Quote latte, si ricomincia da zero
Quote latte, si ricomincia da zero Accolto un ricorso della Coldiretti. La questione vale oltre 1000 miliardi Quote latte, si ricomincia da zero // Tar del Lazio sospende i tagli decisi dall'Alma ROMA. Quote latte, si ricomincia da zero. Il Tar del Lazio, con una duplice ordinanza, ha sospeso, giudicandolo illegittimo, il taglio della ormai famosa quota B a carico degli allevatori. Un taglio effettuato dall'Alma a partire dalla campagna 1995/96. Le conseguenze? Quelle immediate sono la sospensione delle operazioni di compensazione perché manca l'elemento di certezza: la quota produttiva. Nel breve e medio periodo si ricrea una situazione di incertezza assoluta visto il probabile ricorso del governo al Cosiglio di Stato. Dunque rischia di riaprirsi un «caso» che negli ultimi diciotto mesi ha visto una escalation di multe, somme restituite per decreto, blocchi stradali, avvisi di garanzia. Il tutto per una partita che vale almeno mille miliardi di lire, a tanto ammonta, infatti, l'intervento che il Parlamento votò l'inverno scorso per contenere la rivolta degli allevatori colpiti dal superprelievo comunitario sulle eccedenze produttive. La sentenza del Tar del Lazio, Paolo Bedoni (Caccogliendo il ricorso presentato da un migliaio di allevatori della provincia di Brescia, primi firmatari quelli iscirtti alla Coldiretti, riconosce che 0 taglio delle quote di produzione è avvenuto in modo «illeggittimo» ed ha «gravemente danneggiato» i produttori ricorrenti. Di fatto gli allevatori ricorrenti potrebbero adesso recuperare il 74 per cento della produzione tagliata e non è escluso il provvedimento possa estendersi anche a tutti gli altri produttori. Nelle tre pagine di motivazione della sentenza il Tar riconosce che è «mancata la collaborazione tra Stato e Regioni nella programmazione della produzione. Si è anche rilevata una serie ulteriore di numerosi vizi di adeguata istruttoria, di motivazione, di procedimento e diretti) di dati di riferimento». In sostanza il procedimento di riduzione delle quote, proprio perché destinato a incidere «in modo negativo sulle posizioni dei produttori avrebbe dovuto indicare con precisione le circostanze di fatto in modo da consentire la possibilità di tutela attraverso il controllo di legittimità del giudice». In un comunicato dell'organizzazione guidata da Paolo Bedoni oltre ad esprimere soddisfazione per !a sentenza si sottolinea come «da tempo la Coldiretti aveva manifestato con preoccupazione che i provvedimenti dell'Alma relativi al taglio della quota B determinavano con carattere retroattivo una violazione del sistema comunitario con particolare riguardo al principio della certezza del diritto». Giovanni Robusti, leader storico dei Cobas, pur soddisfatto della sentenza spiega che «non avrà alcun effetto pratico perché l'unica soluzione valida va ricercata sul piano politico. Sono quattro anni che incassiamo soluzioni a noi favorevoli. Ormai tutti sanno che avevamo ragione ma continuamo a pagare lo stesso». La questione delle quote-latte risale a quattordici anni fa, quando l'Unione Europea decide di contrastare la sovrapproduzione di latte stabilendo tetti produttivi. L'Italia tenta prima di ridurre l'effetto del diktat comunitario con l'idea del bacino unico nazionale, per dover poi accettare, sotto l'onda montante delle multe, un negoziato con Bruxelles. Il primo accordo è del 1994 e prevede un prelievo, scontato del 50%, del valore di quasi 4 mila miliardi tutto a carico dei contribuenti italiani. Nel '97 scatta un'altra multa per 370 miliardi, riferita all'annata '96-'97. E questa volta l'Ue pretende che siano direttamente gli allevatori a mettere mano al portafoglio. [m. tr.] Paolo Bedoni (Coldiretti)
Persone citate: Giovanni Robusti, Paolo Bedoni
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