tour andrà alla Vuelta di Spagna? «Siccome nessuno ha mai tentato questa tripletta andrò a vincere anche la Vuelta». Davvero, Pirata? «No, non tiriamo troppo la corda, devo pensare al mio futuro. Quando il mio pizzetto avrà qualche pelo bianco magari ci proverò. L'anno prossimo voglio essere competitivo». E quest'anno non lo è stato? «L'obiettivo era solo il Giro». E l'anno prossimo? «Come dicono i saggi il bello della vita è avere obiettivi. Credo di avere raggiunto una certa maturità atletica, ho 28 anni e magari l'anno prossimo potrei tentare il titolo Mondiale. Vedremo», Quando? <(A fine anno azzero il bonus. Poi si riparte. La voglia di misurarmi è ancora tanta». Scusi Pirata, e la voglia di misurarsi in questo Tour quando le è venuta? «Un mese fa, al funerale di Luciano Pezzi. Era il mio presidente. Era stato ds di Gimondi quando ha vinto il Tour del '65. Diceva che avevo le carte in regola. Al funerale la mia testa pensava alle parole di Pezzi. Se Luciano fosse qui sarebbe l'uomo più felice di questo mondo». I francesi la amano perché gli ha salvato il Tour. In Italia l'aspettano ovazioni. La prossima settimana, in tutte le chiese, ci sarà Famiglia Cristiana con la sua foto in copertina. Pirata, lei è già un esempio da seguire. ((Andiamoci piano, in certi momenti io non sono un atleta da prendere in considerazione. Ho 28 anni e faccio le cose dei ragazzi della mia età. Chiedete al mio direttore sportivo Martinelli o a mio padre. Loro vorrebbero l'atleta perfetto, che alle 11 di tutte le sere è a letto. Ma io ho gli amici, la mia vita privata, il mio carattere...». Quando ha vinto il Giro d'Italia il Pirata ha sgavazzato per Cesenatico per tutta la notte. Alle 6,30 del mattino si era presentato al Bar dei Marinai: «Ragazzuoli, avete un cappuccino per il vincitore del Giro?». E per stasera, a Parigi, il Pirata e i suoi Filibustieri annunciano baldoria. «Abbiamo passato le ultime tappe a raccontarcela. Canni fino agli Champs-Elysées, uomini del Pirata. E oggi, tutti biondi e con l'orecchino da pirata; e poi, a Parigi, una bella baraccata non ce la toghe nessuno. E' ben meritata, no?». Giovanni Cerniti I I VANTAGGI E>l ULLRICH KM JULICH PANTANI 16 27" 49" 27 27" 1'15" 32 33" 1'29" 45 54" 2'04" ARRIVO 52 1'01" 2'35" Ho pensato per la prima volta alla maglia gialla sul Plateau de Beille, ma prima della cronometro avevo ancora tanta paura» La grinta di Marco e, al centro, mentre passa sotto il nero drappo dei pirati Ho pensato per la prima volta alla maglia gialla sul Plateau de Beille, ma prima della cronometro avevo ancora tanta paura La grinta di Marco e, al centro, mentre passa sotto il nero drappo dei pirati
Luoghi citati: Bar Dei Marinai, Cesenatico, Italia, Parigi, Spagna
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