IL PIRATA GIALLO A PARIGI

IL PIRATA GIALLO A PARIGI Pantani, splendido terzo nella crono, concede poco più di 2' a Ullrich e mette il suggello al suo Tour trionfale IL PIRATA GIALLO A PARIGI LE CREUSOT DAL NOSTRO INVIATO L'orologio che cinge il polso d'una ironica Fortuna, segna le 17,17 quando Pantani stampa il proprio nome sulla storia del Tour. La forza di questo formidabile grimper! Non soltanto doma le montagne e debella un nemico che si chiama Ullrich, ma convince la jella a un'amichevole separazione. E l'affezionatissima compagna di tanti viaggi si muta nel suo esatto contrario e gli dice: va bene, non ti spaccherò neppure un ossicino e, mi voglio rovinare, farò del più tossico numero del mio repertorio il passaporto della felicità. Costituiscono un'infrangibile barriera, bastano i 5'56" di vantaggio sul corazziere tedesco o non sono che uno dei tanti ingannevoli inviti a sperare? E' un concentrato di trepidazioni Pantani mentre attende il via sul trampolino della cronometro. Ne ha conosciuti troppi di guai e, capirete, potrebbe attraversagli la strada che da Montbeaù-les-Mines porta a Le Creusot, un cavallo, una mucca, se ne vedono tante nei campi, un carrarmato; potrebbe piovergli dal cielo un elicottero della tv; e le gomme, non si forano forse ogni tanto le gomme? Plateau de Beille, Galibier, Les deux Alpes dove siete, venite a darmi una mano. Meno tre, due, uno, partenza. Non pensa più a niente, Pantani, pedalare, pedalare e basta, tenere Ullrich a distanza, non deve neppure sfiorarmela questa maglia gialla che m'è costata l'anima. La pioggia ha spennellato l'asfalto, in ogni curva c'è un secondo da tenere stretto perchè non scivoli via, su ogni rettilineo devi dimenticare d'essere un grimpeur: non scattare, sii regolare, composto, disciplina lo sforzo; un minimo avvallamento deve servi¬ re da leva per alzare il ritmo, senza strattoni. E' una parola. Non ci son di mezzo solo i 5'56", c'è l'obbligo di non rimediare figuracce con la maglia gialla addosso. Al 16° chilometro Pantani è staccato di 49" da Ullrich che avendo rinunciato ai miracoli (ma il grimpeur mica lo sa) lotta per il secondo posto in classifica, non vuole che sia l'americano Julich a soffiarglielo. Al controDo successivo, 27° chilometro, è sotto di 1' 15". Al terzo, 32 chilometri di fatica, di l'29". L'imitazione del grimpeur costretto nei panni dello specialista del cronometro sta riuscendogli benissimo. Il Pantani di Lugano, che affronta Tonkov in una sfida decisiva e lo batte, è perfino migliorato, ha un procedere fluido, sicuro, i timori del mattino sono scomparsi, s'è avvitato in testa l'idea che il muro di 5'5C" è invalicabile, che Ullrich, lo aiutasse pure il Padreterno, non ce la farebbe mai a scavalcarlo. Il tedesco ha scavalcato Julich, ma dopo 45 chilometri non ha guadagnato su Pantani che 2'04". E' andata, altri 31" offerti in beneficenza e il Tour è finito, indiscutibilmente finito e consegnato al terribile omino del Galibier. Ha una sua esclusiva maniera d'essere lieto e trionfatore, Pantani. L'ingresso nel club di Coppi e di Anquetil, di Merckx e Hinault, di Roche e Indurain che come lui accoppiarono il Giro al Tour prendendosi un mese scarso di respiro, gli solidifica la grinta; Marco con i sorrisi e i salti di gioia non è mai andato a braccetto. 11 calvo sbaragliatore dice: «E' un giorno senza paragoni», e sembra sul punto di dichiarare guerra all'universo. E quando si congratula con se stesso non risparmia e non svicola, sa bocciarsi e promuoversi. Per l'occasione si promuove: «Ottima cronometro» e per chi non avesse sentito chiaramente, ripete: «Cronometro ottima. Non mi era permesso di sciupare il Tour con un mezzo fallimento. Il Pantani del Galibier e il Pantani della cronometro sono due corridori diversi. L'uomo è lo stesso e ho corso restando fedele a quello che sono, gambe e cuore». Ce lo vuol dire o no che ha vinto, o desidera rinviare a Parigi? Il grimpeur è un accanito frequentatore di dubbi, si diverte a tentennare, è l'unica tattica che si concede, però esiste un limite e se ne rende conto: «Il libro del Tour insegna che se torni in albergo in magna gialla dopo la cronometro della penultima tappa, significa che sei il primo e ci rimani. Ma io mi fido e non mi fido, ho questo carattere, io. Resto in guardia, sto attento a dove infilo le ruote. Quanto manca a Parigi? Un giorno? Ma allora, certo, ho vinto. Credo, penso, che sì, ho vinto». Che gli succede adesso, sorride? Gianni Ranieri

Luoghi citati: Lugano, Parigi