I serbi all'assalto di Junik
I serbi all'assalto di Junik Migliaia in fuga I serbi all'assalto di Junik PRISTINA. Un'offensiva delle forze della polizia serba verso Junik, un agglomerato di 13 villaggi del Kosovo a Sud-Est di Klina, è stata denunciata ieri dall'Uck, la forza dei miliziani albanesi dell'indipendentismo kosovaro. Un comandante ha sottolineato che le truppe serbe prendono di mira le case dei civili, bersagliandole con il cannoneggiamento delle loro artiglierie. Giovedì scorso il presidente jugoslavo Slobodan Milosevic aveva dichiarato ad una delegazione diplomatica dell'Unione Europea che era ormai giunta a compimento l'offensiva sferrata otto giorni fa contro le posizioni dell'Uck. Klina si trova 50 chilometri a Ovest di Pristina, il capoluogo del Kosovo. Altre colonne di profughi di etnia albanese si allontanano dalle loro case devastate dalla guerra, a causa di nuove offensive delle truppe serbe nel Kosovo: queste ultime, secondo le accuse dei profughi albanesi kosovari, ricorrono alla collaudata tattica di cannoneggiare le case dei civili per costringerli ad allontanarsene, per poi incendiarle con taniche di benzina in modo da dissuaderli nel modo più efficace dall'intenzione di farvi ritorno. I giornalisti inviati nella zona hanno visto personalmente almeno tre villaggi in fiamme, ed un flusso di nuovi profughi che si allontanavano dalle loro case devastate. «Hanno bruciato tutto quanto», ha raccontato uno dei profughi, Hamdi Doci, che si allontanava dopo avere caricato la famiglia su un'automobile. Donne con gli occhi pieni di lacrime, bambini terrorizzati e vecchi rassegnati: fonti albanesi del Kosovo hanno riferito che 20 mila persone vivono in pratica come «animali selvatici» nei boschi a ridosso della cittadina di Klina, senza medicine o aiuti alimentari. La situazione si sta deteriorando ora per ora nella regione di Malishevo, la ex roccaforte dell'esercito di liberazione del Kosovo (Uck), riconquistata tre giorni fa dalle forze di sicurezza serbe. Almeno 70 mila persone, secondo gli albanesi, hanno abbandonato le loro case a bordo di trattori, carri trainati da buoi o vecchie auto destinate a fermarsi in ogni momento per mancanza di benzina od olio. [Agi-Ansa]
Persone citate: Hamdi Doci, Slobodan Milosevic
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