Bill, una star tra le star

Bill, una star tra le star Bill, una star tra le star 77 Presidente al party di Kim Basinger IL PRIMO WEEKEND DOPO LA TEMPESTA EAST HAMPTON DAL NOSTRO INVIATO Quando, vedendo dai finestrini dell'Air Force One la spiaggia degli Hamptons, il presidente ha sorriso e annunciato: «Ragazzi, in questo fine settimana vi divertirete, ve l'assicuro», tra la torma dei reporter, torturati da mesi di fantasie e preliminari, è corso un brivido. Tutti a casa di Kim, giù la maschera, fuori il vestito e si aprano le danze. Invece, molto più modestamente, il presidente stava andando a casa. Se c'è un posto in America dove Bill Clinton può sentirsi a suo agio, eccolo qui, davanti al portellone dell'aereo che si schiude: gli Hamptons, luogo di ricchezza e ipocrisia; di adulteri infrasettimanali e messe festive; terra che custodisce il seme e il segreto, lambita da onde e pettegolezzi, eppure intonsa, prospera e felice, almeno sulla superficie (per le immersioni, infatti, si va altrove). Bill Clinton ne prende possesso alle 2 e 30 di un pomeriggio luminoso, accolto da un colonnello di nome Britten che gli mette in testa un cappello con l'effigie di un angelo. Tre secondi e il presidente ha già dribblato il custode, andando in marcatura sulla moglie Karen: «Mi dicono che lei è dell'Arkansas». «Sì, di Hope». «Nooo, come me, parliamone...». E si avviano a braccetto. La folla applaude. Sono duecento, ai bordi della pista, hanno portato i bambini, a nessuno interessano i guai giudiziari del presidente, la sua relazione con Monica, gli umidi particolari evocati dall'inchiesta. Questa terra è la sua terra, questo presidente è il loro presidente: riveste di splendore il marciume e lo fa sfolgorare al sole; costruisce il proprio successo con l'apparenza, lo mantiene con il denaro, lo difende con la finzione, ben che vada con la fiction. Questi sono i suoi elettori: gente come miss Barbara Layton, che da febbraio è andata di villa in villa, sorbendosi 6500 tè e raccogliendo 6500 firme in calce a una petizione che invoca la chiusura dell'inchiesta di Ken Starr. Gente come il banchiere Bruce Wasserstein, che a sera riceverà i Clinton offrendo aragosta e agnello a 60 ospiti in cambio di 600 mila dollari e proclamerà: «Il momento storico che stiamo vivendo è splendido e gran merito va all'uomo che guida il Paese». E' il loro presidente: ha lavorato il minimo e ottenuto il massimo. Ogni volta che apre una porta, gli piovono soldi addosso: alla fine di questo weekend porterà a casa dai demo¬ cratici quasi due milioni di dollari. E se Nixon, quando cominciò ad affondare, capì dalla chiusura dei rubinetti che sarebbe annegato, Clinton può sperare di stare a galla ancora a lungo, poiché 1200 persone accorrono con assegni fino a 5 mila dollari ai cancelli della villa di Kim Basinger e Alee Baldwin, pur di vederlo. E', anche, il loro uomo. Da un personale sondaggio effettuato nella zona bar di «Nick and Tony's», il più rinomato ristorante della zona, nove donne su dieci sarebbero entusiaste di avere una relazione con Bill, anche ora, anche subito, nonostante la rapidità dell'azione e i conti del lavasecco. In un territorio del genere, logico che il presidente si diverta. Tutti i cartelli sono per lui e per Hillary, tutti i doppi sensi hanno, all'imbocco, il divieto di accesso. «Chi è quella signora sulla Rover?» «Vera Wang». «E che fa?» «La stilista. Ha disegnato ii vestito di Hillary». «E invece il vestito di...». «Solo quello di Hillary, una volta anche uno di Chelsea». «E quello a fianco?». «Suo marito, Arthur Becker, che giocherà a golf con il presidente». «Quanti colpi, per infilarsi in buca?». «Giocano bene entrambi». Le televisioni sono spente. I comici dei talk show serali sono echi lontani, come Jay Leno che insiste sui giochi di parole tra Clinton e il suo ospite agli Hamptons, Steven Spielberg («Saving Private Ryan», salvando il soldato Ryan, o «Saving Clinton's Privates», salvando il privato di Clinton?) Il presidente finge di non sentire e non sapere. Porta avanti il suo bluff, da giocatore mirabile. Le tende bianche di casa Wasserstein danzano di fronte all'oceano. I cinque camini delle sette camere accendono braci di rappresentanza. Billy Joel arriva in ritardo, sulla sua Guzzi verde, ma si fa perdonare esibendo la fidanzata Carolyn in tacchi alti. Risalire e arrivare all'orlo del vestito richiede molto tempo. Il presidente lo impiega tutto, prima di sedersi a tavola accanto a Quincy Jones. Lontano, in America, settanta persone su cento sono pronte ad assolvere il presidente, comunque. Qui, al di là del paradiso, la percentuale si fa bulgara, chi è senza peccato scagli il primo calice, dopo aver bevuto. Clinton fa un discorsino sulla sanità e l'educazione. La domanda più insidiosa che gli viene rivolta è: «Domani suonerà il sax?». Sorride, enigmatico. Sembra il fratello sazio e disperato del Grande Gatsby. Tenerona è la notte. Hillary gli è sempre accanto, mangia con cura e non si macchia il vestito. Il loro mondo è solidale e affettuoso. Con il raccolto degli Hamptons, un altro mese di spese legali è coperto. Se si copre anche il verdetto dei laboratori Fbi sull'abito di Monica, ci potranno ancora essere più di cento week-end come questo. Altrimenti, reporter e benefattori, tutti in Ohio con Al Gore, a bere sidro e scrivere editoriali sulle nuove frontiere della comunicazione, aspettando Bush Junior e la Controriforma. Dalla sala s'alza un brindisi: lunga vita al presidente. Gabriele Romagnoli Agli Hamptons è lui il grande divo, tutti pronti a dimenticare le scappatelle dell'uomo e a giurare sul politico Insieme a Hillary non tralascia mai di chiedere fondi per i democratici Tra Quincy Jones e Billy Joel la domanda più audace è: suonerà domani sera il sax? Nella foto grande, Hillary Clinton sussurra qualcosa all'orecchio del marito. Qui accanto, Kim Basinger che insieme ad Alee Baldwin ha ospitato il party agli Hamptons

Luoghi citati: Alee Baldwin, America, Arkansas, Ohio