Tenta il suicidio per un tumore che non c'è

Tenta il suicidio per un tumore che non c'è Scambio di cartelle cliniche a Napoli, salvata in extremis per tre volte. La procura apre un'indagine Tenta il suicidio per un tumore che non c'è Donna vittima di una diagnosi errata IL CASO LAPBAGA DELLA MALASANITAf LNAPOLI A diagnosi equivaleva a una condanna a morte, ma lei aveva deciso di non darla vinta alla malattia: uccidersi senza attendere lo strazio dell'agonia era diventato il pensiero dominante sin dall'attimo in cui aveva appreso di essere aggredita da un cancro maligno. Da oggi invece la storia di Angela potrà essere raccontata come una parabola che insegna a non lasciarsi mai andare allo sconforto. Perché Angela è sana, contrariamente a quanto si affermava nella cartella clinica che descriveva il male di un'altra paziente a causa della confusione generata dall'identico cognome. E' stato un errore inspiegabile a gettare nella disperazione una donna di 38 anni e a indurla per tre volte al suicidio, in preda alla disperazione che attanaglia chi sa di aver poco da vivere. Lo scambio di cartelle che stava per provocare una tragedia senza ritorno è avvenuto all'ospedale di Nola dove Angela Fusco era stata operata a febbraio per l'asportazione di un'ernia. Quello che è accaduto dopo l'intervento sarà al centro di un'indagine della procura, alla quale è stata inviata una denuncia per lesioni colpose, e di un'inchiesta amministrativa da parte della direzione sanitaria. Per ricostruire la sequenza dei fatti occorre dunque ascoltare la testimonianza della donna, tuttora vittima di uno stato di prostrazione, e del marito, Andrea Santaniello, di 39 anni, autista alle dipendenze della Regione Campania. Una decina di giorni dopo l'intervento l'uomo viene convocato in ospedale per comunicazioni urgenti e riservate. «Mi dissero che la situazione di mia moglie era assai preoccupante, parlarono di melanoma maligno cutaneo». Da quel momento ha inizio il calvario presso gli specialisti, i giorni si consumano tra ecografie, Tac, esami approfonditi. Mentre i familiari non sanno rassegnarsi al verdetto fatale, Angela si lascia prendere dallo sconforto. La prima volta tenta il suicidio ingerendo varechina nella sua casa di Quindici, in provincia di Avellino, uno dei comuni colpiti dalla frana del 5 maggio scorso. A salvarla interviene il tempestivo allarme lanciato dall'anziana madre. Al Policlinico napoletano, dove la ricoverano per un principio di avvelenamento, in altre due occasioni prova a lanciarsi dal quarto piano, ma viene bloccata appena in tempo dalle altre pazienti del reparto. Angela è insofferente a tutto e a tutti, perennemente agitata, se la prende soprattutto con i due figli, di 14 e 15 anni, costretti a trasferirsi da alcuni parenti a Liveri, un piccolo centro a poca distanza da Quindici. Forse la donna inconsciamente non vuole che assistano alla lenta agonia. Poi all'improvviso la svolta, clamorosa. Dagli esami effettuati al Policlinico emerge che Angela non è affetta da alcun tumore. «Non sappiamo che cosa sia avvenuto all'ospedale di No- la, ma possiamo dire con certezza che siete sanissima», assicurano i medici. A provocare l'errata diagnosi sarebbe stato lo scambio di due «vetrini» relativi agli esami istologici effettuati a Nola sia su Angela sia su una ottuagenaria ricoverata nello stesso ospedale e che è realmente affetta da melanoma maligno. La notizia, insieme con la rabbia per l'incubo nel quale era piombata, dovrebbe generare un forte sollievo, ma Angela è dubbiosa, non si fida più di nulla e di nessuno. «Stentavo a crederci, avevo paura che fosse una bugia», ricorda al telefono da ca- sa del fratello a Springfield, nel Massachusetts. Con il marito e i figli si trova da 20 giorni negli Stati Uniti per una lunga vacanza che dovrebbe aiutarla a rimettersi in sesto. Non si è anco¬ ra ripresa, e basta accennare alla vicenda perché precipiti di nuovo nella depressione. «I segni di questa brutta esperienza li porterà sempre dentro, inutile farsi illusioni. Ma dovrebbe convincersi che è tornata a vivere», spiega il marito. La storia avrà uno strascico giudiziario. Per l'avvocato Annibale Schettino si tratta di un caso di lesioni colpose. «Le lesioni non sono soltanto quelle fisiche, si devono considerare anche i danni psicologici». Angela non potrà dimenticare facilmente e forse, come pronostica il marito, porterà sempre dentro il ricordo di questi mesi d'inferno. Ma si •convincerà anche che la speranza aiuta a vivere. La svolta dopo una nuova serie di controlli Il marito: «I segni di questa brutta esperienza li porterà dentro per sempre, inutile illudersi» L'ospedale di Nola dove Angela Fusco è stata operata a febbraio per l'asportazione di un'ernia e dove le è stato diagnosticato per errore un melanoma maligno cutaneo

Persone citate: Andrea Santaniello, Angela Fusco, Annibale Schettino

Luoghi citati: Avellino, Campania, Liveri, Massachusetts, Napoli, Springfield, Stati Uniti